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Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale?

Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale?

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

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Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale? L’importanza di scelte condivise per il raggiungimento di un accordo.

L’Avvocato  che si occupa della separazione dei coniugi, oltre a essere esperto in diritto di famiglia deve avere grande sensibilità e doti umane per comprendere a fondo la situazione e le problematiche legate ai rapporti conflittuali della coppia, onde fornire le migliori soluzioni e risposte salvaguardando i diritti dei minori e tutelando gli interessi del nucleo familiare, anche dopo la separazione”

– spiega l’Avvocato Gianluca Sposato, Responsabile dell’Associazione La Famiglia Onlus e del Network  Legale24h, che da oltre 20 anni assiste famiglie in crisi matrimoniale a Roma e in tutta Italia.

I motivi che possono portare alla rottura del matrimonio sono molteplici: litigi familiari, la scoperta di un tradimento, rapporto matrimoniale compromesso a causa dell’ingerenza dei genitori, scelte familiari non condivise, violenze domestiche, risultano tra le cause più frequenti.

Di fronte ad accadimenti di questo e altro genere non sempre è possibile ricucire il rapporto coniugale e la separazione giudiziale diventa l’unica strada da affrontare, per uscire da una convivenza intollerabile, in mancanza di accordo per una separazione consensuale.

Scelte condivise finalizzate al raggiungimento di un accordo nella separazione coniugale

La scelta di separarsi dal coniuge, se non condivisa, rischia di trascinarsi sia sul piano economico che nelle relazioni con i figli, molto spesso oggetto di dispute tra genitori.

La legge è sempre un rimedio e mai la soluzione ai problemi familiari e genitoriali, per questo è  fondamentale la scelta di un avvocato che abbia grande sensibilità ed esperienza nel ramo del  diritto di famiglia.

Pertanto alla domanda: “come si può tutelare i figli nella separazione coniugale?” sta all’intelligenza ed alla sensibilità della coppia, porsi risposte che non abbiano ricadute sulla vita della prole.

Chi si appresta ad affrontare una separazione coniugale deve essere assistito  al meglio da un avvocato matrimonialista per trovare un accordo, rinunciando a rispettive pretese, nell’interesse della famiglia e dei figli.

Non si sarà più sposati, non si vivrà più sotto lo stesso tetto, ma si continuerà ad essere genitori: solo pensando a questo si potrà trovare la soluzione meno dolorosa nel compiere un passo così importante, al pari del matrimonio, nella propria vita.

Evitare di instaurare il contenzioso giuridico è il primo compito dell’avvocato nella separazione giudiziale o consensuale con figli minorenni.

Tuttavia, la separazione giudiziale diventa inevitabile in presenza di gravi inadempimenti familiari, nel qual caso è fondamentale tutelare i propri diritti, ove necessario anche in via cautelare.

Cosa fare quando il matrimonio è irrimediabilmente compromesso e ci si vuole separare?

Quando si intende affrontare la separazione dal proprio coniuge bisogna rivolgersi  ad un avvocato specializzato in diritto di famiglia, descrivere fino in fondo la situazione e le ragioni  che hanno portato a maturare la decisione di separarsi.

Il primo compito dell’avvocato matrimonialista è capire se vi sono margini per una riconciliazione.

Ove ciò non sia possibile, perché il rapporto affettivo è ormai del tutto compromesso, è fondamentale percorrere la strada della separazione consensuale, per i vantaggi nella conservazione di buoni rapporti.

Un accordo dei coniugi nella maggior parte dei casi è la scelta migliore per tutelare i figli nella separazione coniugale, sempre perseguibile anche in corso di giudizio.

Garantire un rapporto sereno tra figli e genitori anche dopo lo scioglimento del matrimonio

La separazione dei coniugi è volta a regolare aspetti economici della famiglia e la gestione del rapporto genitoriale, qualsiasi scelta che non sia condivisa, viene presa dal Tribunale.

Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale senza pensare che i figli vivono di riflesso la crisi genitoriale che ha portato alla rottura della famiglia?

Nel nostro ordinamento giuridico i figli godono di una tutela ed attenzioni particolari che hanno trovato ulteriori garanzie nella riforma del diritto di famiglia con la Legge n. 206/201 ( Riforma Cartabia ).

L’errore che i genitori durante la separazione non devono commettere è quello di  coinvolgere la prole nei loro litigi, o peggio  ancora utilizzarla  come arma di  ricatto  nei confronti dell’altro genitore, come spesso accade, screditandolo.

Ciò può avvenire, ad esempio, quando l’ex coniuge convive con il nuovo partner, o non adempie nella maniera richiesta all’obbligo di mantenimento.

Affido esclusivo in caso di disaccordo tra genitori

Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale non è  una questione sempre semplice allora.

Il legislatore, in  base all’articolo 337 quater del codice civile, considera l’affidamento esclusivo, quando quello condiviso sia contrario all’interesse del figlio a causa di  comportamenti non consentiti da parte di uno dei genitori.

Dunque il richiamo alla responsabilità e al rispetto dei propri doveri genitoriali in questo contesto giuridico, che coinvolge anche e soprattutto questioni affettive, più che mai rappresenta sempre la buona regola da seguire.

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Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale

Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale

Tabella risarcimento lesioni personali

Il Manuale “Le 50 Parole più usate nelle Aule di Giustizia del Danno Stradale” nasce dall’esigenza di sensibilizzare il cittadino all’educazione e sicurezza stradale.

Come difendersi negli incidenti stradali?

Il Manuale Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale si propone di fornire utili spunti sulla condotta da adottare per prevenire gli incidenti stradali.

Al contento, indica quale comportamento deve tenere chi  rimane ferito in un  sinistro stradale per chiedere il risarcimento dei danni fisici.

