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Tamponamento a catena

Tamponamento a catena

tamponamento a catena

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Cos’ è il tamponamento a catena?

Il tamponamento a catena è una tipologia di incidente stradale che accade quando più veicoli che percorrono la stessa direzione di marcia si scontrano.

Si verifica quando più mezzi posti sono coinvolti in un sinistro stradale in una successione di collisioni, in cui il veicolo iniziale colpisce il veicolo antistante, creando una reazione a catena.

Questi incidenti possono verificarsi improvvisamente e spesso,  a causa della distrazione alla guida, dell’eccesso di velocità, vengono liquidati con il concorso di colpa.

Le cause più frequenti per cui  si verificano gli incidenti  multipli sono da rinvenire oltre che nella distrazione alla guida, in condizioni meteorologiche avverse.

Ma anche nell’ elevata velocità, mancato rispetto della distanza di sicurezza, o frenate improvvise.

Cause del tamponamento a catena con auto in movimento

Per l’articolo 141 del codice della strada il conducente deve essere in grado di effettuare l’arresto del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.

Le cause più comuni degli incidenti con tamponamento a catena con auto in movimento sono:

  1. mancato rispetto della distanza di sicurezza
  2. rallentamento improvviso del traffico
  3. frenata improvvisa
  4. distrazione per guida con il cellulare

Per evitare gli incidenti con tamponamento a catena, è importante mantenere una distanza di sicurezza sufficiente ad effettuare la frenata tra il proprio veicolo e quello che precede.

Quando avviene un tamponamento multiplo con veicoli fermi incolonnati la verifica del rispetto della distanza di sicurezza è considerata un elemento di responsabilità.

Incidente a catena cause e pericoli

Il rallentamento improvviso del traffico può accadere a causa di un incidente, di lavori stradali non segnalati, di traffico a singhiozzo nei centri abitati, o di un altro evento che rallenta il movimento veicolare.

Nel caso di scontri successivi tra veicoli in colonna, unico responsabile delle conseguenze delle collisioni è il conducente che le ha determinate tamponando da tergo l’ultimo dei veicoli della colonna (Cass. Civ. 8646/2003).

La frenata improvvisa può essere causata da un ostacolo sulla strada, da un animale che attraversa la strada, o da un altro veicolo che frena improvvisamente.

Nel tamponamento a catena si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli.

La distrazione per guida con il cellulare è tra le prime cause di questo tipo di sinistri con conseguenze spesso gravi.

Oltre a determinare la decurtazione punti patente è, purtroppo, una casistica inarrestabile con le persone continuamente connesse alla rete e sui social network.

L’uso del cellulare alla guida determina come pena accessoria di indicare sempre chi è il trasgressore della violazione, ai fini della decurtazione punti sulla patente.

Tamponamento a catena, elevata velocità e distrazione alla guida

Il conducente deve regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole, nelle forti discese e nelle ore notturne.

Tra le cause più frequenti del tamponamento a catena si riscontrano:

  1. Violazione dei limiti di velocità
  2. Distrazione alla guida

I limiti di velocità sono nei centri urbani 50 Km/h, sulle SS 90 Km/h, nelle autostrade 130 Km/h e devono essere adattati alle condizioni dell’asfalto sdrucciolevole, in caso di maltempo.

L’elevata velocità è causa di incidenti stradali con lesioni gravi e oltre a sanzioni  elevatissime può determinare la sospensione della patente.

La distrazione alla guida è un fattore che può contribuire a qualsiasi tipo di incidente stradale, compresi gli incidenti con tamponamento a catena.

Per evitare un tamponamento maggiore attenzione bisogna prestare nei casi di insufficiente visibilità.

Per condizioni atmosferiche o altre cause, nell’attraversamento degli abitati e nei tratti di strada fiancheggiati da edifici

Tamponamento a catena in autostrada

Il tamponamento a catena in autostrada quasi sempre provoca incidente stradale risarcimento danni fisici.

La pericolosità degli incidenti in autostrada è dovuta a veicoli che viaggiano a velocità più elevate, rispetto a strade urbane ed extraurbane.

Il tamponamento ad elevata velocità provoca danni significativi e lesioni più gravi rispetto a velocità minori ed incidenti nei centri urbani.

La distanza di sicurezza da mantenere per evitare incidenti stradali dovrebbe essere tale da consentire la frenata in assoluta sicurezza.

Cosa fare nel tamponamento a catena?

Se si è coinvolti in un tamponamento, ovvero in incidente che coinvolge più mezzi in marcia, bisogna rimanere calmi.

Per prima cosa assicurarsi che la serie dei tamponamenti sia terminata, senza scendere dalla macchina.

Accendere le luci di emergenza per evitare di essere investiti da automobili che sopraggiungono in quel momento.

Verificare se si tratta di incidente con feriti e, se necessario, chiamare immediatamente i soccorsi.

Se possibile, spostare le auto coinvolte fuori dalla carreggiata, per evitare ulteriori incidenti.

Scambiare informazioni con gli altri conducenti coinvolti.

Prendere nome, telefono, assicurazione e targa, fotografare i danni alle auto coinvolte e l’area circostante per documentare la scena.

Chiamare la Polizia Stradale per compilare un rapporto ufficiale dell’incidente, ove sarà indicato se vi sono lesioni da incidente stradale.

Segnalare immediatamente l’incidente alla propria compagnia assicurativa e fornire tutte le informazioni raccolte.

Di chi è la colpa nel tamponamento a catena?

Il verbale di incidente stradale è fondamentale per accertare le responsabilità e la colpa dell’incidente nel tamponamento a catena.

Solo dopo avere esaminato il verbale di incidente è possibile inoltrare correttamente la richiesta di risarcimento danni all’assicurazione del veicolo responsabile del tamponamento.

Anche se le ferite sembrano lievi, cercare assistenza medica è essenziale per verificare l’entità dei danni fisici.

Il trauma stradale potrebbe acuirsi con il trascorrere del tempo.

Un referto medico ospedaliero è necessario per la richiesta di risarcimento del danno al fine di attestare il tipo di lesioni riportate.

Non è facile attribuire la colpa nel tamponamento a catena,  senza rivolgersi ad un avvocato esperto in sinistri stradali.

Soprattutto nel casi di incidenti stradali multipli e nel caso di incidente stradale mortale causato da sbandamento di tir.

Lesioni stradali e tamponamento multiplo

Nel tamponamento multiplo, le lesioni possono variare in base alla gravità dell’incidente, alla velocità dei veicoli coinvolti e ad altri fattori.

Tra le lesioni più comuni ci sono il colpo di frusta, causato dal repentino movimento del collo in avanti e all’indietro.

Può procurare dolore al collo, alla spalla e alla schiena con trauma del rachide cervicale.

Nel tamponamento sono frequenti lesioni al cranio, alla fronte ed alla testa, come contusioni.

In casi più gravi, lesioni cerebrali con prognosi riservata, per effetto della violenza dell’urto e sobbalzo in avanti.

Altra tipologia di lesioni è rappresentata da frattura alle braccia, alle gambe, o alle costole, a causa della compressione e della forza applicate durante la collisione.

Le lesioni alla colonna vertebrale, possono avere conseguenze a lungo termine sulla mobilità ed essere compromissive della stessa come, purtroppo, accade spesso negli incidenti con camion.

Quando si è estratti dalle lamiere di un’auto dai vigili del fuoco, sono frequenti lesioni toraciche, causate dalla cintura di sicurezza, contusioni al petto, o ai polmoni, se l’airbag non si attiva.

