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Diritto Ereditario

Impugnazione testamento

Impugnazione testamento

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Quando si può impugnare il testamento?

L’impugnazione del testamento è una della attività più articolate e complesse nel diritto ereditario.

Il testamento è la disposizione di ultima volontà con cui una persona, nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali, regola le sorti del suo patrimonio dopo la sua morte.

E’ olografo quando è scritto di proprio pugno, pubblico se redatto da notaio, o segreto quando viene consegnato dal testatore in busta chiusa al notaio e da questi custodito.

E’ possibile impugnare il testamento per vizi di forma, o vizi di volontà del testatore.

Il testamento è nullo e non ha validità per irregolarità insanabili, come disposto dall’art. 606 del codice civile.

Come si impugna un testamento?

L’impugnazione del testamento può avvenire per nullità formali quando, per esempio, il testamento olografo non contiene la data, o la firma, o non è stato realmente scritto dal testatore.

L’impugnazione del testamento è consentita anche per nullità sostanziali, per violazione di legge quando, per esempio, non è stata rispettata la quota legittima.

Il testamento è annullabile quando presenta difetti che non ne comportano la nullità.

Come nel caso di omessa, o incompleta, indicazione della data, oltre che per i vizi della volontà e incapacità di disporre per testamento.

Il testamento si impugna contestandone la validità e denunciandone i vizi.

Se la diffida agli altri eredi e la mediazione non sortiscono effetti, il testamento deve essere impugnato con atto di citazione a comparire in giudizio presso il tribunale dove si è aperta la successione.

Revoca delle disposizioni testamentarie

Nelle successioni ereditarie devono tenersi distinti i concetti di revoca e di inefficacia delle disposizioni testamentarie.

Ai sensi dell’articolo 679 del codice civile, il testatore può revocare in tutto, o in parte, il testamento, tant’è che le clausole contrarie non producono effetto.

La revoca del testamento si fa redigendo un testamento posteriore, ovvero con data successiva a quello revocato.

Il testatore può revocare il testamento anche mediante un atto con cui dichiara di volere annullare in tutto, o in parte, la disposizione testamentaria anteriore.

Oltre che per volontà tacita od espressa del testatore, la revoca del testamento è  talora operata anche dalla legge, come nel caso dei figli non contemplati nel testamento, anche perché sopravvenuti.

Quali sono i termini per impugnare il testamento?

Per comprendere quanto tempo hanno gli eredi per impugnare il testamento,  bisogna distinguere la cause di annullabilità, da quelle di nullità assoluta delle disposizioni testamentarie. Il termine di prescrizione per esercitare l’azione di annullabilità delle disposizioni testamentarie è di 5 anni dall’apertura del testamento. Nel caso di testamento affetto da dolo, violenza od errore, l’azione si prescrive nel termine di 5 anni da quando si è appresa la notizia della causa di annullabilità. Anche l’azione per impugnare il testamento scritto da persona incapace di intendere e di volere deve essere esercitata entro il termine di 5 anni. Il termine per l’impugnazione del testamento nel caso di violazione di legittima, invece, è di 10 anni dall’apertura della successione. L’azione per far valere la nullità del testamento non è sottoposta a termini di prescrizione. Pertanto può essere esercitata in qualsiasi momento da chi è stato danneggiato dalla disposizione testamentaria.

I termini per l’impugnazione del testamento devono essere valutati sempre da un avvocato esperto in successioni, che prima di intentare una causa civile proporrà un accordo per la divisione ereditaria.

Come evitare che il testamento venga impugnato?

Esiste un solo modo per evitare che un testamento venga impugnato: prima di redigerlo rivolgersi ad un avvocato specializzato in eredità e successioni.

Il diritto successorio è materia tecnica che abbraccia tutti i rami del diritto civile e richiede una vasta conoscenza ed esperienza nell’affrontare le questioni ereditarie.

Nella successione testamentaria sono frequenti i casi relativi a donazioni ed eredità, di cui il testatore deve tenere sempre conto per rispettare le quote ereditarie.

Per evitare l’impugnazione del testamento non può farsi riferimento solo a vizi formali, peraltro difficilmente riscontrabili nel testamento redatto per atto pubblico, quanto piuttosto a vizi sostanziali.

Il testamento, soprattutto quando è redatto di pugno dal testatore, oltre a rispettare i requisiti di forma, deve garantire il rispetto delle quote riservate per legge ai legittimari.

Infatti, solo quando il testatore non è sposato e non ha figli, o genitori in vita, può disporre pienamente delle proprie sostanze, senza che sorgano problemi legati alla collazione ereditaria.

Quando impugnare il testamento olografo?

Il testamento olografo richiede una verifica preliminare relativa alla veridicità della grafia del testatore, oltre che della sua capacità di intendere e volere.

Per quanto attiene alla scrittura del testamento, la perizia calligrafica è lo strumento che consente di comparare ed accertare l’autenticità del testamento.

Il costo della perizia calligrafica si aggira intorno ai 1.500,00 euro, ma quando l’attività del perito calligrafico è particolarmente difficile e complessa, può essere superiore.

Per vizi di forma è possibile impugnare il testamento olografo per mancanza della data, della sottoscrizione, o quando viene disconosciuta la grafia del testatore.

Per dimostrare la mancanza di capacità di intendere e volere del testatore, o il difetto della sua spontaneità, invece, possono sorgere difficoltà insormontabili.

Basti pensare che il testamento olografo è valido anche se redatto da persona con amministratore di sostegno, in quanto capace di intendere e di volere.

Il testamento olografo, poi, al pari del testamento pubblico e di quello segreto, può essere impugnato per vizi sostanziali in tutti i casi di lesione di legittima.

Impugnazione del testamento per lesione di legittima

Il testamento consente al de cuius di disporre liberamente del proprio patrimonio, ma in presenza degli eredi legittimari non può causare lesione della legittima.

Pertanto, è possibile proporre l’impugnazione del testamento in tutti i casi in  cui il testatore non ha rispettato le quote ereditarie riservate ai legittimari nella successione legittima.

La legge consente di impugnare il testamento anche mediante l’istituto della rappresentazione ereditaria posto a garanzia dei diritti dei legittimari.

Per ogni tipologia di testamento, il testatore deve tenere conto delle donazioni effettuate in vita, senza violare la quota legittima, che la legge attribuisce a coniuge e figli.

La legge riserva al coniuge la metà del patrimonio del de cuius se non concorre con i figli.

La quota che spetta al coniuge è di un terzo del patrimonio nel caso di concorso con un solo figlio e un quarto del patrimonio ereditario nel caso di concorso con più figli.

Quando ad ereditare è solo un figlio ha diritto sempre alla metà del patrimonio ereditario.

Se i figli sono più di uno è loro riservata la quota di due terzi dell’eredità da dividersi in parti uguali, sempre che non concorrano con il coniuge.

Costi per impugnare il testamento

I costi per impugnare il testamento variano a seconda del valore dell’eredità e della attività da compiere.

Il costo di un Avvocato per impugnare il testamento è dovuto per la consulenza in materia ereditaria, per l’attività stragiudiziale, per la mediazione e la causa civile.

L’Avvocato esperto in successioni deve presentare al cliente un preventivo scritto chiaro e dettagliato.

Il compenso dell’avvocato per impugnare il testamento è disciplinato dal DM 147/2022 che prevede un parametro minimo, medio e massimo.

Per prenotare una consulenza in materia ereditaria con l’Avvocato Gianluca Sposato consultare la pagina Assistenza Legale24h e chiamare il numero diretto 06.3217639.

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Diritto Ereditario

Avvocato eredità successioni

Avvocato eredità successioni

Avvocato eredità successioni

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Quando è necessario rivolgersi ad un Avvocato per eredità?

Il diritto ereditario è una materia complessa e tecnica che riguarda vasti ambiti del diritto civile, dal diritto di famiglia, di cui può intendersi una naturale evoluzione, alle obbligazioni, al diritto immobiliare.