Vuole, inoltre, sollevare il problema e mettere in guardia dai procacciatori di sinistri stradali, volgarmente chiamati “parafangari” presenti nelle carrozzerie e negli ospedali.

Spesso i patrocinatori stragiudiziali, che non sono avvocati, dietro false promesse, approfittando dello stato di bisogno e confusionale dei feriti e vittime di incidenti stradali, si fanno firmare incarichi per la gestione del sinistro.

La mortalità in incidenti stradali

È, purtroppo, un fenomeno inarrestabile quello della mortalità sulle strade che non è diminuito neanche con l’introduzione del reato di omicidio stradale.

Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone in incidenti stradali, mentre 700 restano ferite.

L’Avvocato Gianluca Sposato, ha destinato i proventi  della sua opera in beneficienza per promuovere la legalità  e la sicurezza stradale nelle scuole.

I casi  di incidenti con lesioni fisiche

I casi di incidente con feriti più gravi riguardano gli incidenti in moto  attesa la mancanza di misure di protezione oltre al casco per  i motociclisti e gli incidenti  a pedoni  esposti al rischi di gravi traumi per investimento.

Ma la strada non risparmia neanche i minori: ogni 15 giorni muore un bambino di età inferiore a 14 anni e 25 bambini restano feriti.

Distrazione al cellulare negli incidenti stradali

Sono dati allarmanti se si pensa alle cause: la distrazione per l’uso del cellulare ed il mancato uso dei dispositivi di sicurezza in auto.

Per questo una campagna di sensibilizzazione per tutelare la salute dei bambini in auto è stata presentata nel mese di novembre 2019 al Ministero delle Infrastrutture dall’Adism, Associazione Difesa Infortunati Stradali.

L’obiettivo è di ridurre drasticamente le vittime minorenni negli incidenti stradali.

Pronto soccorso infortunistica stradale

L’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha anche pubblicato una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente.

Le guide comportamentali sono richiamate nel Manuale Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale.

Adism ha predisposto un servizio di Pronto Soccorso Infortunistica Stradale, attivo su tutto il territorio nazionale, per i danneggiati da incidenti stradali.

Il servizio che non ha costi è orientato ad assistere i familiari di chi ha perso la vita in un incidente stradale, o vi ha riportato lesioni gravi.

Infatti, per districarsi nel complesso mondo del risarcimento del danno bisogna avvalersi di medici legali ed avvocati specializzati.

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Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto

Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

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Iniziativa sulla sicurezza stradale promossa dall’Associazione Difesa Infortunati Stradali  

Una campagna di  sensibilizzazione per salvare i bambini in auto è stata presentata in questi giorni al Ministero della Salute dall’Adism, Associazione Difesa Infortunati  Stradali.

L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente le vittime minorenni degli incidenti stradali – spiega l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente dell’Associazione.

L’Avvocato Gianluca Sposato, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.

Incidenti stradali a minori spesso per imprudenza dei genitori distratti dallo smartphone

La principale causa di mortalità è rappresentata dalla distrazione alla guida per l’utilizzo dello smartphone, che provoca circa il 90% di questi incidenti.

Soprattutto perché usato non per telefonare, e questo è il dato più allarmante, ma per scrivere su social, chat e mail mentre si è al volante.

Distratti dal telefonino ma anche incoscienti, perché solo un genitore su due, quando è alla guida, assicura i bambini allacciandoli alle cinture.

I dati sono agghiaccianti e si fa poca informazione.

Nel 2018 i minori di 14 anni deceduti a causa di incidenti stradali sono stati 49, di questi 25 bambini erano trasportati in automobile.

Anche i bambini tra le vittime della strada

Sempre nel 2018, un bambino è rimasto ucciso, mentre era  trasportato dal padre in un incidente in moto.

Undici bambini hanno trovato la morte in incidente stradale perdendo la vita in ospedale travolti in incidente in bici.

Anche gli incidenti  a pedoni coinvolgono i bambini, dodici di loro sono stati travolti  ed uccisi mentre si trovavano a piedi.

Per questa ragione l’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha presentato al Governo la campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto,

Età dei bambini morti in incidenti stradali

La fascia più colpita è da 0 a 5 anni con ben 22 vittime, di cui un bambino di 3 anni sulla strada della Bonifica nel territorio  di  Rosciano, in  provincia di  Pescara.

19  bambini sono deceduti in un incidente stradale mortale  nella fascia di età da 6 a 10 anni.

Mentre 8 decessi  di bambini in incidenti stradali mortali riguardano i minori di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni.

Una tragedia per i genitori ed i familiari che vedono ogni anno le loro vite spezzate, non potendo essere ripagati da alcun risarcimento per morte del figlio in incidente stradale.

Il reato di omicidio stradale non ha fatto diminuire gli incidenti mortali

Un fenomeno inarrestabile quello della mortalità sulle strade che non è diminuito con l’introduzione del reato di omicidio stradale, spiega l’Avvocato Gianluca Sposato.

Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone in incidenti stradali e 700 restano ferite, mentre ogni 15 giorni muore un bambino di età inferiore a 14 anni e 25 bambini restano feriti.

Oltre l’80% dei minori vittime di incidenti è all’interno delle auto, quindi la responsabilità ricade su chi guida, quasi sempre un parente, o i genitori.

Oltre all’uso del cellulare, altra causa riguarda il seggiolino, obbligatorio fino ai 12 anni di età e 1,50 metri di altezza, non posizionato nel modo giusto, o non assicurato dalle cinture.

Infatti, stando alle statistiche del Ministero dei Trasporti, solo il 47% degli italiani li usa ed in modo corretto.