Oltre alle lesioni fisiche, gli occupanti coinvolti in un tamponamento multiplo possono soffrire di stress post-traumatico (PTSD) o altre lesioni psicologiche dovute alla paura e allo shock dell’incidente.

Responsabilità nel tamponamento a catena

La responsabilità nel tamponamento a catena dipende dalla dinamica dei veicoli coinvolti.

Nel caso di veicoli fermi, la responsabilità è attribuita al conducente che ha tamponato per primo l’ultimo della fila.

In questo caso, tutti i veicoli coinvolti vengono risarciti dalla compagnia assicurativa del veicolo che ha causato il primo tamponamento.

In caso di veicoli in movimento, la responsabilità è attribuita a tutti i conducenti coinvolti, in proporzione alla distanza che li separava dal veicolo che li precedeva al momento dell’incidente.

In questo caso, ciascun conducente dovrà risarcire i danni causati all’auto che lo precedeva, in una misura che dipende dalla distanza di sicurezza non rispettata.

Lunico conducente senza responsabilità sarà il primo della fila, che ha subito il danno causato dal tamponamento non ha danneggiato nessun altro veicolo.

Tamponamento a catena e passeggero trasportato

Nel caso di incidente al passeggero trasportato  nel tamponamento a catena e lesioni personali si ha diritto a chiedere il risarcimento per i danni subiti.

In questo caso bisogna, prima di tutto, provare di essere stati trasportati all’interno della macchina coinvolta nell’incidente.

Inoltre, occorre fornire prova del nesso di causalità e, dunque, che ci sia s un collegamento diretto tra l’incidente stradale e le lesioni da questo procurate.

Ai fini del risarcimento del danno al terzo trasportato, l’articolo 141 del codice delle assicurazioni, esclude il diritto nel sinistro cagionato da caso fortuito.

Il caso fortuito è un evento imprevedibile ravvisabile, per esempio, per l’attraversamento di un cane, o animale selvatico.

In virtù di ciò, è chiaro che diventa fondamentale l’assistenza di un avvocato con una lunga esperienza nel settore della infortunistica stradale.

Chi paga nel tamponamento a catena?

La domanda da porsi negli incidenti  multipli  è  sempre relativa alla questione nel tamponamento a catena chi paga:

Al fine di essere risarcito dall’assicurazione è importante conservare tutte le ricevute e i documenti delle spese mediche.

Nonché le spese relative alle riparazioni dell’automobile ed, eventualmente, le spese di noleggio di altro veicolo, o taxi.

Per la richiesta del risarcimento è importante consultare un avvocato specializzato in infortunistica stradale.

Un legale esperto in incidenti stradali è fondamentale per inoltrare correttamente la richiesta di risarcimento danni e tutelare i diritti del danneggiato.

L’assistenza di un avvocato specializzato in sinistri stradali è obbligatoria per la negoziazione con la compagnia di assicurazione, per ottenere un risarcimento giusto.

Se la trattativa con l’assicurazione non produce risultati soddisfacenti, è necessario instaurare una causa civile per ottenere il risarcimento dei danni da circolazione stradale.

Richiesta danni nel tamponamento a catena

Nel caso di un tamponamento a catena non è ammesso il risarcimento diretto.

Questa procedura consente a chi ha subito i danni di chiedere l’indennizzo direttamente alla propria compagnia assicuratrice, che poi si rivale su quella del responsabile.

Pertanto, nel caso che il tamponamento abbia coinvolto veicoli fermi e incolonnati, la richiesta di risarcimento andrà inoltrata al veicolo responsabile del sinistro.

In genere il responsabile di un tamponamento è l’ultimo veicolo, ovvero quello che ha causato il tamponamento a catena.

La richiesta danni va inoltrata anche al conducente e proprietario della macchina che ha tamponato, nel caso in cui siano stati coinvolti veicoli in movimento. 

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Lesioni incidente stradale

Lesioni incidente stradale

Lesioni incidente stradale

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Un incidente stradale quando provoca lesioni gravi o gravissime, ha per il responsabile del sinistro conseguenze sia in ambito civile, che penale.

Sul piano civile la copertura assicurativa obbligatoria, istituita con Legge 990/69, richiamata dall’art 123 Codice delle Assicurazioni, manleva il responsabile dell’incidente che ha causato danni da circolazione stradale.

Questo significa che chi ha riportato lesioni stradali può rivalersi economicamente sull’assicurazione del mezzo investitore tenuta a pagare nel caso di incidente stradale risarcimento danni fisici.

In ambito penale, invece, il reato di lesioni stradali è tornato ad essere perseguibile a querela di parte, non essendo più perseguibile d’ufficio nel caso di prognosi superiore a 40 giorni di malattia, tranne che per le aggravanti.

Lesioni stradali, quando il reato è procedibile d’ufficio e a querela di parte?

L’art. 1 comma 2 lettera c del Decreto Legislativo 10 ottobre 2022 n. 150 introduce un nuovo comma 9 all’art. 590 bis del codice penale prevedendo la procedibilità del reato per lesioni stradali a querela della persona offesa.

L’unica eccezione che prevede la procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni stradali gravi o gravissime è per i casi in cui ricorrano una o più circostanze aggravanti.

Pertanto, dal 1 novembre 2022, le lesioni stradali gravi o gravissime sono procedibili d’ufficio solo quando risultano aggravate da:

  • guida in stato di ebbrezza
  • guida in stato di alterazione per uso di sostanze stupefacenti
  • condotte di guida pericolose
  • attraversamento con il rosso
  • guida contromano
  • eccesso di velocità
  • sorpasso in curva
  • mancato arresto strisce pedonali
  • guida senza patente, o con patente sospesa, o revocata
  • guida di veicolo privo di assicurazione

Sono, invece punibili, a querela della persona offesa, le condotte poste in essere in violazione delle norme del Codice della Strada, oltre che quelle aggravate nel caso di fuga del conducente, al di fuori dei casi previsti per le aggravanti.

Il rischio di lesioni gravissime è particolarmente frequente nei casi di  incidenti a pedoni in quanto privi di protezione, ma riguardano  frequentemente anche casi di incidente in moto e di incidenti in bicicletta.

Per il risarcimento danni incidente stradale la scelta dell’Avvocato è  fondamentale e non può prescindere dall’esame del suo curriculum, dalla sua esperienza e specializzazione nell’infortunistica stradale.

Risarcimento lesioni incidente stradale

Purtroppo chi riporta lesioni da incidente stradale gravi, o gravissime, dovrà convivere per sempre con le menomazioni fisiche subite, soprattutto in caso di perdita di arti e organi vitali.

Nel caso di macro lesioni, ovvero di lesioni permanenti superiori al 9 % in termini di danno biologico la richiesta di risarcimento danni deve essere inoltrata ai sensi dell’art. 148 CdA all’assicurazione del mezzo investitore.

L’articolo 2043 del codice civile, infatti, obbliga chiunque cagiona ad altri un danno ingiusto a risarcirlo, con la precisazione che, ai sensi dell’art. 2059 c.c., il danno non patrimoniale può essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge.

Tuttavia, il primo problema da superare per avere diritto al risarcimento danni nei sinistri stradali è sempre relativo alla presunzione del concorso di colpa, stabilito dall’articolo 2054 del codice civile.

Il danneggiato, quando non è responsabile, ha diritto al risarcimento danni sia per il danno non patrimoniale, che comprende il danno morale ed il danno esistenziale, che per il danno patrimoniale, o compromissione della capacità lavorativa.

Inoltre l’art. 147 Codice Assicurazioni Private contempla il caso relativo allo stato di bisogno del danneggiato e provvisionale quando non sorgono contestazioni sulla responsabilità dell’incidente stradale.