Le questioni legali da affrontare dopo la morte di un familiare non sono semplici e richiedono il supporto di un Avvocato con molti anni di  esperienza, specializzato in successioni ereditarie.

E’ consigliato rivolgersi ad un Avvocato esperto in diritto ereditario sia nella fase che precede l’apertura della successione, per consulenza in materia ereditaria, che per l’accettazione dell’eredità e le relative fasi da svolgere tra eredi.

La presentazione della denuncia di successione è un adempimento fiscale che può compiere qualsiasi erede e non comporta la qualità di erede, che richiede atti concludenti sul patrimonio del de cuius.

Solo un Avvocato esperto in successioni può chiarire ogni aspetto legato all’eredità, essere di supporto a prevenire e risolvere liti tra eredi, con lo scioglimento della comunione ereditaria, in presenza di coeredi.

Quali attività svolge l’Avvocato per eredità  e successioni ereditarie?

L’Avvocato per eredità e successioni svolge attività sia preliminari  all’apertura della successione, che nella fase dell’accettazione di eredità, con la divisione ereditaria e attribuzione delle quote ereditarie.

Quando il de cuius è in vita, la consulenza in materia ereditaria è utile per la redazione del testamento, nella successione testamentaria, oltre che per esaminare non vengano violate le quote degli eredi legittimi.

Il testamento quando lede i diritti dei legittimari può essere impugnato, ma anche nella successione legittima possono presentarsi problemi in ordine a donazioni ed eredità.

Per affrontare una contesa ereditaria, è indispensabile supporto tecnico e qualificato, così come per parere in tema di rappresentazione ereditaria,  collazione, o esame di testamento olografo.

L’Avvocato per eredità e successioni assiste gli eredi il più delle volte con accordi transattivi divisori e, in caso di litigiosità, nella mediazione ereditaria e contezioso per cause ereditarie.

Quanto costa un Avvocato per eredità?

La materia ereditaria è tra le più costose in ambito civile, perché il compenso dell’Avvocato è proporzionato al valore dell’eredità, oltre che alle attività da compiere.

Tuttavia è fortemente sconsigliato, a meno che non si tratti di questioni di poco conto, rivolgersi a giovani avvocati che non rispettano il codice deontologico forense e praticano tariffe sotto i minimi per accaparrarsi la clientela.

L’Avvocato esperto in successioni ereditarie ha l’obbligo di fornire un preventivo scritto al cliente relativo a tutte le attività  da compiere per la fase stragiudiziale, la mediazione ed il contenzioso ereditario.

Una consulenza in materia ereditaria, fornita da un Avvocato con una certa anzianità di esercizio della professione forense, non costa meno di 200 euro, oltre agli accessori di legge.

Anche se non è corretto parlare di percentuali, il compenso dell’Avvocato in casi particolarmente importanti e difficili può arrivare fino al 10% per la fase stragiudiziale, quando si sono raggiunti gli obiettivi e risultati fissati con il cliente.

Mentre nel contenzioso civile, nel caso di azioni giudiziarie relative a una causa ereditaria il compenso è dovuto per 4 fasi:

  • di studio ed esame della controversia
  • introduttiva: per la redazione della citazione o comparsa di risposta
  • trattazione ed istruttoria, dovuta a prescindere dal suo svolgimento
  • decisionale per la fase conclusiva del giudizio ed invio a sentenza

Come scegliere l’Avvocato per eredità e successioni?

La regola da seguire per scegliere l’Avvocato per eredità e successioni è  molto semplice: bisogna verificare la specializzazione e l’anzianità di iscrizione all’Albo degli Avvocati.

Entrambi i requisiti sono fondamentali: un Avvocato che non è iscritto da almeno 10 anni all’Albo del Consiglio Forense e non è Patrocinante in Cassazione non può ritenersi affidabile ed esperto.

Il diritto ereditario è tra le materie più vaste e complesse del diritto civile, per l’importanza delle questioni trattate, relative a rapporti e familiari, richiede a una vasta conoscenza del diritto, notevole esperienza e grandi doti umane.

Scegliere l’Avvocato per successioni non può prescindere da queste considerazioni, tenuto conto della complessità  delle operazioni da svolgere sia per la ricostruzione della massa ereditaria, che per la determinazione del suo valore, soprattutto in presenza di immobili ed oggetti di pregio e valore.

Avvocato per successioni ereditarie

L’Avvocato Gianluca Sposato, con oltre 25 anni di esperienza professionale ed iscrizione all’Albo degli Avvocati, è considerato tra i massimi esperti per successioni ereditarie in ambito nazionale.

E’ iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 1997 e All’Albo dei Cassazionisti dal 2009, occupandosi esclusivamente di assicurazioni ed eredità, settori nei quali svolge attività prevalente.

Esercita principalmente a Roma e segue personalmente solo questioni relative ad eredità importanti in tutta Italia, con una percentuale di risoluzione delle questioni pressoché assoluta, grazie ad una attenta analisi preliminare ed una profonda conoscenza della materia.

Chi necessita di un Avvocato per successioni ereditarie a Roma, o in altre parti d’Italia, sia per una consulenza in materia ereditaria, che per conferire un incarico in diritto successorio, può visitare l’area contatti  e chiamare in orario di lavoro per un appuntamento.

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Infortunistica Stradale

Avvocato incidenti stradali

Avvocato incidenti stradali

Avvocato Infortunistica Stradale

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In questo articolo, nella mia lunga carriera di Avvocato per incidenti stradali, fornisco una utile guida a chi ha riportato lesioni stradali, o ha perso un proprio caro in un incidente mortale, per conferire un incarico.

Sono l’unico Avvocato in Italia che ha ricevuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attività a sostegno degli infortunati stradali.

Ho cominciato a muovere i primi passi nell’infortunistica stradale da bambino con mio papà, pioniere della responsabilità civile da circolazione stradale.

Come Rappresentante di Interessi alla Camera dei Deputati collaboro con il Governo e ho sventato la scongiura della Tabella risarcimento lesioni personali in cui prevalevano gli interessi delle assicurazioni a scapito dei danneggiati, interessando il Presidente della Repubblica

Quali sono le cause degli incidenti stradali?

Nel 2023 in Italia si sono verificati 24.294 incidenti  con feriti e 3.599 incidenti stradali mortali.

Le cause degli incidenti stradali sono la distrazione alla guida, l’elevata velocità, la violazione del codice della strada, come il cambio brusco di direzione, la mancata precedenza, o arresto allo stop dell’intersezione stradale.

Secondo i bollettini dell’ultima ora sugli incidenti stradali ogni giorno 800 persone subiscono lesioni stradali e ogni 3 ore c’è un reato di omicidio stradale con una media di 10 morti al giorno.

A fronte dell’inerzia dello Stato ad arginare il problema della mortalità sulle strada, vi sono le difficoltà legate alla procedura di risarcimento danni nei sinistri stradali.

Senza trascurare la mancanza di manutenzione stradale, la carenza di segnaletica ed illuminazione, causa spesso di incidenti a pedoni, incidenti con il monopattino elettrico ed incidenti in bicicletta.

Cosa fare in caso di sinistro stradale?

In caso di sinistro stradale, se non si arreca intralcio al traffico, non si devono spostare i mezzi coinvolti nell’incidente per consentire alla Polizia Stradale di effettuare i rilievi necessari per attribuire la colpa.

Ove non sorgano contestazioni sulla colpa dell’incidente è consigliabile compilare il CID modello di constatazione amichevole di incidente stradale ed inviarne copia all’assicurazione.

In caso di contestazioni, quando sono coinvolti più mezzi, se ci sono feriti, nell’investimento di un pedone, o di un ciclista, bisogna chiamare la Polizia Stradale per i rilievi planimetrici e la stesura del verbale di incidente.