Questi i motivi della campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto, portata avanti dal comitato tecnico scientifico composto da emeriti giuristi e medici legali docenti universitari.

Momenti in  cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti

Sono tre i momenti in cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti:

  1. nel tragitto da casa verso la scuola al mattino
  2. al ritorno dalla scuola a casa nel pomeriggio
  3. durante il fine settimana, quando aumenta il traffico del week-end.

Le gravi conseguenze provocate da questi incidenti ai piccoli passeggeri potrebbero, in moltissimi casi, essere evitate.

I seggiolini per auto devono essere omologati e scelti in base al peso del bambino.

Sono, infatti, in grado di garantire al piccolo trasportato un adeguato contenimento e la migliore protezione possibile in caso di incidente.

I genitori devono considerarne l’utilizzo come imprescindibile gesto di protezione per i propri figli.

Così come il rispetto di tutte le altre regole a garanzia di una condotta di guida improntata alla massima prudenza ed al rispetto delle norme del codice della strada.

Incidenti nel fine settimana e sabato sera

Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più pericolosi, soprattutto alle prime luci dell’alba.

Da notare che il 48% degli incidenti stradali è concentrato nei centri urbani, considerando anche le aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai poli, si arriva al 75% del totale.

Mentre nei comuni delle aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai poli urbani, gli incidenti rappresentano il 25% del totale regionale.

Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, l’elevata velocità  e la guida distratta sono le prime tre cause di incidenti.

Per questo l’ ADISM,  al  fine di  sensibilizzare alla prudenza ed alla educazione stradale ai  fini  della prevenzione degli incidenti ha pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di  comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente stradale.

Riproduzione riservata Sposatolaw- Pubblicato dall’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero il 18 novembre 2019.

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Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018

Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

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Ricaduta economica degli incidenti stradali

La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali con feriti  ed incidenti stradali mortali  costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).

E’ questa la spesa sostenuta dalle compagnie di assicurazione per ripagare le vittime della strada, mente non vengono forniti i costi relativi agli incassi dei premi.

È una emergenza sociale – sostiene l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM – Associazione Difesa Infortunati Stradali.

Basti pensare che relativamente agli incidenti stradali più di 3000 decessi nel 2018 si sono verificati nel nostro Paese.

L’Avvocato Gianluca Sposato ha avuto il riconoscimento dell’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i soggetti danneggiati da incidenti stradali.

Statistiche incidenti stradali: ogni 2 ore e mezza muore una persona in incidenti stradali

Gli ultimi dati, relativi alle statistiche degli incidenti stradali all’anno 2017, sono impietosi: 246.750 feriti sulle strade, di cui 17.309 gravi e 3.378 decessi, un morto ogni due ore e mezzo.

Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.

Nel 2018 solo in Abruzzo sono stati oltre 3 mila gli incidenti stradali con feriti e 76 decessi; soltanto in provincia dell’Aquila le vittime sono salite da 15 del 2016 a 22 nel 2017.

Guida distratta e mancata precedenza le cause principali degli incidenti.

Una nuova interpretazione giuridica del danno legato alla morte

Al problema della mortalità sulle strade si aggiunge la sofferenza ed il vuoto incolmabile per la perdita dei propri cari alle vittime della strada.

Ovvero il danno da perdita parentale, che si concreta nello sconvolgimento dell’esistenza rivelato da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita conseguenti al decesso del congiunto.

Il danno da morte è rappresentato dal vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno.

Nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione, sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello.

Nel non poter più fare ciò che per anni si è fatto, nonché nell’alterazione che una scomparsa del genere inevitabilmente produce anche nelle relazioni tra i superstiti (Cassazione n. 10107/2011).

La giurisprudenza sul danno iure proprio (del defunto) e iure hereditatis (degli eredi)

Ed è proprio con riguardo alla forma più grave di danno nei casi di omicidio stradale che la giurisprudenza ha elaborato varie teorie e tipologie.

A seconda che si configuri primariamente in capo alla vittima (“iure proprio”), o agli eredi (“iure hereditatis”).

Nel primo caso, si parla di danno tanatologico, derivante dalla sofferenza patita dal soggetto prima della morte, a causa di un fatto illecito.

In un’ottica di responsabilità civile orientata al risarcimento del danno  è ritenuta necessaria la sopravvivenza del soggetto per un lasso di tempo apprezzabile.

Oppure che, pur intervenendo la morte per incidente stradale dopo brevissimo tempo, la vittima rimanga lucida e cosciente e sia in grado di percepire la sofferenza e il patema d’animo derivanti dalla sensazione di morte imminente.

Per il danno da perdita parentale occorre la prova della sofferenza per il risarcimento del danno

Sono circostanze molto difficili da provare, umanamente incomprensibili, che ledono  la dignità umana, ma soltanto dimostrando la perdita del rapporto affettivo scatta il  diritto al  risarcimento del danno.

Per questo l’Avv. Gianluca Sposato, impegnato in prima fila per la prevenzione degli incidenti ed i diritti degli infortunati, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale.

Può darsi corso al risarcimento del danno alle vittime della strada, in quanto, in tali circostanze, il diritto entrerebbe a far parte del patrimonio del defunto prima che intervenga la morte, così da poter essere trasmesso agli eredi unitamente agli altri diritti.

Al contrario, in caso di morte immediata, la lesione si verificherebbe nei confronti del bene vita, diritto autonomo rispetto al diritto alla salute, fruibile solo dal suo titolare e non reintegrabile per equivalente.

Le sentenze choc della Cassazione

Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.

Secondo tale assunto nessun danno in capo agli eredi sarebbe risarcibile automaticamente.