Il risarcimento incidente stradale, pertanto dipende sempre da diversi fattori per cui è fondamentale essere rivolgersi ed essere assistiti  fin da subito da un avvocato per incidenti stradali.

Entro quanto va presentata la querela per  lesioni stradali?

La querela per il reato di lesioni stradali deve essere presentata dal danneggiato entro 3 mesi, termine oltre il quale si decade dal diritto di chiedere che venga aperto un procedimento penale contro l’investitore.

Pertanto, in considerazione del mutato regime di operatività del reato di lesioni stradali, il superamento dei 40 giorni di malattia, o la prognosi riservata, non fanno più sorgere l’obbligo di comunicare la notizia di reato all’Autorità Giudiziaria.

Infatti, il reato di lesioni stradali gravi o gravissime è perseguibile a querela di parte entro 3 mesi dall’incidente, oppure d’ufficio nel solo caso delle aggravanti previste dalla legge per guida pericolosa.

La Polizia Stradale che ha proceduto ai rilievi deve informare il danneggiato se intende, o meno, presentare querela per il reato, che non è più perseguibile d’ufficio se il referto prevede una prognosi superiore a 40 giorni.

La procedura di risarcimento danni deve essere deve essere istruita ai sensi dell’art. 148 del Codice delle Assicurazioni e l’assicurazione provvede a liquidare il danneggiato all’esito dell’accertamento delle lesioni fisiche.

Quali sono le lesioni gravi?

Sotto il profilo del reato, l’articolo 583 del codice penale stabilisce che quando la lesione è grave si applica la pena da 3 a 7 anni, delimitando il confine tra le lesioni gravi e le lesioni gravissime.

Le lesioni personali gravi implicano una malattia che mette in pericolo la vita, come nel caso di perdita di coscienza e ricovero in terapia intensiva con prognosi riservata.

Sono lesioni gravi, dunque, quelle da cui scaturisce una malattia, o la incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore a 40 giorni, oppure l’indebolimento permanente di un senso, o di un organo.

In tutti questi casi chi ha subìto un reato ha diritto al risarcimento del danno che nel caso di incidente con feriti è coperto dall’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile.

Quali sono le lesioni gravissime?

Le lesioni personali gravissime comportano una malattia certamente, o presumibilmente, insanabile.

Il reato di lesioni gravissime si ha quando dal fatto, doloso o colposo, è derivata la perdita di arti, di un organo vitale, di un senso, o lo sfregio del viso.

Tra queste vi è certamente anche la incapacità di procreare, una mutilazione che renda l’arto inservibile, una deformazione, una permanente e grave difficoltà nel parlare ed esprimersi.

Per il reato di lesioni personali gravissime la pena prevista nel nostro ordinamento giuridico è la reclusione da 6 a 12 anni.

Nel caso di lesioni stradali gravi o gravissime in incidente al passeggero trasportato la procedura di risarcimento danni segue le regole indicate dall’articolo 141 del Codice delle Assicurazioni Private.

Qual’ è la pena per il reato di lesioni stradali?

Le lesioni procurate alla guida in incidenti stradali sono un reato previsto dall’ articolo 590 bis codice penale, che stabilisce la pena per le lesioni personali stradali gravi, o gravissime.

Chiunque alla guida procura per colpa ad altri lesioni personali con violazione delle norme del Codice della Strada è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno per le lesioni gravi.

La pena per l’investitore quando le lesioni procurate in un incidente stradale sono gravissime, con mutilazione, perdita di organi, arti per il danneggiato, è aumentata da 1 a 3 anni.

Quali sono le aggravanti nel reato di lesioni stradali?

La pena della reclusione è aumentata da 3 a 5 anni per le lesioni gravi che sono procurate in incidenti stradali quando il conducente responsabile del sinistro è stato trovato positivo all’alcol test.

Per le lesioni gravissime la pena quando chi ha causato l’incidente stradale era alla guida in stato di ebbrezza, o sotto l’uso di droghe è, invece, della reclusione da 4 a 7 anni.

Le medesime aggravanti sono previste nel caso di guida pericolosa per eccesso dei limiti di velocità, per guida contromano, attraversamento con il semaforo rosso.

L’investitore soggiace all’aumento di pena anche quando ha provocato lesioni nell’incidente stradale per inversione a U, sorpasso in curva, in prossimità di dossi e attraversamenti pedonali.

Le aggravanti si applicano anche al conducente che nei centri urbani proceda ad una velocità pari o superiore al doppio di quella consentita, non inferiore a 70 km/h.

Mentre su strade extraurbane sono previste aggravanti per chi cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime ad una velocità superiore di 50 km/h rispetto a quella consentita.

Incidenti plurimi, guida senza patente, su mezzo non assicurato e veicolo datosi alla fuga

Nel caso di incidenti plurimi quando il conducente cagioni lesioni a più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni aumentata fino al triplo.

La pena prevista nel caso in cui alla guida si siano procurate lesioni personali a più persone non può, comunque, superare gli anni 7.

Il delitto è sempre punibile a querela della persona offesa, entro il termine di 3 mesi dall’incidente, se non ricorre alcuna delle circostanze aggravanti

La pena per il reato di lesioni stradali è aumentata anche se l’incidente è stato provocato da persona non munita di patente di guida, o con patente sospesa, o revocata.

Così anche nel caso in cui il veicolo a motore sia di proprietà dell’autore del fatto e tale veicolo sia sprovvisto di assicurazione obbligatoria.

Nel caso di pirata della stradaincidente con auto pirata quando, l’investitore si dà alla fuga, la pena è aumentata da un terzo a due terzi e non può essere inferiore a 3 anni come stabilito dall’articolo 590 ter del codice penale.

Avvocato esperto in risarcimento per lesioni stradali

La scelta dell’avvocato per incidenti stradali cui affidare l’incarico per ottenere il risarcimento danni nel caso di lesioni stradali gravi o gravissime è determinate.

La materia dell’infortunistica stradale è complessa e variegata e solo selezionando avvocati per incidenti stradali di elevato spessore e curriculum è possibile ottenere un risarcimento elevato.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha ricevuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il contributo a favore di danneggiati da gravi incidenti stradali.

Presidente della XIX Sottocommissione per l’Esame di Stato per Avvocato a Roma nel 2023, è membro del Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio Sulla Giustizia Civile che elabora le Tabelle di risarcimento per le macro lesioni.

E’ considerato in ambito nazionale tra i massimi esperti in materia di responsabilità civile da circolazione stradale e risarcimento del danno, eletto migliore Avvocato nel settore del diritto delle assicurazioni.

L’Avvocato Gianluca Sposato segue solo casi relativi ad incidenti stradali con lesioni gravi, o gravissime e incidenti stradali mortali, con liquidazioni per il danneggiato sempre di gran lunga superiori alle medie nazionali.

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Diritto di Famiglia

Accertamento di paternità

Avvocato per accertamento di paternità

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L’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto di famiglia e diritto ereditario, segue personalmente procedimenti per l’accertamento di paternità su tutto il territorio nazionale.

“Mater semper certa estpater numquam” la madre è sempre certa, il padre mai, dicevano i latini: oggi, però, grazie al test del DNA non è più così.

Con un semplice tampone salivare, o prelievo di un capello anche tra fratelli consanguinei, ovvero concepiti dallo stesso padre, ma nati da madre diversa, è possibile avere un risultato certo sulla paternità.

Se il padre si rifiuta di sottoporsi ad accertamento genetico forense, con l’azione di riconoscimento di paternità il giudice può disporre il relativo accertamento.