Quando si verifica un incidente con feriti è necessario chiamare la guardia medica per i soccorsi sanitari, chiedendo l’intervento di  un’ambulanza al numero 118.

L’articolo 1913 del codice civile prevede l’obbligo per l’assicurato di comunicare il sinistro all’Assicurazione, entro tre giorni da quando si è verificato, o ne ha avuta conoscenza.

La comunicazione del sinistro all’assicurazione vale anche come denuncia cautelativa, nel caso in cui si ritenga di non essere responsabili del sinistro.

I tecnicismi della richiesta danni per un sinistro stradale, soprattutto con feriti, impongono di affidarsi subito ad un avvocato specializzato in risarcimento per incidenti stradali.

Infatti, anche il terzo trasportato può non avere diritto al risarcimento per caso fortuito, quando viaggia su mezzo rubato, o senza il consenso del proprietario, se è consapevole della situazione (Cass Civ. Sez. III n. 15982/23).

Quando rivolgersi ad un Avvocato per incidenti stradali?

E’ necessario rivolgersi all’ avvocato per incidenti stradali nei casi in cui si riportano lesioni stradali, come incidenti in moto, incidenti in bicicletta, incidente a pedone e incidente stradale mortale.

La materia della responsabilità civile per danni da circolazione stradale è molto tecnica e sconfina nel diritto delle assicurazioni, poichè disciplinata dal Codice delle Assicurazioni Private.

Per quanto in molti se ne occupino, sono in pochi ad avere una preparazione specifica per il risarcimento del danno nell’ infortunistica stradale.

L’Avvocato Gianluca Sposato è stato eletto migliore Avvocato nel Diritto delle Assicurazioni per i risultati ottenuti nel risarcimento incidente stradale con feriti gravi da Top Legal.

Figlio d’arte, fin da bambino accompagnava il papà, Avv. Francesco Sposato, pioniere dell’infortunistica stradale e allievo del Prof. Carnelutti  ad effettuare rilievi nei sinistri stradali.

E’ considerato tra i massimi esperti a livello nazionale nella ricostruzione di incidenti stradali mortali e nel risarcimento danni per incidenti stradali, danno biologico, danno morale, danno tanatologico.

Come scegliere l’Avvocato per incidenti stradali?

La scelta dell’Avvocato per incidenti stradali non può prescindere dal  curriculum del professionista di cui ci si intende avvalere, dall’empatia che si instaura tra il cliente e l’Avvocato, dalla trasparenza e affidabilità.

Negli incidenti stradali senza feriti ci si può avvalere della procedura di  risarcimento diretto, usufruendo dell’assistenza legale gratuita messa a disposizione dalla propria assicurazione.

Nei casi complessi, come nel tamponamento a catena, incidente con auto pirata, quando vi è ricovero ospedaliero per sinistro stradale e nell’ omicidio stradale la scelta dell’avvocato per incidenti stradali è fondamentale.

La scelta dell’avvocato per sinistri stradali è determinante sia per evitare che venga attribuito il concorso di colpa, ma soprattutto per il  risarcimento danni fisici negli incidenti stradali.

Infatti, solo il migliore avvocato per incidenti stradali può assicurare al danneggiato che l’assicurazione non gli attribuisca responsabilità nel  sinistro stradale e il massimo risarcimento per incidente stradale.

Cosa fa l’Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato per incidenti stradali raccoglie ed esamina tutti i documenti del sinistro stradale, ricostruisce l’incidente, determina la responsabilità, quantifica il danno patrimoniale ed il danno non patrimoniale.

Determina le leggi applicabili al caso, supporta il danneggiato per la raccolta delle prove testimoniali e della documentazione medica per l’accertamento delle lesioni fisiche.

Predispone la richiesta risarcimento danni per l’apertura del sinistro stradale, inquadrando correttamente la normativa applicabile secondo le fattispecie previste dal Codice delle Assicurazioni Private.

L’Avvocato di infortunistica stradale partecipa alle operazioni peritali, in sede di visita medico legale del danneggiato unitamente al proprio CTP per la valutazione del danno e, al rientro della perizia in Compagnia, tratta il sinistro con il liquidatore.

L’abilità dell’Avvocato per incidenti stradali si manifesta nella trattativa del sinistro, raggiungendo un accordo che possa garantire per il danneggiato sempre il massimo risarcimento per incidente stradale.

Nei casi più complessi e nelle ipotesi, a dire il vero non poco frequenti, di  comportamento scorretto dell’ente assicuratore le somme erogate come offerta reale, possono essere trattenute a titolo di acconto.

Tuttavia, prima di instaurare la causa civile di risarcimento danni in Tribunale bisogna adempiere all’ulteriore formalità preliminare della negoziazione assistita obbligatoria per l’infortunistica stradale.

Chi paga l’Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato per incidenti stradali viene pagato sia dal proprio cliente che dalla compagnia assicurativa che provvede a risarcire il sinistro, la quale è tenuta a corrispondere la parcella dell’avvocato.

Per gli Avvocati dei sinistri stradali vi è l’obbligo del preventivo scritto al cliente, nel rispetto del Tariffario Forense regolato dal DM 147/22.

Normalmente per gli avvocati che si occupano di infortunistica stradale è buona prassi non richiedere alcun anticipo spese al cliente danneggiato e chiedere il proprio compenso solo a buon esito.

Di prassi l’Avvocato per incidenti stradali viene pagato quando il cliente incassa le somme, secondo gli accordi determinati.

Non è corretto parlare di percentuale sulla somma erogata a titolo di  risarcimento danni per incidente stradale, in quanto il Consiglio Nazionale Forense proibisce all’Avvocato il patto quota lite.

L’accordo sul compenso dell’Avvocato è libero e deve essere proporzionale all’importanza del caso, al suo valore, alla difficoltà e al risultato  conseguito.

Chi è il migliore Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato Gianluca Sposato è unanimemente riconosciuto il migliore avvocato per incidenti stradali in Italia, cercato anche dai Colleghi per seguire loro casi personali.

E’ Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali che ha ricevuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il suo operato in favore dei danneggiati per incidente stradale grave.

Più volte Presidente dell’Esame di Stato per Avvocato a Roma è  autore del Manuale “Le 50 parole del danno stradale più utilizzate nelle Aule di Giustizia”, edito dalla Nuova Editrice Universitaria.

E’ membro del Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio Nazionale sulla Giustizia Civile, che elabora e pubblica ogni anno le Tabelle di liquidazione del danno non patrimoniale.

E’ componente della Commissione “Circolazione e Trasporti” dell’Ordine degli Avvocati di Roma ed autore di numerose pubblicazioni su risarcimento danni incidente stradale e risarcimento agli  eredi per il danno da morte.

Segue personalmente in tutta Italia solo casi relativi a incidenti stradali con feriti gravi ed incidenti stradali mortali, con una percentuale di  successo assoluta e liquidazioni sempre oltre i massimali tabellari.

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Diritto Ereditario

Testamento olografo

Testamento olografo

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Cos’è il testamento olografo?

Il testamento olografo è l’atto di ultima volontà che per essere valido deve essere scritto a penna dal testatore su carta e contenere la data e la sua firma.

E’ la forma testamentaria più semplice che richiede minime formalità.

Proprio per questa ragione è anche la più facile a prestarsi all’ impugnazione del testamento, senza la consulenza di un avvocato specializzato in diritto ereditario.

La validità del testamento richiede che deve essere scritto interamente a mano ed a penna dal testatore su carta, da lui datata e sottoscritta.

Null’altro richiede la legge per la validità e forma dell’olografo.

Tutta la solennità del testamento olografo si consuma nello scritto di pugno del disponente, contenente data e sottoscrizione.

In tal modo, pur non essendo un atto pubblico, la scrittura privata assume valore solenne con la sua pubblicazione.

Come deve essere il testamento olografo per essere valido?

Il testamento olografo, disciplinato dall’articolo 609 del codice civile, è la forma più semplice ed economica di disporre per atto di ultima volontà ed ha la stessa validità del testamento pubblico.