Poiché con l’evento morte, venendo meno il titolare del diritto e con lui il suo patrimonio, si configurerebbe inidoneità dello stesso ad acquisire le conseguenze dannose dell’evento e trasferirle agli eredi.

Una prova impossibile quella della sofferenza che lede il diritto di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela del diritto alla salute, garantiti dalla Costituzione

Senza tralasciare che per la Cassazione, in contrasto con i principi fondamentali garantiti dall’art. 3 e dall’art 32 della Costituzione, resta radicalmente esclusa la configurabilità del danno quando dall’evento conseguano meri disagi, fastidi, disappunti, ansie (Cass.16992/15).

Circostanza poco plausibile di fronte all’evento morte e che non può raffigurarsi un danno sul solo presupposto del vincolo parentale (Cass.11200/19).

Essendo richiesta “l’allegazione e la verificazione precisa e circostanziata dello sconvolgimento di vita patito e delle sue specifiche e concrete estrinsecazioni” (Cass. 22585/13).

E’ lecito domandarsi se, in tal modo, si intenda tutelare gli interessi economici delle assicurazioni tenuto conto degli incidenti stradali con più di 3000 decessi nel 2018.

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Incidenti gravi e sicurezza stradale

Incidenti gravi e sicurezza stradale

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

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Mancato rispetto dei limiti di velocità e della distanza di sicurezza

Ogni anno in Italia sono migliaia i casi  di incidente stradale mortale e centinaia di migliaia gli incidenti con feriti.

Ciò è dovuto ad imprudente condotta di guida, mancato rispetto dei limiti di velocità, della distanza di sicurezza, della segnaletica stradale e distrazione alla guida.

A volte gli incidenti sono dovuti anche alla scarsa manutenzione e illuminazione delle strade e alla carenza di segnaletica stradale – ha spiegato al Messaggero l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM Associazione Difesa Infortunati Stradali.

L’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in infortunistica stradale per sinistri gravi, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti  stradali.

<h2 “>Necessità di interventi governativi per la sicurezza stradaleTutto ciò si ripercuote con effetti negativi sulle vittime della strada e sul consumatore, costretto a pagare premi assicurativo sempre più cari a fronte di un servizio inadeguato.

Per questo a livello governativo – sottolinea l’Avv. Gianluca Sposato, nell’ambito dell’ attività istituzionale da lui svolta, dovrebbero essere finanziati interventi per strade più sicure e una segnaletica al passo delle grandi capitali europee.

Mentre l’educazione stradale dovrebbe avere inizio già nelle aule scolastiche.

Incidenti gravi e sicurezza stradale sono un problema ed una emergenza sociale che non può essere trascurato, da qui una iniziativa importante.

L’Avvocato Sposato ha pubblicato il Manuale “Le 50 parole del danno stradale più utilizzate nelle Aule di Giustizia“, i cui proventi sono devoluti per promuovere la sicurezza stradale.

Gli ultimi dati disponibili sugli incidenti e le vittime evidenziano come in Italia la media sia maggiore rispetto a quella europea di ben 6 punti.

Dati sugli incidenti stradali con feriti e lesioni

Gli incidenti stradali con lesioni sono stati nel 2017 174.933 con 246.750 feriti, in leggera diminuzione rispetto al 2016.

Mentre il numero di feriti gravi si è mantenuto costante 17.309, tuttavia sono aumentate le vittime 3.378 +2,9% rispetto all’anno precedente.

Un problema che si pone per le assicurazioni anche con  riferimento al risarcimento dei danni fisici negli incidenti stradali.

Le categorie più colpite sono i motociclisti, con 735 decessi in aumento dell’11,9% per incidenti in moto .

A seguire i pedoni 600 vittime per incidenti a pedoni, mentre gli automobilisti deceduti sono stati 1.464.

Solo i ciclisti che hanno perso la vita sono diminuiti 254 -7,6% per incidenti in bicicletta così come i conducenti di ciclomotori 92 -20,7%.

La strada non risparmia neanche i minori: nel 2017 sono state 25 le vittime e oltre 8.000 i feriti.

Le strade più pericolose dove avvengono gli incidenti

Le strade più pericolose sono, nell’ordine, le autostrade comprese le tangenziali e i raccordi, le strade extraurbane e quelle urbane.

Nelle vie dei grandi centri abitati si è invece registrata una diminuzione delle vittime del 5,8%.

La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).

Solo in Abruzzo nel 2017 si sono verificati 2.946 incidenti stradali che hanno causato la morte di 69 persone e il ferimento di altre 4.395.

Rispetto al 2016 una diminuzione degli incidenti del 3,0% e dei feriti del 4,1%, in misura superiore ai dati nazionali.

Sono diminuiti del 33% anche gli incidenti in pullman che riguardano incidente stradale al passeggero trasportato, “soltanto” 32, in  controtendenza rispetto  al  dato nazionale che segna un + 3,3%.

Incidenti stradali in Abruzzo e cause del risarcimento danno

La provincia di Teramo ha il primato negativo di incidenti stradali gravi, secondo la Polstrada a causa di una viabilità inadeguata, mentre Pescara e l’Aquila registrano statisticamente minor il numero di incidenti gravi.

Si confermano tratti stradali con elevata incidenza di incidenti stradali la SS 656 Val Pescara-Chieti, in provincia di Chieti, la SS 16 Adriatica, in provincia di Pescara e Teramo, l’ex SS 509 di Forca d’Acero, in provincia de L’Aquila e la SS 85 Venafrana, in provincia di Isernia.

Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più a rischio, soprattutto alle prime luci dell’alba; mentre i mesi più pericolosi sono giugno e luglio, in prossimità delle vacanze.