Grazie ai progressi della scienza si può individuare con certezza assoluta da chi è stato concepito il figlio.

Il giudizio di accertamento di paternità

Se il padre, o i fratelli consanguinei, non si sottopongono volontariamente al test del DNA occorre essere assistiti da un avvocato familiarista per il giudizio di accertamento di paternità.

All’esito della mediazione obbligatoria, in caso di mancato accordo, bisognerà instaurare un procedimento di cognizione presso il tribunale competente chiedendo al giudice di disporre gli accertamenti necessari.

Alla verifica del test di paternità è fondamentale essere assistiti da un consulente di parte medico legale genetista forense, per sincerarsi che le operazioni vengano compiute correttamente.

L’accertamento immuno ematologico della paternità non è subordinato alla prova dell’esistenza di una relazione.

Il rifiuto ingiustificato a sottoporvisi, ai sensi dell’art. 116 cod. proc. civ., è suscettibile di essere valutato come ammissione per costante giurisprudenza di legittimità (Cass. civ. sez. I, 14/06/2019, n.16128).

Questo significa che se il padre si rifiuta di eseguire le indagini autorizzate, il giudice deve interpretare la sua negligenza come ammissione di riconoscimento.

I diritti del figlio riconosciuto nel nostro ordinamento giuridico

Le conseguenze del riconoscimento di paternità, a prescindere da rapporti umani ed affettivi, non sempre facilmente recuperabili, sul piano giuridico investono questioni che hanno riflessi importanti.

In termini di diritto le conseguenze del riconoscimento per il figlio investono sia l’ambito del diritto di famiglia, il ramo del diritto ereditario.

Sul piano del diritto di famiglia, senza distinzione tra genitori coniugati o non coniugati e, dunque, tra figli nati in costanza di matrimonio o meno, il dovere dei genitori di mantenere i figli trova il suo fondamento nell’art. 30 della Costituzione.

L’art. 147 del codice civile richiama l’obbligo da parte dei genitori  a provvedere all’istruzione ed al mantenimento, oltre che a fornire assistenza morale alla prole.

Sul piano del diritto ereditario il figlio riconosciuto acquisisce il titolo di legittimario e, come erede legittimo, non può essere escluso dall’asse ereditario neanche con il testamento.

Esito della prova del test del DNA e sentenza di riconoscimento paterno

L’azione di riconoscimento di paternità si promuove presso il tribunale territorialmente competente mediante atto di citazione a comparire in giudizio in base all’art. 269 del codice civile.

Una volta istaurato il procedimento, verificata la regolarità delle notifiche ed iscritta a ruolo la causa, il giudice ammette i mezzi istruttori richiesti nominando un consulente di parte esperto in genetica forense per i relativi  accertamenti  di  laboratorio.

All’esito della prova del test del DNA nel caso di risultato positivo, ottenuta la sentenza di riconoscimento paterno, l’Ufficiale di Stato Civile procede a fare la prescritta annotazione nel relativo atto di nascita.

Esiste la possibilità per il figlio riconosciuto di non modificare il cognome materno, o di  aggiungere quello del padre.

Le conseguenze del riconoscimento paterno, sia esso volontario, che giudiziale, si ripercuotono nella status del figlio che, in quanto riconosciuto, acquisisce diritti al sostegno morale ed economico, oltre che subentrare nell’asse ereditario paterno.

Effetti del riconoscimento di paternità per il figlio riconosciuto

Dal momento del riconoscimento di paternità il figlio riconosciuto acquisisce il diritto al mantenimento da parte del padre che deve contribuire alle spese familiari.

Oltre che, ai  sensi dell’ articolo 315 bis del codice civile, il diritto ad essere educato, istruito ed assistito moralmente dai genitori nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni.

L’annotazione nel Registro dell’Anagrafe degli Atti di Nascita ha come ulteriore conseguenza il subentro del figlio riconosciuto nell’asse ereditario paterno.

Con tutte le conseguenze di legge trattandosi di erede legittimario che, dunque, non può mai essere estromesso dall’asse ereditario,

Ciò con riferimento alle quote ereditarie con e senza testamento a lui riservate per legge, tenuto conto che l’eredità è costituita sia dal relictum che dal donatum.  

Il patrimonio ereditario, infatti, non è costituito solo da quanto rimane nell’asse ereditario alla morte del de cuis.

I beni ereditari frequentemente in questi casi sono oggetto di sottrazione per avvantaggiare gli altri legittimari.

Ma si deve necessariamente tenere conto di tutte le disposizioni di liberalità compiute in vita dal de cuius che, per effetto della collazione ereditaria, vanno imputate alla massa ereditaria.

Riconoscimento di paternità postumo

Se il genitore su cui bisogna eseguire l’accertamento di paternità è defunto è, comunque, possibile risalire alla propria genesi ed effettuare il test del DNA.

Questa operazione è possibile su un campione osseo del defunto, ottenendo l’autorizzazione da parte dell’Autorità Giudiziaria, sempre che sia possibile.

E’ possibile avere un risultato certo anche attraverso la comparazione del dna sui parenti più prossimi, sui propri fratelli consanguinei, o sugli zii paterni.

L’azione per lo più è propedeutica, ad esito favorevole, ad accettare l’eredità del proprio genitore defunto.

Tralasciando le vicende spesso tormentate che non hanno consentito al figlio concepito di godere degli stessi diritti dei propri fratelli consanguinei.

Costo del test del DNA per accertamento di paternità

L’analisi dei polimorfismi del DNA costituisce l’unico mezzo di prova diretto della paternità e viene effettuata procedendo al confronto tra il profilo genetico del figlio con quello dei genitori.

Il costo per eseguire il test per l’accertamento di paternità con valore legale se eseguito in laboratorio spontaneamente ha un prezzo che si aggira intorno ai 500,00 euro a persona su cui si esegue il prelievo.

Diverso è il caso in cui il padre si sottragga all’accertamento.

Per cui si apre tutto un altro scenario ed è indispensabile rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto di famiglia ed ereditario per seguire tutte le fasi relative al giudizio per l’accertamento di paternità, sostenendo i relativi  costi.

Costi per la causa di riconoscimento di paternità

I costi per la causa di riconoscimento di paternità sono relativi sia all’attività di assistenza legale che per le spese propedeutiche inerenti le indagini biologo forensi da svolgere ai fini del test del DNA in laboratorio con valore legale.

Il compenso dell’avvocato, di cui il cliente riceve preventivo scritto al conferimento del mandato accettando le relative scadenze di pagamento, è dovuto per le varie fasi dell’attività da svolgere, come stabilito dal comma 2 dell’ art. 14 del DM 55/14.

Le fasi, nelle quali l’attività giudiziale è distinta, sono:

  • la fase di studio della controversia,
  • la fase di introduzione del procedimento,
  • la fase istruttoria e/o di trattazione
  • la fase decisoria.

L’onorario per il CTP, ovvero per il proprio medico legale consulente di parte, necessario data la delicatezza della questione trattata, varia a seconda dell’esperienza della competenza, autorevolezza e professionalità del professionista.

Tenuto conto che il nostro Studio Legale, fondato nel 1949, si avvale solo dei migliori medici legali esperti in genetica forense, professori e docenti universitari, su tutto il territorio nazionale.

L’onorario per il CTU medico legale nominato dal giudice, normalmente posto a carico solidale delle parti, ha un costo variabile, comunque mai inferiore all’importo di 1.000,00 euro.

L’ Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto di famiglia ed ereditario, segue personalmente sia l’azione di riconoscimento di paternità, che la fase relativa all’accettazione dell’eredità del figlio riconosciuto.