Nella successione testamentaria per la validità del testamento olografo occorrono i seguenti requisiti:

  1. il testamento olografo deve essere scritto per intero, a penna di proprio pugno, da chi lo redige;
  2. deve contenere la data e la firma di chi lo scrive, la sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni;
  3. deve essere scritto da persona capace di intendere e di volere, nella piena facoltà delle proprie capacità mentali;
  4. il testamento deve essere scritto a penna, senza condizionamenti di sorta, a pena di nullità.

In presenza di più testamenti ha validità quello che è stato redatto per ultimo dal testatore, a prescindere che si tratti di testamento olografo, o pubblico.

La sottoscrizione del testamento olografo, se non è fatta indicando nome e cognome, ovvero con firma illeggibile, è valida se designa con certezza la persona del testatore.

Se un erede non è certo dell’autenticità del testamento olografo è necessario effettuare una perizia calligrafica, per essere certi di procede all’apertura della successione testamentaria.

Il Notaio deve sempre allegare la copia del testamento che è stato redatto di pugno dal de cuius nell’atto che pubblica.

Quando non è valido il testamento olografo?

Ai fini della validità è richiesta la scrittura autografa del testatore, senza sussistenza di mezzi meccanici di scrittura e senza intervento di terzi.

Non è vietato che il testo sia preparato da altri, né ricopiato, purché non vi sia stata costrizione nel formare la volontà del disponente.

Deve essere certo che la volontà di disporre non ha subito condizionamenti che hanno ingenerato violenza, errore, o dolo sul de cuius.

Il testatore deve essere stato capace di intendere e di volere nel momento in cui ha redatto testamento e non deve avere subìto violenza fisica, morale, o ricatti.

Testamento olografo falso

Nella successione testamentaria il testamento olografo, a differenza di quello pubblico, può dare luogo a dubbi interpretativi circa la sua originalità e validità del testamento stesso.

Ciò non soltanto relativamente alla scrittura autografa del testatore, ma anche alla sua capacità di intendere e volere.

Il caso più grave che può presentarsi è rappresentato dal testamento falso, ovvero che non sia stato scritto di pugno dal testatore.

Tale ipotesi comporta l’indegnità a succedere per il beneficiario responsabile, ove vi sia stato riscontro attraverso perizia calligrafica giurata.

Data certa e sottoscrizione del testamento olografo

Per quanto concerne la validità della data deve essere scritta a mano dal disponente, indicare il giorno, il mese e l’anno, affinché sia certo il momento in cui il testamento è stato scritto.

La data certa ha importanza in particolare se un testamento è posteriore all’altro ed il secondo ha revocato il primo.

Solo a tal punto verificandosi pluralità di testamenti, infatti, è consentito addurre la prova della non validità della data.

Quanto all’elemento della sottoscrizione del testamento olografo essa deve essere posta alla fine delle disposizioni, indicando chiaramente la persona del testatore.

Nulla vieta di apporre una sigla, di firmarsi con un titolo, soprannome, o anche semplicemente “papà”, purché sia certa l’identità e la grafia di colui che ha redatto l’atto di sua ultima volontà.

Come avviene la pubblicazione del testamento olografo?

L’olografo si considera perfetto e valido solo se l’atto è stato scritto di pugno dal testatore, contiene data certa ed è stato sottoscritto in calce.

Per l’esecuzione del testamento è necessario che sia aperta la successione ereditaria e che venga pubblicato alla presenza di due testimoni.

Il testamento produce effetto dal momento della sua pubblicazione, che avviene a cura del notaio entro 30 giorni dalla sua ricezione.

L’erede che è in possesso del testamento, infatti, deve pubblicarlo appena ha notizia della morte, come dispone l’articolo 620 del codice civile.

La pubblicazione prevede la stesura ed il deposito di un processo verbale in cui si identifica la carta testamentaria e si trascrive il contenuto del testamento.

Il notaio effettua la comunicazione alla cancelleria del tribunale dove risiedeva il defunto, per la iscrizione del testamento nel registro delle successioni.

L’erede che non pubblica il testamento, o lo distrugge, commette il reato di soppressione distruzione e occultamento di atti, previsto dall’articolo 490 del codice penale.

L’occultamento, o la distruzione, del testamento, oltre che costituire reato, è causa di indegnità a succedere.

Testamento olografo e i vizi di volontà del testatore

La volontà del testatore, affinché il testamento olografo sia valido, deve essere esente da vizi, quali l’errore, il dolo e la violenza.

La volontà deve formare una decisione propria del testatore, da lui  personalmente e direttamente manifestata, senza costrizioni dall’esterno.

E’ questo uno degli aspetti più ardui da affrontare per l’avvocato per eredità e successioni che è chiamato ad esaminare la validità del testamento olografo, prima che sia presentata la dichiarazione di successione.

La perizia calligrafica è strumento idoneo, attraverso analisi comparata della scrittura del de cuius, a verificare l’autenticità della grafia.

Sulla formazione della volontà testamentaria restano, invece, difficoltà insormontabili, a meno che non sia documentata una instabilità mentale del testatore.

Con la conseguenza estrema della indegnità a succedere per chi con dolo, o  violenza, ha indotto il testatore a fare, o mutare testamento, ovvero a revocarlo.

Quando può essere annullato il testamento olografo?

Quando vi sono dubbi sulla validità del testamento olografo è bene rivolgersi  ad un avvocato specializzato in successioni.

Soltanto un avvocato esperto in diritto ereditario può chiarire se vi sono margini per l’impugnazione del testamento.

Per quanto concerne l’invalidità del testamento, bisogna distinguere le cause di annullabilità da quelle di nullità, che può essere assoluta, o relativa.

Nel nostro ordinamento giuridico si tende, infatti, sempre a salvare le diposizioni di ultima volontà che non risultano viziate, per il solo fatto che il testatore è nella impossibilità di ripetere l’atto.

L’annullabilità del testamento si ha in presenza di vizi di volontà, per incapacità di disporre per testamento ed in caso di vizi formali non  determinati, ai sensi dell’articolo 606 del codice civile.

L’azione per l’annullabilità del testamento si prescrive nel termine di 5 anni  dall’apertura della successione.

Quali sono le cause di nullità del testamento olografo?

La nullità del testamento è comminata in caso di vizi gravi di forma che pongono in dubbio la provenienza del testamento dalla persona del de cuius.

Ai sensi dell’articolo 606 codice civile il testamento olografo è nullo quando manca l’autografia, o la sottoscrizione.

Circa l’elemento della data certa, per giurisprudenza consolidata, essa è causa di annullabilità, a meno che non sia stata apposta da terzi nel qual caso il testamento deve considerarsi nullo.

E’ nullo anche il testamento congiuntivo o reciproco, pur sempre per motivi formali, costituendo l’unico motivo di nullità dell’intero testamento.

Di regola la nullità colpisce una, o più singole disposizioni, lasciando valide le altre, sempre che ve ne siano.

Così, per esempio, in caso di motivo illecito determinante, di modus od onere testamentario.

Il legislatore ha ritenuto, peraltro, che la nullità del testamento, o di una singola disposizione, possa essere superata mediante lo strumento della conferma, o esecuzione volontaria delle diposizioni.

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Gianluca Sposato

Attività didattica

Attività didattica

Avv Gianluca Sposato attività didattica

Avv Gianluca Sposato, attività didattica

L’Avvocato Gianluca Sposato è un appassionato del diritto ed è Rappresentante di Interessi alla Camera dei Deputati per attività di supporto e monitoraggio parlamentare.

Durante la sua carriera politica forense, per oltre un ventennio, ha organizzato e coordinato, in qualità di relatore congressuale, corsi di formazione professionale nei settori più tecnici del diritto civile.