Un problema quello degli incidenti gravi e sicurezza stradale che ha ripercussione anche per il  risarcimento del danno in particolare per omicidio stradale e in tragedie per risarcimento morte figlio incidente stradale.

Per questo abbiamo sollecitato il Governo affinché promuova una campagna di sensibilizzazione all’educazione stradale ed al rispetto delle norme di sicurezza – spiega l’Avv. Sposato.

L’ ADISM ha anche pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di  comportamento da tenere alla guida ed in caso  di incidente.

Nasce un Pronto Soccorso di Infortunistica Stradale per garantire il risarcimento ai danneggiati da gravi incidenti stradali

Adism, come Associazione Difesa Infortunati Stradali ha predisposto anche un servizio di Pronto Soccorso Infortunistica Stradale.

Il servizio, totalmente gratuito, mette a disposizione in tutta Italia per  i danneggiati da incidenti  stradali, i loro parenti  ed eredi i migliori avvocati e medici legali.

Per districarsi nel complesso mondo del risarcimento del  danno, in  continua evoluzione giurisprudenziale anche in tema di onere della prova da danno parentale,  ed avvalersi di assistenza altamente qualificata con medici legali ed avvocati specializzati.

Riproduzione riservata Sposatolaw – Intervista all’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero del 28 giugno 2019.

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L’inefficacia delle alienazioni del bene pignorato

L’inefficacia delle alienazioni del bene pignorato

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

Pubblicato su Il Messaggero il 12 giugno 2016 dall’Avvocato Gianluca Sposato – riproduzione riservata Sposatolaw

Gli atti di alienazione dei beni sottoposti a pignoramento

L’art. 2913 del codice civile stabilisce che non hanno effetto in pregiudizio del  creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell’esecuzione gli atti di  alienazione dei beni sottoposti a pignoramento.

Sono fatti salvi gli effetti del possesso di buona fede per i mobili non iscritti in  pubblici registri – spiega l’Avv. Gianluca Sposato presidente dell’Associazione custodi giudiziari.

In dottrina e giurisprudenza si parla di inefficacia relativa di tali atti, sul presupposto che, posta l’irrilevanza del trasferimento per i creditori, questi non hanno bisogno di impugnarlo.

Con la precisazione che trattasi di inefficacia processuale.

Poichè, per il diritto sostanziale, l’atto di alienazione è valido ma l’acquirente, in forza dell’articolo in questione, non potrà proporre vittoriosamente opposizione di terzo all’esecuzione.

Quanto alla ratio della norma, occorre richiamare la ribadito la giurisprudenza di legittimità ( Cass. Civ. Sez. III n. 6748 del  05/08/1987).  

Deve affermarsi ai sensi del combinato disposto degli articoli 2813 e 2919 del codice civile, che gli atti di disposizione del bene staggito da parte del debitore esecutato, sono inefficaci de iure rispetto all’intero processo esecutivo in corso.

Il debitore ne conserva, tuttavia, la proprietà fino alla conclusione dell’espropriazione, nel processo relativo alle esecuzioni immobiliari.

Interesse pubblico e privato nella compravendita di immobile pignorato

E’ preminente il rilievo attribuito all’interesse pubblico alla conservazione della garanzia patrimoniale nella sua interezza ed all’interesse privato al soddisfacimento della pretesa creditoria.

In ordine alla posizione che riveste il terzo acquirente nel processo di  espropriazione, specie al fine di stabilire quale rimedio può esperire, la giurisprudenza ha reso sul tema decisioni contrastanti.

Parte di essa considera terzo rispetto alla procedura chi ha acquistato l’immobile oggetto dell’esecuzione successivamente alla trascrizione del pignoramento.

Con la conseguenza che egli non ha legittimazione a proporre opposizione agli atti  esecutivi.

Inefficacia delle alienazioni del bene pignorato: la posizione del terzo acquirente

Ove il terzo  acquirente intenda far valere l’invalidità del pignoramento al fine di accertare che il  suo acquisto, benchè trascritto successivamente al pignoramento stesso, è efficace ed opponibile nei confronti del creditore pignorante?

Non dovrà proporre opposizione agli atti esecutivi a norma dell’art. 617 del  codice di procedura civile, bensì opposizione di terzo ex art.  619 stesso codice di rito.

Altri, invece, non escludendo che l’acquirente assuma la veste di successore a titolo particolare nel diritto di proprietà sul bene staggito, riconoscono a questi la possibilità di svolgere attività processuali inerenti al subingresso nella qualità di  soggetto passivo.

Sul presupposto che il terzo acquirente di un bene pignorato è legittimato a proporre in proprio, e non in via surrogatoria rispetto all’alienante, l’opposizione all’esecuzione a norma dell’art 615 cpc.

Come stabilito dalla Cassazione Civile con sentenza n. 4856 del14/04/2000,  riconoscendogli la facoltà di interloquire in ordine alle modalità dell’esecuzione, di proporre opposizione agli atti  esecutivi ed all’esecuzione stessa. 

Per prenotare una consulenza con l’Avvocato Gianluca Sposato info su costi e servizi nell’area Assistenza Legale24h.

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Custodia dell’immobile pignorato e liberazione

Custodia dell’immobile pignorato e liberazione

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

Pubblicato su Il Messaggero del 13 settembre 2015.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente emerito dell’Associazione custodi giudiziari, commenta l’art 560 del codice di procedura civile, spiegando la normativa applicabile all’attività di liberazione del bene pignorato.

La liberazione dell’immobile pignorato

Custodia dell’immobile pignorato e liberazione.