Lo Studio Legale Sposato è garanzia di assistenza legale di eccellenza, volta a tutelare il cliente, salvaguardandone sempre diritti e interessi, grazie alla sua capacità anche di conseguire accordi e transazioni, ottimizzando tempi e costi.

  

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Incidente stradale risarcimento danni fisici

Incidente stradale risarcimento danni fisici

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In questo articolo, nella mia lunga carriera di Avvocato esperto in danni gravi per lesioni stradali, spiego come viene calcolato il risarcimento dei danni fisici da incidente stradale.

Inoltre chiarisco come si calcola il danno per lesioni fisiche, indicando quando e quanto tempo impiega l’assicurazione per pagare a seguito di visita medico legale assicurazione infortuni.

Se hai avuto un incidente stradale con danni fisici l’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali, tra i massimi esperti nel risarcimento del danno è a disposizione per seguire il tuo sinistro.

Cosa fare in caso di incidente stradale con feriti

Nel caso di incidente stradale con feriti si ha diritto al risarcimento dei danni fisici solo quando chi ha riportato lesioni non è responsabile dell’incidente.

Se il danneggiato non fornisce la prova liberatoria di cui all’articolo 2054 del codice civile, che presuppone la responsabilità di tutte le parti coinvolte nell’ incidente, la liquidazione del danno può avvenire con il concorso di colpa.

In presenza di un incidente stradale con feriti la legge stabilisce come prima cosa di prestare soccorso a coloro che hanno subito danni fisici.

Bisogna chiamare l’ambulanza al 118, evitando di prendere iniziative personali, come lo spostamento dei feriti, che potrebbero aggravare lo stato di salute dei danneggiati.

E’ necessario segnalare l’incidente agli altri automobilisti e, nell’attesa dell’arrivo delle Forze dell’Ordine, apporre il triangolo di emergenza alla giusta distanza per evitare pericolo.

Qualora si è stati testimoni oculari dell’incidente bisogna lasciare le proprie generalità e una dichiarazione dettagliata sulla modalità in cui è avvenuto il sinistro.

Come ottenere il risarcimento dei danni fisici da incidente stradale

Per ottenere il risarcimento dei danni fisici da incidente stradale è fondamentale procurarsi le testimonianze di chi ha assistito al sinistro e rivolgersi ad un avvocato per incidenti stradali.

Le testimonianze devono essere acquisite nel verbale di incidente stradale, che può essere richiesto solo a chiusura delle indagini della polizia stradale.

Chi riporta ferite gravi a seguito di un sinistro stradale è tenuto a fornire la prova che l’incidente non si è verificato per sua colpa, per questo è importante essere assistiti da un avvocato esperto in infortunistica stradale.

A meno che non si ha una polizza Kasko, o assicurazione privata contro gli infortuni, nel qual caso occorre esaminare eventuali franchigie che non coprono per intero il danno riportato.

Una volta dimostrato che l’incidente è stato causato dal proprio investitore, il danneggiato deve documentare il danno relativamente alle lesioni fisiche.

Le lesioni fisiche devono essere documentate attraverso documentazione medica e spese mediche sostenute.

Come comportarsi alla visita medico legale con l’assicurazione?

Alla visita medico legale disposta dall’assicurazione del responsabile civile è’ importante essere accompagnati sempre dal proprio medico legale di parte che può stabilire in caso di incidente l’assicurazione cosa paga.

Bisogna portare con sé tutta la documentazione medica, i referti e le lastre, descrivere le modalità del sinistro e le ripercussioni sulla propria salute, attività ricreativa e lavorativa.

Come si calcola il risarcimento dei danni fisici in un incidente stradale?

Le componenti per il calcolo del risarcimento danni fisici nell’ incidente stradale riguardano l’accertamento del danno biologico mediante la tabella punti invalidità permanente e importi per risarcimenti danni.

Il danno biologico consiste nella lesione all’integrità psicofisica della persona suscettibile di accertamento medico-legale ed il calcolo si effettua con una valutazione a punti.

L’accertamento delle lesioni fisiche viene effettuato dalla compagnia di assicurazione quando l’infortunato è giunto a guarigione, o i postumi invalidanti permanenti si sono stabilizzati.

Esistono 2 tipi di procedure di risarcimento del danno per lesioni derivanti da incidente stradale:

  1. procedura di risarcimento diretto, regolata dall’ art. 149 del Codice delle Assicurazioni, per le lesioni fisiche meno gravi ( micro lesioni ), fino a 9 punti di danno biologico.
  2. procedura di risarcimento ordinaria, regolata dall’art. 148 del Codice delle Assicurazioni, per i danni fisici più gravi ( macro lesioni ), da 10 punti in sù di danno biologico.

Solo un avvocato che tratta esclusivamente la materia della responsabilità civile da circolazione stradale, esperto nel ramo del diritto delle assicurazioni, può inquadrare correttamente la procedura applicabile.

Procedura di risarcimento diretto, tabella per il calcolo

La procedura di risarcimento diretto, prevista dall’art. 149, prevede che il pagamento delle lesioni fisiche avvenga da parte della propria assicurazione.

Ciò è possibile soltanto quando i danni fisici non superano il 9% di invalidità permanente e non si applica nel caso siano coinvolti più mezzi come nel tamponamento a catena.

Il punto base del danno biologico per l’invalidità permanente nelle lesioni di lieve entità ad oggi, è di € 870,97  importo che diminuisce con l’aumentare dell’età.

Per ogni giorno di inabilità temporanea assoluta nelle microlesioni viene riconosciuto a titolo di risarcimento danni non patrimoniali la somma di euro 50,79.

Per l’inabilità temporanea parziale al 50%, invece, l’importo riconosciuto al danneggiato per ogni giorno riconosciuto è di euro 25,39.

Nelle lesioni di non lieve entità le compagnie di assicurazione tendono a non  riconoscere il danno morale.

Questo tipo di pregiudizio solitamente viene liquidato con un aumento in misura percentuale sull’importo riconosciuto a titolo di danno biologico.

Nelle lesioni micro permanenti il danno morale va allegato e provato con maggior rigore, come ribadito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 5547 del 01/03/2024.

E’ possibile calcolare il risarcimento del danno delle lesioni fisiche di minore entità e vedere quanto paga l’assicurazione per 30 giorni di prognosi cliccando qui.

Procedura di risarcimento ordinaria per lesioni gravi

La procedura di risarcimento ordinaria, nei danni da circolazione stradale che hanno causato lesioni di non lieve entità, prevede che la richiesta di risarcimento sia inoltrata alla compagnia del veicolo investitore.

Ciò si rende necessario quando le lesioni superano 9 punti di invalidità permanente, in termini di valutazione del danno biologico, nel caso di macro lesioni.

In questi casi si applica l’articolo 148 del Codice delle Assicurazioni Private ed è previsto un incremento del punto, con la personalizzazione del danno.

L’ammontare dell’importo che spetta al danneggiato a titolo di risarcimento dipende sempre dall’entità danno biologico accertato in sede di visita medico legale.

Per il calcolo delle somme spettanti a titolo di risarcimento danni a chi riporta danni fisici in un incidente stradale, si considerano:

  1. L’inabilità temporanea assoluta ( ITA ): i giorni che intercorrono tra l’incidente e il completo ristabilimento di chi ha riportato le lesioni fisiche, che normalmente coincidono con i giorni di ricovero ospedaliero.
  2. L’inabilità temporanea parziale ( ITP ): i giorni in cui il danneggiato ha avuto una funzionalità limitata, ma non si è del tutto ristabilito.
  3. Il grado di invalidità permanente ( IP ): quando le conseguenze del sinistro non sono eliminabili con cure, o terapie ed incidono in misura permanente sulla funzionalità vitale di chi ha riportato lesioni.