Ha formato e rilasciato attestati di aggiornamento professionale ad avvocati e commercialisti, negli ambiti del diritto in cui prevalentemente opera: diritto immobiliare, diritto ereditario e risarcimento del danno

Da oltre un ventennio collabora stabilmente con l’Agenzia Parlamentare.

Attività didattica per il Patronato Forense e l’Ordine degli Avvocati di Roma

L’Avvocato Gianluca Sposato, nel  biennio 2018-2020 è stato coordinatore della Commissione Esecuzioni Immobiliari dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Nel 2019 è stato Presidente supplente della XI Commissione Esami Avvocato presso la Corte di Appello di Roma.

Dal 2023 è componente effettivo della Commissione Trasporti e Navigazione dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Nel 2023 ha ricevuto l’incarico di Presidente della XIX Commissione Esami Avvocato dal Ministero della Giustizia, a Roma. 

Nell’ambito della sua attività formativa professionale ha organizzato e partecipato come relatore a numerosi convegni di rilievo nazionale, tra cui, i principali:

Il Custode Giudiziario dopo le riforme del 2005 e del 2006” .

“La tutela dell’acquirente di immobili pignorati – Differenze tra vendita volontaria e vendita  forzata”. 

“Il Custode Giudiziario nel processo di esecuzione immobiliare” . 

Danno morale e danno esistenziale: il tramonto della tutela? Le soluzioni possibili” .

La liquidazione del danno non patrimoniale nell’attuale sistema risarcitorio” .

“La vendita nelle Esecuzioni Immobiliari – Disciplina, nullità, inefficacia ed azioni a tutela dell’acquirente”.

“Incidenti in mare. Prevenzione e normativa applicabile”.

Omicidio Stradale: prevenzione, o repressione”.

Attività didattica per l’ISLE, la scuola tecnica della legislazione

Gianluca Sposato è Avvocato e Revisore dei Conti dell’ISLE Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi che opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

L’Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi nasce per iniziativa di alcuni parlamentari e alti dirigenti delle due Camere, intorno alla rivista Rassegna Parlamentare.

L’ISLE annovera tra i maggiori giuristi italiani, Presidente Onorario è Augusto Barbera, Presidente della Consulta.

L’Istituto, seguendo il modello della Hansard Society inglese, collabora all’ impostazione tecnica e documentazione delle attività legislative del Parlamento, con la Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione

Advisory Board di Forbes Advisor

L’Avvocato Gianluca Sposato, dal 2024, è membro dell’Advisory Board di Forbes Advisor Italia.

Data la sua preparazione nelle materie del diritto civile in cui opera prevalentemente, contribuisce alla formazione delle nuove leve per l’ingresso nel mondo giuridico ed istituzionale in ambito internazionale.

Il suo metodo didattico è improntato, attraverso la scienza della comunicazione e pratica dell’insegnare, al rispetto dei principi di lealtà ed uguaglianza sociale.

E’ unanimemente considerato tra i migliori avvocati italiani nei settori delle assicurazioni private, ambito responsabilità civile e danno alla persona e nel diritto delle successioni ereditarie.

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Diritto Ereditario

Successioni ereditarie

Successioni ereditarie

Indice

Cos’ è la successione ereditaria?

La successione ereditaria riguarda le attività da compiere per fare subentrare nei rapporti giuridici del defunto gli eredi, trasferendo loro il patrimonio ereditario.

La successione ereditaria, tuttavia, non è un puro e semplice acquisto di elementi patrimoniali attivi e passivi del defunto e di questo il testamento olografo, spesso, ne è piena conferma.

Si tratta di un fenomeno più complesso in cui l’acquisto del patrimonio del defunto non è che un lato, o un aspetto, sebbene il più importante dell’eredità, per questo è fondamentale essere assistiti da un Avvocato per successioni ereditarie.

Nella posizione giuridica del defunto, infatti, subentrano le persone che sono chiamate ad accettare l’eredità, che devono compiere indagini preventive ed una serie di attività per conseguire il titolo di erede.

Con la successione, l’erede, come rappresentante del defunto, subentra in tutti i suoi rapporti giuridici e rimane investito di tutti i suoi diritti e obbligazioni.

Quindi l’eredità deve intendersi come una evoluzione delle vicende familiari di chi lascia la vita terrena, che si attua con la trasmissione dei diritti patrimoniali agli eredi.

Con la morte di una persona, i suoi diritti personalissimi si estinguono, tra questi vi rientrano l’usufrutto, l’uso e l’abitazione; solo i diritti patrimoniali assoluti, come la proprietà e gli altri diritti reali, si trasmettono agli eredi.

Chi sono gli eredi legittimi nella successione ereditaria?

Alla domanda chi sono gli eredi legittimi si deve rispondere che legittimi eredi sono i chiamati all’eredità.

Gli eredi possono essere designati per testamento nella successione testamentaria, o individuati per grado di parentela più vicino al de cuius nella successione legittima.

Con il termine “de cuius” si intende la persona che è venuta a mancare,  ovvero il defunto, colui della cui eredità si tratta.

Eredi legittimi sono i parenti più prossimi del defunto: il coniuge, i figli, i genitori, cui la legge riserva sempre una quota di eredità, che non può mai essere loro non riconosciuta, neanche per volontà testamentaria.

Questa categoria di eredi privilegiati non può mai essere esclusa dall’eredità e prende il nome di legittimari: il coniuge ed i figli e, solo in mancanza di questi ultimi, al loro posto, subentrano gli ascendenti, ovvero i genitori ed i nonni, o bisnonni.

In mancanza dei legittimari e di un testamento che disponga diversamente, subentrano gli altri eredi fino al sesto grado di parentela: i fratelli e le sorelle, i nipoti, gli zii, i cugini, come disposto dall’articolo 572 del codice civile.

Nel caso di eredità giacente, quando è accertata l’effettiva mancanza di eredi, l’eredità è devoluta allo Stato, ai sensi dell’articolo 526 del codice civile.

Dati i tecnicismi, la complessità delle operazioni da svolgere anche per lo scioglimento della comunione ereditaria è fondamentale affidarsi sempre ad un Avvocato esperto in successioni ereditarie.

Come funziona la successione ereditaria?

Per capire come funziona la successione ereditaria bisogna comprendere prima di tutto chi sono gli eredi, come si acquisisce la qualità di erede e cosa comporta.

Quindi, bisogna determinare quali sono le quote ereditarie con e senza testamento, operazione assai delicata, che non può prescindere dal supporto di un Avvocato per successioni ereditarie.

Infine bisogna ricostruire la massa ereditaria per comprendere da cosa è composta l’eredità e quali sono gli adempimenti ereditari qualora si debba procedere alla divisione ereditaria.

Tutte queste attività possono essere compiute in assoluta tranquillità solo se assistiti da un avvocato specializzato in successioni ereditarie.

Quanti tipi di successione ereditaria esistono?

Le successioni ereditarie sono di tue tipi:

  1. la successione testamentaria, quando l’eredità è disciplinata da un testamento
  2. la successione legittima, quando si seguono le norme della legge in base al grado più stretto di parentela

In ogni caso il nostro ordinamento giuridico stabilisce che una quota di eredità, la legittima, spetta sempre di diritto ai parenti più stretti del defunto, i legittimari: il coniuge, i figli e gli ascendenti.

Il testamento può contenere disposizioni di ultima volontà anche di carattere non economico e la volontà testamentaria, in alcuni casi, prevale su quella del legislatore.

Basti pensare all’istituto della rappresentazione ereditaria, che prevede la possibilità per chi fa testamento di sostituire il rappresentato, in base al disposto dell’articolo 688 del codice civile.

Da cosa è costituita l’eredità?

L’eredità è la successione a titolo universale nel patrimonio del defunto ed è costituita dal relictum e dal donatum.

Nella successione “mortis causa”  l’erede subentra nella universalità dei beni del de cuius, per intero, o pro quota, rispondendo anche dei debiti ereditari.