L’art 560 del codice di procedura civile al terzo comma prevede che il giudice dell’esecuzione disponga, con provvedimento non impugnabile, la liberazione dell’immobile pignorato in tre casi:

  1.  quando non ritenga di autorizzare il debitore a continuare ad abitare lo stesso, o parte dello stesso;
  2.  quando revochi la suddetta autorizzazione, se concessa in precedenza;
  3.  quando provveda all’aggiudicazione, o assegnazione dell’immobile.

In una fase di crisi economica del mercato immobiliare come quella attuale, i maggiori Fori italiani applicano, di norma, il disposto in commento lasciando al giudice dell’esecuzione un potere discrezionale.

Tale potere si concreta, in sostanza, nell’ordine di liberazione anticipato alla vendita, disponendola a prescindere dalla collaborazione, o meno dell’esecutato.

In passato, l’ordine di liberazione, di regola, veniva emesso soltanto al termine della procedura esecutiva.

Pur non tenendo conto del principio esposto, sancito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 13202 del 31/05/2010, salvo comportamenti omissivi od ostativi, posti in essere dal debitore, o da chi occupasse l’immobile pignorato.

Ciò avveniva con l’ordinanza di aggiudicazione, consentendo al debitore di continuare ad occupare l’immobile fintanto che non fosse stato aggiudicato.

Quando il debitore può continuare ad abitare nell’immobile pignorato?

Con l’introduzione del contraddittorio, secondo quanto previsto dall’art. 171 del codice civile, il giudice dell’esecuzione può autorizzare il debitore a continuare ad abitare l’immobile pignorato.

In tal modo consentendogli, anche per ragioni di umanità, di beneficiare del bene, se pur limitatamente.

Tuttavia, non sembra che il debitore vanti un vero e proprio diritto all’abitazione.

Ragion per cui, ove questi continui ad abitare l’immobile senza espressa autorizzazione del giudice, si configurerebbe una giusta causa anche per la sua sostituzione nella funzione di custode.

Delineandosi, così, la liberazione quale regola e l’abitazione come eccezione che necessita sempre di autorizzazione, anche quando il debitore sia stato nominato custode.

Custodia dell’immobile pignorato e liberazione, esecuzione per somma minima

Diversi sono i problemi connessi con l’interpretazione della norma.

Si pensi al caso di un immobile pignorato locato ad un canone particolarmente elevato.

Circostanza in cui è evidente che, trattandosi pur sempre di un potere discrezionale del giudice, l’ordine di liberazione potrebbe essere differito alla vendita.

Con conseguente vantaggio per la procedura ed incameramento delle relative somme.

In contrasto con la precedente formulazione del provvedimento in esame, è la sentenza della Suprema Corte n. 4228 del 03/03/2015.

La pronuncia in  questione, stabilendo una soglia minima di rilevanza nella espropriazione immobiliare, precluderebbe di agire al di sotto di un certo valore.

Principio al quale non sempre la giurisprudenza di merito ha posto rilievo.

Il richiamo all’art. 164 bis del codice di procedura civile è evidente.

Trattandosi di norma di chiusura non esaustiva ed apparendo ragionevole che perlomeno le spese di procedura non superino mai il credito vantato dal creditore procedente che ha eseguito il pignoramento.

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Aste, accordo tra aggiudicatario e creditore

Aste, accordo tra aggiudicatario e creditore

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

Pubblicato su Il Messaggero il 27 ottobre 2013 dall’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto immobiliare. Riproduzione vietata. Tutti i diritti riservati 

In questo articolo viene spiegato ai lettori quando nelle vendite immobiliari per asta giudiziaria è possibile l’accordo tra aggiudicatario e creditore e quali sono gli effetti.

Cosa è l’assunzione del debito?

L’art. 508 del codice di procedura civile prevede nel caso di vendita o di assegnazione di un bene gravato da pegno o da ipoteca, dopo il pignoramento quanto segue.

L’aggiudicatario o l’assegnatario, con l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione, può concordare con il creditore pignoratizio o ipotecario l’assunzione del debito con le garanzie ad esso inerenti, liberando, in tal modo, il debitore.

E’ una fattispecie specifica nella quale è regolato un procedimento alternativo al versamento del saldo prezzo da parte di chi si sia reso aggiudicatario dell’immobile pignorato.

Quanto è possibile nelle aste immobiliari l’accordo tra aggiudicatario e creditore e da cosa dipende questa possibilità?

Qual’è la condizione necessaria per il creditore per l’assunzione dei debiti?

L’ obbligo dell’aggiudicatario è quello di eseguire il versamento del saldo prezzo entro il termine perentorio stabilito nell’ordinanza di vendita.

Termine di regola stabilito in 60 giorni e non prorogabile neppure sull’accordo delle parti.

Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: affinché l’assunzione di debiti possa essere disposta è necessario che nella procedura esecutiva vi sia un creditore assistito da privilegio ipotecario, o pignoratizio.

La dottrina estende l’ambito di applicazione anche ai casi in cui il bene oggetto di vendita forzata o assegnazione sia gravato da privilegi speciali, ma non anche da quelli generali per i quali non si produce mai l’effetto purgativo.

Aste: regole dell’accordo tra aggiudicatario e creditore

L’elemento centrale della fattispecie disciplinata dall’articolo in commento è costituito dall’accordo di accollo concluso tra il creditore assistito da causa legittima di prelazione e l’aggiudicatario o assegnatario.

In forza del quale quest’ultimo assume il debito dell’esecutato, impegnandosi a soddisfarlo al di fuori del processo di espropriazione immobiliare.

In tal caso l’aggiudicatario dovrà presentare apposita istanza.

Sulla quale il giudice dell’esecuzione, ricorrendo le condizioni, emetterà ordinanza di autorizzazione ad assumersi il debito.