Come si calcola il danno biologico

La somma dell’inabilità temporanea assoluta, dell’ inabilità temporanea parziale e del grado di invalidità permanente costituisce il danno biologico, ovvero la menomazione all’integrità psico-fisica della persona

Nel danno alla salute rientrano anche il danno esistenziale ed il danno morale, oggetto di accertamento e valutazione medico-legale.

Per ogni giorno di inabilità temporanea assoluta nelle lesioni di grave entità viene riconosciuta una somma da 96,00 euro fino a 145,00 euro in applicazione delle Tabelle del Tribunale di Roma.

Per quanto riguarda il danno biologico per lesioni di non lieve entità l’articolo 138 del Codice delle Assicurazioni Private fa riferimento ad una Tabella Unica Nazionale, ancora non approvata a causa del suo iter legislativo travagliato.

A tale situazione si pone rimedio utilizzando le Tabelle del Tribunale di Roma, o di Milano, che adottano un sistema a punto variabile, in funzione dell’età del danneggiato e del grado di invalidità accertato.

Per ogni punto di invalidità permanente delle lesioni fisiche superiore a 9 si assegna un valore monetario crescente con l’aumentare dei punti di invalidità e decrescente con l’aumentare dell’ età del danneggiato.

Le Tabelle del Tribunale di Milano, operano poi la così detta personalizzazione del danno, che viene applicata anche dalla Tabelle del Tribunale di Roma.

In tal modo si tiene conto dell’incidenza delle lesioni fisiche sugli aspetti dinamico relazionali della vita del danneggiato, da intendersi come danno esistenziale.

Per quanto riguarda il danno morale, da intendersi come sofferenza per le lesioni fisiche, deve essere provato e non è ancora pacifico in giurisprudenza se abbia una sua autonomia, o debba rientrare nella personalizzazione.

Tabelle di liquidazione del Danno per Macrolesioni

Il danno non patrimoniale, non ha ancora una Tabella nazionale delle menomazioni all’integrità psicofisica tra 10 e 100 punti di invalidità, come previsto dall’ articolo 138 del codice assicurazioni private.

Per sopperire a tale lacuna, si ricorre alle Tabelle di liquidazione del danno  elaborate dai Tribunali di Roma e Milano, grazie al lavoro del Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile, di cui faccio parte.

Queste Tabelle di liquidazione del danno attribuiscono un valore punto base al danneggiato, che aumenta in relazione all’entità del danno e diminuisce maggiore è l’età.

Il punto base può essere aumentato con la personalizzazione del danno, in presenza di elementi valutabili obiettivamente e prove documentali.

Ciò in relazione all’incidenza delle lesioni sulla sfera dinamico relazionale e morale del danneggiato, in termini di sofferenza e sconvolgimento delle sue abitudini di vita.

Nel mese gennaio 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato la Tabella risarcimento lesioni personali per le lesioni di non lieve entità, attesa da oltre 15 anni.

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha sospeso il parere sulla Tabella approvata dal Governo, condividendo le mie critiche, quale rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati, inviate al Presidente della Repubblica.

Nell’ambito della mia attività istituzionale ho evidenziato il contrasto tra la necessità di conciliare il diritto delle vittime dei sinistri a un pieno risarcimento del danno con quello di razionalizzare i costi del sistema assicurativo.

Per le macro lesioni, dunque, sono ancora in vigore i criteri di liquidazione del danno indicati nella Tabella del danno non patrimoniale del Tribunale di Roma, promulgata nel mese di dicembre 2023.

E’ possibile consultare le tabelle di liquidazione del danno per le lesioni maggiori cliccando qui

Quando l’assicurazione paga i danni fisici di un incidente stradale?

L’assicurazione paga i danni fisici che sono conseguenza diretta di un incidente stradale quando chi ha riportato le lesioni non ha causato l’incidente e, dunque, non è responsabile.

Quindi il primo problema da superare è sempre quello di dimostrare di non essere stati responsabili dell’incidente e di avere fatto tutto il possibile per evitarlo.

E’ frequente che l’assicurazione non voglia pagare perché è stata fornita una descrizione contrastante dell’incidente, oppure voglia risarcire in misura ridotta i danni fisici che sono conseguiti dall’incidente stradale.

Superato il problema della responsabilità, ovvero dell’accertamento della colpa nell’incidente stradale, bisogna affrontare il problema della valutazione e quantificazione delle lesioni fisiche.

Questo accertamento non è mai semplice e deve tenere conto dell’incidenza delle lesioni nella vita quotidiana del macro leso, in termini sia di danno morale che  di danno dinamico relazionale.

Per questo, nel caso in cui si riportano danni fisici in un incidente stradale, è  fondamentale essere supportati da un avvocato specializzato nel settore del diritto delle assicurazioni.

Il risarcimento delle lesioni fisiche in un incidente stradale

Per ottenere il pagamento di lesioni fisiche per incidente stradale bisogna fornire indicazioni precise all’assicurazione, cosa che può avvenire solo se si è assistiti da un avvocato esperto in incidente con feriti.

Bisogna indicare l’età del macro leso, la sua attività lavorativa ed allegare tutti i documenti per provare il nesso di causa tra incidente e lesioni, idonei a dimostrare l’entità del danno.

Tutti questi documenti sono necessari per avviare correttamente la pratica di  risarcimento danni contro l’assicurazione per una liquidazione senza ritardi:

  1. verbale di incidente stradale cartella
  2. clinica di Pronto Soccorso, referti medici e spese mediche
  3. attestazione medica comprovante l’avvenuta guarigione, o meglio relazione medico legale di parte
  4. dichiarazioni testimoniali dell’incidente
  5. dichiarazione dei redditi del danneggiato
  6. dichiarazione di non avere diritto a percepire indennità da istituti che gestiscono assicurazioni sociali obbligatorie
  7. documentazione relativa al danno dinamico relazionale per la personalizzazione del danno
  8. documentazione relativa al danno morale

Quanto tempo impiega l’assicurazione per pagare i danni fisici in un incidente stradale?

Nel caso di feriti in incidente stradale la liquidazione dei danni fisici avviene sulla base delle Tabelle di liquidazione del danno per le micro permanenti, o per le lesioni macro permanenti.

Dati i tecnicismi del Codice delle Assicurazioni Private, è sempre raccomandabile rivolgersi ad avvocati esperti per il risarcimento di lesioni personali derivanti da sinistri stradali.

Circa le tempistiche del risarcimento per i danni fisici dell’incidente stradale i termini decorrono per l’assicurazione quando non sorgono contestazioni sulla responsabilità ed il danneggiato ha consegnato tutti i documenti necessari.

Dunque, il risarcimento delle lesioni avviene per il ferito dopo che ha effettuato la visita medico legale ed il rientro della perizia di parte in compagnia di assicurazioni.

Tempi di liquidazione dopo la visita medico legale

I tempi di liquidazione dopo visita medico legale variano a seconda della gravità delle lesioni fisiche riportate e della complessità del caso, ma non possono superare i seguenti termini:

  1. nel caso in cui sia stata compilata la constatazione amichevole di incidente ( modello CAI ) la compagnia di assicurazione deve formulare l’offerta di risarcimento delle lesioni fisiche al danneggiato entro 30 giorni;
  2. negli altri casi, in presenza di macro lesioni, la compagnia di assicurazioni è tenuta a formulare l’offerta risarcitoria per i danni fisici derivanti da incidente stradale entro 60 giorni dalla ricezione della documentazione.