Il chiamato all’eredità succede in tutti i rapporti giuridici patrimoniali, attivi e passivi del defunto, ad eccezione dei suoi rapporti personali, che si estinguono con la morte.

Infatti, se la successione ereditaria riguarda i legittimari, il valore delle donazioni indirette, o di disposizioni testamentarie eccedenti la quota, deve essere restituito alla massa ereditaria.

La collazione ereditaria, prevista dall’articolo 737 del codice civile, garantisce una parità di trattamento tra i legittimari e persegue lo scopo di reintegrare nella quota legittima che è stata alterata dal de cuius.

Tuttavia è fatta salva la dispensa dalla collazione in sede di donazione, o testamento, nei limiti della quota disponibile, di cui il de cuius può liberamente disporre.

Le vicende legate alla successione ereditaria sono tali da non potere essere affrontate mai con leggerezza e senza l’assistenza di un Avvocato specializzato in successioni ereditarie.

Avvocato esperto in successioni ereditarie

Le successioni ereditarie implicano svariate tematiche del diritto civile, riguardano aspetti del diritto di famiglia, di cui l’eredità è una naturale evoluzione e afferiscono questioni di diritto immobiliare.

L’importanza delle questioni trattate richiede di rivolgersi ad un avvocato esperto in successioni ereditarie, con una lunga e comprovata esperienza in materia.

L’Avvocato Gianluca Sposato, con oltre 25 anni di esperienza in diritto ereditario, oggi è considerato tra i migliori avvocati per eredità in Italia.

Presidente dell’Esame per Avvocato a Roma è Rappresentante di Interessi alla Camera dei Deputati e fa parte dell’Advisory Board di Forbes Advisor.

Fa parte del direttivo dell’ISLE Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi e segue personalmente questioni inerenti successioni ereditarie importanti in Italia e all’Estero.

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Rassegna Stampa

Tabella risarcimento lesioni personali

Tabella risarcimento lesioni personali

Tabella risarcimento lesioni personali

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Tabella risarcimento lesioni personali

Intervista all’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente di Adism e rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati all’Agenzia Parlamentare.

Il 20 febbraio 2024 il Consiglio di Stato ha sospeso il proprio parere sulla Tabella approvata dal Governo, condividendo le osservazioni inviate dall’Avvocato Sposato al Presidente della Repubblica.

Vi è, infatti, una premessa ed un contrasto insanabile richiamato nella nuova formulazione dell’articolo 138 del Codice delle Assicurazioni Private.

Contrasta la necessità di conciliare il proposito di garantire il diritto delle vittime dei sinistri a un pieno risarcimento del danno e razionalizzare i costi del sistema assicurativo.

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Il Governo approva la Tabella per il risarcimento delle lesioni personali, ma non va bene

Fonte Agenzia Parlamentare, 17 gennaio 2024

Tabella risarcimento lesioni personali, il Governo approva il DPR per le lesioni di non lieve entità: adottato un criterio di valore unico per le micro lesioni e per le macro lesioni.

Il 16 gennaio 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di DPR di cui all’ art. 138 comma 1 lett. b) del D Lgs 7/9/2005 n. 209, relativo alle lesioni di non lieve entità.

La Tabella di risarcimento del danno biologico di non lieve entità era attesa da oltre 15 anni.

Il calcolo per il risarcimento di lesioni per incidente stradale, gravi o gravissime, ad oggi, è avvenuto sui valori delle Tabelle del Tribunale di Roma e di Milano.

L’Osservatorio sulla Giustizia Civile con il Gruppo Danno alla Persona, è stato parte diligente nel colmare la lacuna ministeriale.

L’Osservatorio ha affrontato tematiche del danno alla persona, come il danno da morte, o danno tanatologico, spettante agli eredi di chi muore a seguito di un fatto illecito.

Le Tabelle di calcolo del danno di non lieve entità approvate dal Governo non hanno tenuto conto della prassi acquisita e della giurisprudenza formatasi.

Ora, salvo imprevisti, passano alla firma del Presidente della Repubblica, cui l’Avvocato Sposato ha inviato una nota esplicativa.

La Tabella di risarcimento delle lesioni personali: Sposato scrive al Presidente della Repubblica

Il Ministero delle Imprese ha promulgato la Tabella Unica Nazionale del Danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità, di cui all’art. 138 Codice Assicurazioni Private.

Stride la concomitante esigenza di “garantire il diritto delle vittime dei sinistri a un pieno risarcimento del danno e razionalizzare i costi  del  sistema assicurativo”.

L’A.D.IS.M. Associazione Difesa Infortunati Stradali, che ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha chiesto di modificare il DPR.

La richiesta è relativa al riconoscimento di un maggiore valore del punto di danno biologico alle macro lesioni e autonomia del danno morale.

L’I.S.L.E. – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi, ha osservato che il tema del danno biologico è di competenza primaria del Ministero della Salute.

Si è fatto presente anche che non è stato interpellato il Ministero di Grazia e Giustizia, violando la procedura di formazione dei lavori.

L’Avvocato Gianluca Sposato, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati per la responsabilità civile da circolazione stradale, ha informato il Presidente della Repubblica.

Nella nota inviata al Presidente Mattarella sono stati evidenziati i temi richiamati nel presente articolo, per opportuna valutazione.

Adottare per il risarcimento delle macro lesioni criteri risarcitori analoghi alle lesioni di non lieve entità non tiene conto dell’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità.

Il DPR, così come approvato dal Governo, si porrebbe in contrasto con principi costituzionalmente garantiti.

Il Consiglio di Stato boccia la Tabella Unica delle macro lesioni

Il Consiglio di Stato, condividendo il ragionamento sin qui svolto,  in data 20 febbraio 2024 ha sospeso il proprio parere sullo schema di DPR  della TUN del Governo.

Sono stati rilevati valori basati su dati non aggiornati ed il contrasto, segnalato da ADISM, di conciliare l’abbassamento dei premi auto con il diritto alla salute dei cittadini.

Il Consiglio di Stato, giustamente, ha affermato che gli interessi  economici delle assicurazioni non devono causare una riduzione della tutela delle vittime.

In particolare, anche il danno morale deve trovare un giusto riconoscimento proporzionale all’entità del pregiudizio accertato.

Tabella risarcimento danno biologico, le lesioni gravi trattate come le lesioni lievi

Come per la normativa sul risarcimento diretto, gli interessi delle assicurazioni prevalgono sulle sorti dei danneggiati.

Non a caso la Tabella di risarcimento dei danni biologici nella stesura del testo porta la firma del Ministero dell’Industria.

Non è stato interpellato il Ministero della Giustizia e ci si chiede il ruolo del Ministero della Salute, competente per materia.

Un danno biologico autoctono, con marchio di denominazione dop, apposto dal Ministero del Made in Italy.

La Tabella di risarcimento negli incidenti stradali

La tabella di calcolo del danno per le lesioni riguarda il danno non patrimoniale che è composto dal danno biologico e dal danno morale.

L’ambito di applicazione riguarda sia le lesioni negli incidenti stradali, che le lesioni causate da responsabilità medica.

Per risarcire un danno si considera il punteggio del danno biologico, che viene attribuito in relazione alla gravità delle lesioni fisiche.

Si tiene conto in termini percentuali della misura in cui il danno incide nella salute del danneggiato, in misura compresa da 1 a 100 punti.

Si considerano lesioni di lieve entità quelle ricomprese da 1 a 9 punti di invalidità permanente.

Le lesioni di non lieve entità, o macro lesioni, sono quelle superiori a 9 punti fino a 100 punti di invalidità permanente come danno biologico.

Il danno morale, ovvero la sofferenza, è risarcibile solo in presenza di fatto illecito.

Il pregiudizio di tipo morale viene calcolato in misura percentuale del danno biologico, operando la personalizzazione del danno.

Il calcolo del danno biologico

La materia del risarcimento del danno alla persona è molto tecnica e il calcolo del danno biologico può essere diverso anche per la stessa tipologia di menomazione fisica.