A riguardo è importante ricordare che l’art. 591 bis secondo comma n. 10 cpc, prevede che in tale fattispecie l’autorizzazione all’assunzione del debito possa essere data anche dal professionista delegato alle operazioni di vendita immobiliare.

Termini dell’istanza per l’assunzione di  debito

Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: l’ordinanza che autorizza l’assunzione del debito dovrà essere emessa entro il termine per il versamento del saldo prezzo.

Pertanto l’aggiudicatario, che voglia utilizzare tale procedimento, dovrà depositare l’istanza in tempo utile per l’adozione di tale provvedimento.

Dubbi interpretativi sorgono in relazione ai motivi per cui possa essere presentata opposizione agli atti esecutivi.

Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione

Il provvedimento autorizzativo del giudice avrà, come prima ed imprescindibile conseguenza la liberazione del debitore, estraneo all’accordo, nei limiti del prezzo di aggiudicazione.

Ulteriore fondamentale conseguenza consiste nel fatto che l’aggiudicatario non sarà più obbligato al versamento del saldo prezzo.

L’articolo 585 cpc stabilisce che il giudice dell’esecuzione possa ordinare all’aggiudicatario  di versare in favore della procedura esecutiva l’importo occorrente per le spese e per la soddisfazione degli altri creditori capienti.

Le norme in commento in una con la giurisprudenza di legittimità, infine, devono ritenersi applicabili anche nell’ambito delle procedure concorsuali ed, in particolare, in relazione alle vendite fallimentari (Cass. 10909/2002; Cass. 5916/1995 ).

Per richiedere una consulenza all’Avvocato Gianluca Sposatoi costi dei servizi sono indicati nell’area Assistenza  Legale24h.

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Aste, vendita in frode dei creditori

Aste, vendita in frode dei creditori

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

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Pubblicato su “Il Messaggero” il 27 ottobre 2013 dall’Avvocato immobiliarista Gianluca Sposato. Tutti i diritti riservati.

Vendita in frode ai creditori e azione azione revocatoria

L’azione revocatoria è un mezzo di conservazione della garanzia patrimoniale del debitore.

Consiste nell’attribuzione ai creditori di un’azione giudiziaria per ottenere la dichiarazione di inefficacia degli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore ha recato loro pregiudizio.

L’articolo 2902 del codice civile disciplina la fattispecie.

Il creditore, ottenuta la dichiarazione di inefficacia, può promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive o conservative sui beni oggetto dell’atto impugnato.

Il terzo contraente che ha verso il debitore crediti dipendenti dall’esercizio dell’azione revocatoria non può concorrere sul ricavato dei beni dell’atto dichiarato inefficace se non dopo che il creditore è stato soddisfatto.

Aste vendita in frode dei creditori: l’elemento del danno

Le fattispecie possono essere molteplici  spiega l’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto immobiliare.

Si pensi all’atto in frode ai creditori per il cui tramite si intende danneggiare specificamente costoro, sottraendo la garanzia generica costituita dagli elementi attivi presenti nel patrimonio del debitore.

Oppure alla costituzione di una garanzia reale in favore di un creditore che ne fosse stato originariamente privo.

L’effetto dell’azione pauliana non consiste nella dichiarazione di nullità degli atti di alienazione compiuti dal debitore, come nel caso  delle compravendite immobiliari.

In tali  circostanze è corretto parlare di dichiarazione di inefficacia relativa.

Nel senso che l’atto di compravendita immobiliare non può essere opposto al solo creditore che ha agito, mentre nei riguardi del terzo acquirente e degli altri soggetti è perfettamente valido ed efficace.

Il problema si pone con particolare riguardo sia nel caso di preliminare di compravendita che di revoca della compravendita.

Aste vendita in frode ai creditori: l’elemento della colpa

Gli elementi essenziali dell’azione in commento tradizionalmente vengono ravvisati nel “consilium fraudis” e nell’”eventus damni”.

Ricorre il primo allorché è ravvisabile la frode del debitore.

Ovvero quando è evidente la conoscenza del pregiudizio da parte di questi relativamente all’atto di disposizione posto in essere in danno del creditore.

A riguardo è importante precisare cosa succede se l’atto è stato compiuto prima che è maturato il diritto di credito.

La legge impone, al fine dell’esperimento dell’azione, la necessità che sia dolosamente preordinato al fine di danneggiare il futuro creditore.

Circa il secondo elemento, invece, bisogna tener conto che l’atto di disposizione posto in essere dal debitore deve essere di natura tale da poter arrecare un danno agli interessi del creditore.

Di conseguenza cosa succede se il patrimonio del debitore è composto da più cespiti di rilevante valore?

La vendita di alcuni di essi non potrà danneggiare gli interessi del creditore poiché questi, in caso di inadempimento, potrà comunque rivalersi sugli altri beni.

Atti in frode a titolo oneroso e atti a titolo gratuito

Rilevante, poi, è distingue se l’atto di disposizione posto in frode al creditore è configurabile come atto a titolo oneroso, oppure come atto a titolo gratuito.

Infatti se l’atto è a titolo oneroso per agire in revocatoria, oltre la frode e il danno sarà anche necessario che il terzo sia consapevole del pregiudizio che arreca alle ragioni del creditore.

In altre parole il  debitore deve essere in malafede, potendo il giudice convincersi dell’esistenza di tale requisito in base al basso prezzo corrisposto dal terzo acquirente per ottenere il bene.

Se l’atto, invece, è a titolo gratuito per agire in revocatoria sarà sufficiente dimostrare l’esistenza della frode ed il prodursi del danno, essendo irrilevante l’eventuale buona fede del terzo che ha acquisito il diritto.