Se il danneggiato che ha riportato lesioni fisiche nell’incidente stradale accetta l’offerta, l’assicurazione provvede al pagamento entro 15 giorni dalla ricezione della comunicazione.

Nello stesso termine di 15 giorni l’assicurazione provvede al pagamento anche delle somme che il danneggiato ha dichiarato di volere accettare a titolo di acconto.

Questo termine si allunga a 30 giorni se l’incidentato non ha fatto pervenire alcuna risposta.

Le tempistiche di risarcimento dell’incidente stradale, affidando l’incarico allo Studio Legale Sposato, fondato nel 1949, sono molto veloci con importi per il danneggiato superiori di oltre il 30% alle medie nazionali.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali segue personalmente solo casi relativi solo ad incidenti stradali con lesioni gravi in tutta Italia.

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Infortunistica Stradale

Risarcimento morte figlio incidente stradale

Risarcimento morte figlio incidente stradale

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Come Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati, il mio impegno è tutelare i genitori che hanno perso un figlio in un incidente stradale.

In questo articolo spiego quando un genitore può richiedere il risarcimento per la morte di un figlio in un incidente stradale, in che misura e come.

Risarcimento morte figlio incidente stradale

La morte di un figlio in un incidente stradale è un trauma irreversibile per un genitore che vede privarsi dell’affetto della vita che ha generato.

Non potrà mai esserci alcun risarcimento che possa colmare il vuoto e la sofferenza venutisi a creare per la privazione del rapporto genitoriale.

Purtroppo gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei giovani nel mondo nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 23  anni.

Le cause, molto spesso, sono da rinvenire nell’alta velocità, nella distrazione e nella guida in stato di ebbrezza.

La fascia oraria più frequente in cui si verificano gli incidenti stradali mortali è quella notturna, fino alla prime ore dell’alba ed i giorni più rischiosi sono nel fine settimana.

La giustizia, in sede penale, prevede aggravanti per il reato di omicidio stradale che spesso determinano inquinamento di prove su cause e responsabilità dell’incidente, per sottrarsi al carcere.

In questo articolo, come Avvocato per incidente stradale mortale, voglio spiegare quando si ha diritto al risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale tra genitore ed figlio.

Quanti soldi spettano ai genitori per la morte di un figlio in incidente stradale?

La prima domanda a cui rispondere è quanti soldi spettano alla madre ed al padre quando il figlio è morto in un incidente stradale.

Bisogna, però, chiarire che l’aspetto più difficile a livello legale da superare in questi casi riguarda l’accertamento della colpa di chi si è reso colpevole dell’incidente stradale mortale.

Infatti, il genitore ha diritto ad avere il risarcimento del danno morale per la perdita del rapporto affettivo solo quando l’incidente non è stato causato dal figlio.

Il tema del risarcimento morte incidente stradale sotto il profilo giuridico è estremamente complesso sul piano civilistico e non sempre di facile comprensione.

Pertanto, è importante affidarsi ad un avvocato civilista esperto in danno da morte e ricostruzione degli incidenti stradali per evitare indagini viziate da chi è indagato per omicidio stradale.

Bisogna, poi, distinguere il danno non patrimoniale dal danno patrimoniale.

Se il figlio apportava anche un contributo economico alla famiglia bisognerà provarlo e documentarlo, per avere diritto anche al danno patrimoniale da morte.

Diverso è il caso del sinistro stradale con minorenni, tenuto conto che, purtroppo, la mortalità sulle strade non risparmia nessuno neanche i bambini, come ho più volte denunciato.

Per la perdita del rapporto parentale si utilizzano le Tabelle del Danno da Morte, redatte dal Gruppo Danno alla Persona dell’Osservatorio sulla Giustizia, del quale io faccio parte, rappresentando i familiari delle vittime della strada.

Tabelle danno da Morte genitore figli

Le Tabelle di Liquidazione del Danno da Morte del Tribunale di Milano 2022 prevedono un importo minimo ed un importo massimo, come appresso indicato:

A favore di ciascun
genitore per morte di un figlio
Da un minimo  di €168.250,00

Ad un massimo di €336.500,00

Nel capitolo che segue spiegherò quando e come spettano questi importi ai genitori che hanno visto privarsi dell’affetto del loro figlio, o della loro figlia, che siano stati uccisi in incidente stradale.

Nel caso in cui il mezzo che ha provocato l’incidente non era assicurato, o si è dato alla fuga senza prestare soccorso e, dunque, si tratti di un veicolo pirata della strada, esiste il Fondo Garanzia Vittime della Strada.

Il Fondo Vittime della Strada è gestito dalla Consap, che garantisce il risarcimento assicurativo per la morte del proprio figlio, anche se con una procedura più tecnica e rigorosa.

Risarcimento morte figlio: come si calcola il danno da morte da incidente stradale

Il calcolo per determinare l’entità del risarcimento che spetta ad un genitore per l’uccisione del figlio in un incidente stradale non è mai semplice e dipende da diversi fattori.

Il risarcimento del danno per la morte di un figlio in un incidente stradale si può chiedere per due componenti:

  1. il danno non patrimoniale per la morte di un figlio che, avendo una connotazione di carattere morale, è sempre dovuto;
  2. il danno patrimoniale per la morte di un figlio che, avendo natura residuale e dovendo essere sempre documentato, spetta solo in determinati casi.

Per il danno non patrimoniale, ovvero il danno morale per la sofferenza causata dalla perdita del proprio familiare, i genitori devono dimostrare che l’incidente mortale si è verificato per la colpa altrui, ovvero non è stato causato dal figlio.

Fornita la prova delle responsabilità altrui, hanno diritto ad un risarcimento che prevede un importo minimo di € 168.250,00 ed un importo massimo di  € 336.500,00.

Importo minimo e massimo per la morte di un figlio in un incidente stradale

Questi importi variano a seconda di alcuni parametri e condizioni che sono:

  • L’età del figlio e dei genitori superstiti, al fine di determinare presuntivamente per quanti anni si verificherà la condizione di dovere sopportare il danno patito, ovvero la privazione del rapporto affettivo;
  • La convivenza, o meno, che lascia presumere l’intensità del vincolo affettivo.

Così, per esempio, se il figlio era sposato ed aveva figli ai genitori spetterà un importo minore rispetto a quello che verrà attribuito alla loro nuora, o al loro genero e ai nipoti, trattandosi di nucleo familiare primario rispetto al loro.

Per avere un risarcimento più elevato bisogna provare l’entità del vincolo affettivo che, secondo la più recente giurisprudenza di legittimità, può desumersi anche presuntivamente.

Parametro di riferimento sono la convivenza e la durata di privazione del rapporto affettivo, dato dall’età dei genitori e del figlio che è morto.

Per quanto riguarda, invece, il danno patrimoniale è un aspetto non sempre da prendere in considerazione, in quanto spetta ai genitori solo nel caso il cui il figlio morto provvedeva al loro mantenimento.

Questa circostanza deve essere sempre provata con documenti ed il relativo calcolo non è di semplice quantificazione, dovendosi fare riferimento alla reale perdita economica subìta a causa dell’evento fatale verificatosi.

Quanto risarcisce l’assicurazione per la morte di un figlio?

Alla domanda quanto risarcisce l’assicurazione per la morte di un figlio nel caso di omicidio stradale non può darsi una risposta univoca in quanto l’entità del risarcimento varia da caso a caso.

Il primo problema da sperare è quello di dimostrare di avere ragione, ovvero che l’incidente mortale si è verificato per colpa di altri.