Gli interessi delle assicurazioni sono rilevanti, considerato l’elevato numero di sinistri stradali con feriti ogni anno, con una spesa superiore a 20 miliardi di euro.

La diminuzione del valore punto del danno biologico per le macro lesioni, non è conforme agli importi delle Tabelle del Tribunale di Roma e di Milano.

Importi quelli delle Tabelle del Tribunale di Roma che, da oltre un decennio, sono confermati dalla Corte di Cassazione.

Risarcimento del danno di non lieve entità

Con la Tabella Unica Nazionale avremo risarcimenti inferiori fino al 25% per i danneggiati, rispetto alle Tabelle dei Tribunali di Roma e Milano.

Questo, soprattutto, nella fascia di invalidità permanente tra 9 punti  e 35 punti di invalidità permanente, ovvero la casistica più frequente.

Sorprende che il valore del punto di invalidità permanente di partenza è stato abbassato a quello per le lesioni di lieve entità.

Valore unitario del punto di invalidità permanente

Con la Tabella Unica nazionale il punto di invalidità permanente è stato abbassato ad euro 939,78, rispetto al valore riconosciuto di euro 1.198,76.

Per ogni giorno di inabilità assoluta la Tabella del Governo riconosce un valore, come per le microlesioni, di euro 54,80, invece di euro 149,00.

Non è prevista personalizzazione del danno per le lesioni lievi.

Dunque nessun risarcimento del danno morale per le lesioni di lieve entità, fino a 9 punti di danno biologico accertato come invalidità permanente

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Infortunistica Stradale

Concorso di colpa

Concorso di colpa incidente

concorso colpa incidente

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Le ragioni per cui si presume la responsabilità di tutti coloro che sono rimasti coinvolti in un incidente è da ravvisarsi nella pericolosità che si ravvede nella circolazione stradale.

Su questo i numeri sono impietosi: basti pensare che solo nel 2022 i feriti in incidenti stradali in Italia sono stati oltre 220.000, circa 600 al giorno.

Cosa è il concorso di colpa?

L’articolo 2054 del codice civile prevede la responsabilità di tutti coloro che sono rimasti coinvolti in un incidente stradale.

Questo principio rappresenta una norma cardine nel nostro ordinamento giuridico in tema di danni da circolazione stradale.

Pertanto, ai fini del risarcimento, la prima preoccupazione in un incidente deve essere quella di fornire la prova liberatoria, ovvero dimostrare che non si ha colpa.

Gli unici mezzi che sono esonerati dalla prova sulla responsabilità, perché hanno la precedenza e sempre ragione in caso di collisione, sono quelli che circolano su rotaie, ovvero i tram.

Presunzione di colpa negli incidenti stradali

Nel caso di scontro tra veicoli si presume che ciascuno dei conducenti sia responsabile dei danni causati.

Il conducente di un mezzo è tenuto a risarcire il danno, ai sensi dell’articolo 2054 del codice civile, se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare l’incidente.

Questo significa soprattutto che ponendosi alla guida bisogna prestare attenzione anche alle condotte pericolose degli altri automobilisti.

Quando le dichiarazioni sono contrastanti la giurisprudenza richiede la dimostrazione che sia siano state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie per prevenire l’incidente e le sue conseguenze.

Assicurazione e concorso di colpa

Il danno deve essere causato dalla circolazione di veicoli assicurati e, dunque, da un mezzo omologato in movimento su strada pubblica, o privata.

Il conducente dell’autovettura che ha causato l’incidente risponde insieme al proprietario del mezzo incidentato,  sebbene il primo sia litisconsorte facoltativo  ed il secondo litisconsorte necessario.

Entrambi devono essere citati in giudizio unitamente alla compagnia di assicurazione che garantisce la rc auto.

L’assicurazione quando non c’è ammissione di responsabilità del sinistro, o non viene fornita la prova dal danneggiato che l’incidente è stato causato non per sua colpa, liquida il danno in misura ridotta.

Esempi di concorso di colpa in incidenti stradali

I casi più frequenti di incidente in cui si verifica il concorso di colpa sono quando non si indossa la cintura di sicurezza, non si rispetta il limite di velocità, o non si mantiene la destra.

Quando entrambi i conducenti hanno contribuito a provocare l’incidente e non sono riusciti a fornire la prova liberatoria l’assicurazione paga con il concorso in misura ridotta.

Questo significa che nel caso, per esempio, di concorso di colpa attribuito nella misura di 70 e 30 chi paga il sinistro liquida il danno al 70%.

Ciò perché si presume che il danneggiato abbia contribuito nella misura del 30% a provocare l’incidente, perché per esempio guidava il motociclo senza mantenere la destra e rispettare i limiti di velocità.

Nel caso, invece, di concorso di colpa 50 e 50 chi paga provvede a liquidare il danno nella misura della metà rispetto all’importo che sarebbe spettato.

Offerta con concorso di colpa

L’offerta con il concorso di colpa al danneggiato da parte dell’assicurazione può essere trattenuta in acconto, salvo maggiore avere.

Tuttavia, al di là dei criteri di liquidazione del danno adottati e, dunque, del pagamento anche del danno morale, del danno esistenziale e del danno patrimoniale, resta il problema della prova liberatoria.

L’articolo 2054 del codice civile sul punto è chiaro e soltanto  dai rilievi del sinistro stradale e dalle dichiarazioni testimoniali sarà possibile determinare ed attribuire le responsabilità dell’incidente.

Pertanto in mancanza di testimoni, o di prova inconfutabile desumibile dal verbale di incidente, difficilmente si potrà dimostrare di non avere alcuna colpa, poiché chi stabilisce il concorso di colpa in un incidente stradale sarà l’assicurazione tenuta a risarcire il danno.

A meno che da una dichiarazione spontanea o dall’interrogatorio formale non risulti una confessione della controparte che ammette la sua esclusiva responsabilità ad avere provocato il sinistro.

Quando non accettare il concorso di colpa?

L’offerta al danneggiato con il concorso di colpa avviene, per lo più, quando entrambe le persone coinvolte nell’incidente non hanno fornito la prova relativa alla loro mancanza di responsabilità.

Molto spesso il verbale d’incidente stradale non è sufficiente a superare il problema della responsabilità dell’incidente riportando solo i rilievi stradali, il punto d’urto ed i danni ai veicoli.

Nel caso di dichiarazioni dei testimoni contrastanti la comparazione con il punto d’urto può essere un elemento di esenzione di colpa, tale da avvalorare una dichiarazione rispetto ad altra, meno attendibile.

Superare il problema della responsabilità negli incidenti stradali non sempre è facile, specialmente nel caso degli incidenti in moto, a causa dell’alta velocità spesso attribuita ai centauri.

Solo il supporto di un avvocato con lunga esperienza nell’infortunistica stradale per incidenti con lesioni gravi, può essere determinante per fornire la prova richiesta dall’articolo 2054 del codice civile.

In tutti i casi in cui non si hanno responsabilità nelle cause dell’incidente, la somma offerta con il concorso di colpa può essere trattenuta in acconto dal danneggiato.

Tipologie del concorso di colpa

Il concorso di colpa nei sinistri stradali può essere paritario, o effettivo.

Ma cosa significa questo e cosa comporta per il danneggiato/assicurato?

Il concorso di colpa paritario si ha quando nessuno dei conducenti è riuscito a dimostrare di avere ragione e, pertanto, la responsabilità del sinistro viene attribuita in misura uguale: 50 e 50.

In questo caso l’entità del risarcimento del danno subisce una decurtazione del 50% e l’assicurazione paga la metà dell’importo che sarebbe spettato.

Il concorso di colpa effettivo si ha quando il grado di responsabilità nello scontro tra veicoli in marcia è attribuibile in misura differente tra i conducenti: 60 e 40, 70 e 30, 80 e 20.