Dunque, soltanto il terzo sub acquirente vedrà fatte salve le sue ragioni se potrà dimostrare di essere in buona fede al momento dell’acquisto.

Mentre è interessante osservare sul punto una importante pronuncia della Suprema Corte: Cassazione civile, sez. III, sentenza n. 11573 del 14.05.2013.

La Cassazione ha affermato che l’accertamento del credito non sospende l’azione revocatoria, che si prescrive nel termine di cinque anni dal compimento dell’atto pregiudizievole.

Per prenotare un appuntamento con l’Avvocato Gianluca Sposato è possibile consultare servizi legali e relativi  costi nell’area Assistenza Legale24h.

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Custode giudiziario, garante dei beni

Custode giudiziario, garante dei beni

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

Indice

Pubblicato su Il Messaggero il 13 ottobre 2013 dall’Avvocato Gianluca Sposato. Vietata la riproduzione. Tutti i diritti riservati 

In questo articolo si affronta la tematica relativa al Custode giudiziario ed al suo  ruolo di garante dei beni nel processo esecutivo immobiliare.

Il ruolo del custode nelle vendite giudiziarie

Rispetto alla vendita, che riveste un ruolo centrale nell’ambito delle procedure espropriative immobiliari, rappresentandone la finalità stessa ed essendo presupposto necessario per la distribuzione delle somme ricavate, l’attività del custode può distinguersi in una fase ad essa preliminare ed in una ad essa conseguente e necessaria.

La vendita, se pur con differenti prassi applicative, a Roma ove è stata adottata una delega parziale al professionista incaricato, fatta eccezione per rare occasioni, rimane di competenza del Tribunale.

Il giudice, adottando la procedura già in uso presso altri fori, fissa l’ordinanza che prevede per il caso in cui l’esperimento senza incanto non abbia esito positivo anche la data e le modalità per partecipare all’esperimento con incanto.

In tal modo si è inteso porre un limite ai costi di procedura,  conferendo ulteriore impulso alla stessa.

Custode giudiziario, garante dei beni prima della vendita

Prima che sia disposta la vendita, o l’assegnazione, il custode ha l’obbligo di comunicare al debitore esecutato che ha facoltà di chiedere la conversione del pignoramento.

Inoltre, il custode deve presentare un rendiconto trimestrale, ove vengano percepite rendite sull’immobile e, nel rispetto della normativa sulla privacy, senza fare incontrare eventuali potenziali acquirenti, gestire gli appuntamenti e le visite da parte di chi ne inoltri richiesta.

Custode giudiziario, garante dei beni: le visite all’immobile pignorato

La possibilità di visitare l’immobile sottoposto a pignoramento e posto in vendita tramite asta giudiziaria rappresenta una della maggiori novità introdotte dalla riforma del 2006.

Tenuto conto che se prima la partecipazione all’incanto avveniva sulla scorta della relazione di stima in atti, oggi esiste la possibilità concreta per i potenziali acquirenti di visitare l’immobile posto in asta, inoltrandone richiesta al custode.

Questi, all’udienza di vendita, dovrà depositare gli adempimenti pubblicitari.

Mentre nella fase successiva, assumendo il ruolo di delegato, provvederà alla predisposizione della bozza del decreto di trasferimento ed alla sua notifica all’ esecutato.

È questo l’aspetto più delicato dell’ attività delegata, poiché concerne il trasferimento della proprietà del bene sub-astato all’assegnatario.

Custode giudiziario e delegato alla vendita

Il custode quando viene investito anche del ruolo di delegato alla vendita  informerà l’aggiudicatario su termini e modi per il deposito del saldo prezzo.

Quantificando le relative spese: imposta di registro, ipotecaria e catastale, oltre quelle di cancellazione dei pignoramenti e delle ipoteche.

Tenuto conto che queste ultime dovranno essere poste in prededuzione in sede di distribuzione del ricavato.

Quindi il delegato trasmetterà al giudice dell’esecuzione l’originale del decreto di trasferimento da firmare, accompagnato da una bozza da lui sottoscritta in minuta, dal certificato di destinazione urbanistica e da una visura catastale aggiornata dell’immobile oggetto della vendita.

Successivamente provvederà alla esecuzione delle formalità di registrazione, trascrizione e voltura catastale del decreto di trasferimento.

Oltre che alla sua comunicazione alle pubbliche amministrazioni, nonché all’espletamento delle formalità di cancellazione delle trascrizioni dei pignoramenti e delle iscrizioni ipotecarie.

Custode giudiziario garante dei beni, la distribuzione del ricavato

Per quanto concerne, infine, il progetto di distribuzione occorre fare riferimento a quanto previsto dagli articoli 596 e 510 del codice di procedura civile.

Il custode inviterà le parti a precisare i crediti entro 90 giorni ed a depositare copia dei titoli in base ai quali hanno spiegato l’intervento, oltre che le note degli onorari, avvisando che il piano di riparto sarà disponibile 30 giorni prima dell’udienza fissata per la discussione.

Qual’ è l’ordine dei crediti nel progetto di distribuzione?

Occorre esaminare, infine,  qual’ è l’ordine dei crediti con cui viene disposto il mandato di pagamento nel piano di riparto.

Circa la graduazione dei crediti in linea di principio si segue il seguente ordine:

  1. spese privilegiate in base al disposto degli articoli 2770 e seguenti del codice civile,
  2. ordine cronologico delle ipoteche,
  3. crediti da lavoro dipendente,
  4. chirografari intervenuti tempestivamente, chirografari intervenuti tardivamente,
  5. creditori intervenuti privi di titolo esecutivo.

Una volta approvato il progetto di distribuzione vengono emessi i mandati di  pagamento telematici, con ordine alla banca di disporre il bonifico bancario ai creditori.

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