Ciò può accadere, per esempio, perché pur avendo ragione e, dunque, non avendo determinato l’incidente, non ci si è attenuti alle norme del codice della strada, come nel caso in cui non si rispetti il limite di velocità.

Nel caso di concorsa di colpa effettivo l’assicurazione paga il danno in misura inferiore proporzionale al grado di responsabilità attribuito al danneggiato.

Effetti del concorso di colpa

Gli effetti del concorso di colpa si ripercuotono sempre sull’entità del risarcimento, soprattutto nella casistica di incidente stradale risarcimento danni fisici. 

Quando, infatti, il danneggiato ha contribuito a causare il sinistro, non attendendosi al rispetto delle norme del codice della strada, l’assicurazione paga in misura ridotta.

Ulteriore conseguenza può essere l’aumento del premio assicurativo a seconda del grado di responsabilità riconosciuto nel provocare il sinistro.

Mediamente l’aumento del premio assicurativo, se il concorso di colpa non supera il 50 %, è circoscritto entro il 20% del premio annuale, ma varia da compagnia a compagnia.

Concorso di colpa incidente mortale

Il problema del superamento del concorso di colpa si pone anche in caso di incidente stradale mortale.

La morte per incidente stradale è un fenomeno inarrestabile, che vede ogni 3 ore una persona perdere la vita in strada, nel nostro Paese.

Le aggravanti previste per il caso di omicidio stradale  spesso provocano inquinamento delle prove sulla ricostruzione dell’incidente mortale e le responsabilità.

Ciò si traduce, quasi sempre, nella impunità per chi ha ucciso in un incidente, con pene irrisorie ed ingiustizia per le vittime della strada.

Per evitare che questo accada e che il risarcimento agli  eredi per il danno da morte non avvenga con il concorso da colpa è fondamentale affidarsi ad un avvocato che abbia comprovata esperienza nel settore.

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Diritto Ereditario

Legato testamentario

Il legato testamentario

Legato testamentario

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Cos’è il legato testamentario?

Il legato testamentario è una disposizione mortis causa a titolo particolare attraverso la quale il testatore conferisce al legatario un diritto specifico, o lo fa subentrare in una posizione giuridicamente rilevante nell’eredità.

Il legato, dunque, è un istituto giuridico tipico della successione testamentaria.

L’articolo 588 del codice civile, infatti, consente a chi redige un testamento di compiere disposizioni “a titolo particolare”, o “a titolo universale”.

Quando le disposizioni contenute nel testamento sono a titolo particolare si ha il legato ed il beneficiario viene chiamatolegatario“.

In sostanza l’erede è chi è chiamato a succedere nella universalità dei beni, o in una quota di essi, mentre il legatario è chi si vede attribuito un singolo bene, o un individuato complesso di beni.

L’istituzione di erede non può mai mancare, tant’è che la legge vi sopperisce con l’apertura della successione legittima e, in assenza di eredi legittimi, l’eredità giacente è devoluta allo Stato, senza possibilità che vi possa rinunciare.

Invece, il legato può essere disposto solo per testamento, ma è importante tenere presente che l’esistenza di una disposizione a titolo di erede, o di legato, non  si desume dalla terminologia usata nel testamento, ma da criteri obiettivi.

Quali sono le differenze tra legato ed eredità?

La disciplina delle due forme di chiamata alla successione si differenzia per numerosi profili, tra i quali di seguito riportiamo quelli giuridicamente rilevanti.

Per quanto concerne l’ambito della titolarità dei beni l’erede entra nella titolarità di tutti i beni del defunto da solo, o in concorso con altri chiamati all’eredità.

Il legatario, invece, entra nella titolarità solo di alcuni specifici beni, o rapporti giuridici.

Il legato si acquisisce senza necessità di accettazione formale.

Il legatario non è tenuto ad accettare il legato per acquisirne i diritti secondo quanto stabilito dall’articolo 649 del codice civile.

Tuttavia, il legatario ha la facoltà di rinunciare al legato, annullando così l’acquisizione dei diritti ad esso associati.

Al contrario, l’erede per diventare tale deve esplicitamente o implicitamente accettare l’eredità.

Differenze tra disposizioni a titolo particolare e a titolo universale sussistono anche relativamente alla durata della titolarità.

L’erede diventa titolare dell’eredità in modo permanente.

Mentre il legatario può beneficiare di un diritto a termine, dove il bene legato ritorna nel patrimonio ereditario al termine del periodo specificato nel testamento.

Per quanto concerne la responsabilità per i debiti, l’erede risponde in proporzione alla sua quota per i debiti legati al patrimonio ereditario, il legatario è esente da tale responsabilità.

Legato testamentario d’immobile

Nel legato di compravendita la disposizione ha per oggetto l’obbligo di vendere o acquistare un determinato bene ad un prezzo determinato.

A meno che non si tratti di un atto di liberalità equiparabile alla donazione sussiste l’obbligo di pagare il prezzo.

Nel caso di prezzo esiguo dell’immobile, si configura il legato di donazione,  con dubbi interpretativi, potendosi considerare valido, come atto di liberalità, a meno che non leda i diritti dei legittimari.

Alcuni sostengono, invece, la nullità del legato di donazione, richiamando la illiceità dei mezzi e non del risultato, stante l’incompatibilità tra liberalità e obbligazione.

Poiché il legatario è esente dai debiti, se il testatore destina un immobile soggetto a un mutuo contratto dagli eredi, come legato, il debito del mutuo sarà a carico degli eredi e non del legatario.

Anche il diritto di abitazione del coniuge superstite rappresenta un legato nell’eredità, quale diritto che si trasmette al proprio consorte all’apertura della successione.

Legato testamentario con somma di denaro

In tema di legato testamentario di somma di denaro è importante chiarire la distinzione e specificare cosa sono il sub legato e il prelegato.

Quando il testatore non specifica il soggetto a carico del quale imporre una disposizione, questa graverà proporzionalmente sulle quote ereditarie degli eredi.

Al contrario, il testatore ha la facoltà di designare uno o più eredi come destinatari della disposizione.

Per esempio, potrebbe affermare nel testamento: “lego la somma di 20.000 euro a carico del mio erede Tizio, a favore di Sempronio”.

In tal caso, unicamente Tizio sarà responsabile di soddisfare il legatario Sempronio.

Nel contesto di questa disposizione testamentaria, emerge il concetto di sub legato quando il soggetto che è tenuto alla prestazione oggetto del legato è, anziché l’erede, un altro legatario.

Per esempio: ” lego a favore di Tizio la somma di 20.000 euro, e a carico di questi e a vantaggio di Sempronio la somma di 10.000 euro.” 

E’, invece, prelegato il legato del quale beneficiario sia uno dei coeredi.

Costui, pertanto, cumula a carico di tutta l’eredità le due qualità di coerede e legatario, come nel caso del coniuge assegnatario del diritto di abitazione sulla casa coniugale.

Erede e legatario responsabilità patrimoniale

L’erede succede in “universum ius”, cioè in ogni e qualsiasi rapporto suscettibile di trasmissione, in grado di assicurare quella continuità assoluta nei rapporti già facenti capo al de cuius.

Il legatario, invece, succede esclusivamente in quel singolo individuato rapporto espressamente indicato dal de cuius nel testamento.

Per questo si dice che il legatario succede a titolo particolare, perchè la sua vicenda successoria è limitata a quel dato rapporto e non si estende mai ad altri, nè attivi, nè passivi.

L’erede non solo risponde di tutti i debiti del defunto, ma anche al di là ed oltre il valore dell’attivo, se non ha accettato l’eredità con beneficio di inventario.

Invece, il legatario risponde solo delle obbligazioni discendenti dal singolo rapporto in cui succede, ex articolo 668 del codice civile e mai al di là ed oltre il valore dei  beni ricevuti.

Per tale ragione il legato si acquista automaticamente al momento dell’apertura della successione, a differenza dell’eredità che presuppone l’accettazione.