Bisogna sempre superare l’ostacolo di cui all’articolo 2054 del codice civile che, nel caso di scontro tra veicoli presume, salvo prova contraria, che ciascuno abbia concorso a causare il danno.

Il concorso di colpa in incidente mortale è molto frequente, quando non si riesce a fornire la prova liberatoria circa la propria responsabilità e per l’imputato di omicidio stradale comporta una riduzione di pena della metà.

Vi è poi il problema relativo alla prova per la sofferenza relativa all’uccisione del proprio familiare, per cui io, come Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali, ho sollevato una questione di legittimità costituzionale.

Infatti, l’onere della prova sulla sofferenza per la perdita di un proprio familiare quale condizione per avere diritto al risarcimento del danno, dovrebbe essere a carico di chi voglia dimostrare un fatto che si discosta dal sentire sociale.

Ciò perché è insito nella natura umana provare dolore per l’uccisione di un proprio caro, tanto più di un figlio.

Concorso di colpa nell’incidente stradale mortale

Sono frequenti i casi concorso di colpa in un incidente stradale mortale, quando non si riesce a fornire la prova liberatoria prescritta dall’articolo 2054 del codice civile.

In tutti casi di concorso di colpa il risarcimento subisce una decurtazione dell’importo fino anche dal 10% al 90%, a seconda del grado di responsabilità nell’incidente.

Il concorso può essere attribuito, per esempio, se la persona deceduta nell’incidente non portava la cintura di sicurezza, poiché si presume che la cintura di sicurezza, se correttamente indossata, avrebbe potuto salvare la vita.

Ugualmente si ha concorso  di colpa, nel caso in cui il pedone morto in un incidente stradale attraversava al di fuori delle strisce pedonali, o camminava senza guardare la strada distratto dal cellulare.

Ancora, si può avere concorso di colpa per superamento dei limiti di velocità, o incidente mortale in prossimità della linea di mezzeria.

In questi casi i genitori vengono risarciti in maniera inferiore rispetto a quanto stabilito dalle tabelle del danno da morte.

Bisogna tenere presente che le compagnie di assicurazione non hanno un cuore, ma si preoccupano esclusivamente di tutelare i propri interessi finanziari.

Fino a condizionare orientamenti giurisprudenziali sfavorevoli ai danneggiati, subordinando il diritto al risarcimento del danno da morte alla prova della sofferenza per l’uccisione del proprio caro, ove non si tratti del figlio.

La prova dell’intensità del vincolo affettivo incide sull’entità del risarcimento

La prova della sofferenza ed intensità del vincolo affettivo nel rapporto tra genitori e figli non viene ritenuta necessaria, potendo ricorrere alle presunzioni.

Questo per lo stretto legame e vincolo affettivo sia nel caso della convivenza, ove si tratti di figli minori o giovani, che nel caso di figli adulti sposati che vivano anche in altra città rispetto quella dei genitori.

Il problema, con riferimento al minimo e massimo tabellare, potrebbe porsi ove i familiari vivano in un comune di residenza diverso da quello della vittima, o all’estero.

Il danno tanatologico come danno riflesso connesso alla perdita della vita, dovuto ai familiari della vittima del reato di omicidio, è subordinato all’intensità della perdita connaturata.

Ciò tenuto conto che il danno per la morte di un congiunto si configura come danno non patrimoniale che la giurisprudenza considera danno-conseguenza e non danno-evento.

Avvocato per danno da perdita del rapporto parentale

Pertanto, per ottenere il risarcimento per la morte di un figlio dall’assicurazione, è fondamentale essere consigliati e supportati da un avvocato esperto nel danno da perdita del rapporto parentale.

Solo affidandosi subito ad un avvocato con esperienza nel settore della responsabilità civile e ricostruzione di incidenti stradali mortali si potrà evitare l’inquinamento di prove nel giudizio penale per la morte del proprio caro.

Sia per quanto concerne l’accertamento della colpa che ai fini risarcitori, con attribuzione dell’importo massimo previsto dalla legge, ai genitori.

L’Avvocato Gianluca Sposato, da oltre 30 anni assiste i genitori che hanno perso il loro figlio per incidenti stradali mortali su tutto il territorio nazionale, ai fini della piena affermazione dei loro diritti nel rispetto della giustizia.

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Rassegna Stampa

NUOVE NORME AL CODICE DELLA STRADA

Nuove norme al Codice della Strada

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Intervista rilasciata dall’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di Adism Associazione Difesa Infortunati Stradali ad AGENPARL – ROMA, 30 Giugno 2023

Sposato (Adism): lo Stato impieghi risorse economiche per sicurezza stradale e prevenzione degli incidenti

“La Nazione ha bisogno di strade più sicure ed una mobilità sostenibile”

Con queste parole L’Avv. Gianluca Sposato Presidente di ADISM – Associazione Difesa Infortunati Stradali, ha avviato un dialogo con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Sono state segnalate alcune iniziative nell’interesse della collettività per arrestare l’angosciante fenomeno della morte per incidente stradale.

Alcune direttive sono state recepite ed inserite nel disegno di legge approvato lo scorso 27 giugno alla Camera con il Decreto Legge n 151.

Incidenti mortali prima causa di morte tra i giovani

Sono 38.520.231 i mezzi immatricolati nel nostro Paese, 590 gli incidenti stradali con feriti ogni giorno e 12 i morti.

È angosciante pensare che gli incidenti stradali mortali rappresentano la prima causa di morte tra i giovani.

Fino ad oggi le Istituzioni non sono riuscite a far fronte al problema-

Per questo occorrono nuove norme al Codice della Strada.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente di Adism, ha chiesto che lo Stato impieghi risorse economiche per sicurezza stradale e prevenzione degli incidenti stradali con danni fisici.

E’ necessario investire nella prevenzione ed educazione stradale e adottare misure idonee a contrastare il fenomeno della mortalità nelle strade, che sembra inarrestabile.

Misure di prevenzione per gli incidenti mortali

Per ridurre l’incidentalità e la mortalità sulle strade le case automobilistiche potrebbero introdurre l’obbligo della scatola nera.

Sono necessari  anche sistemi di sicurezza e di limitazione della velocità su mezzi omologati in circolazione ad elevato rischio di sinistrosità.

Ciò consentirebbe anche di  risparmiare sui costi  assicurativi e risarcimento alle vittime della strada.

Misure straordinarie devono essere prese nei confronti dei soggetti più pericolosi alla guida con ritiro definitivo della patente per chi si rende colpevole del reato di omicidio stradale.

Necessari anche richiami periodici di aggiornamento con esami per chi causa incidenti con feriti per lesioni gravi a causa di condotta pericolosa al volante. 

Educazione stradale per prevenire gli incidenti

In tale direzione un primo passo è stato compiuto dal Consiglio dei Ministri lo scorso 27 giugno.

Con il Decreto Legge n 151 sulla sicurezza stradale e la delega per la riforma del  Codice della Strada.

Ma non basta per promuovere la cultura dell’educazione stradale e prevenire gli incidenti.

L’Avvocato Gianluca Sposato chiede nuove norme al Codice della Strada e risorse economiche per sicurezza stradale e prevenzione degli incidenti.

Adism ha segnalato al Governo (Prot. USG 12473) la necessità di aumentare la quota prevista dalla lettera b) dell’art. 208 del Codice della Strada.

Questa misura è necessaria per aumentare i proventi delle sanzioni amministrative in favore di chi è tenuto a garantire la sicurezza nella circolazione stradale.

Ciò tenuto conto delle condizioni pessime del manto stradale sulla maggior parte dei tratti nazionali.

Obbligo di manutenzione stradale per prevenire gli incidenti

Per quanto concerne la manutenzione stradale, i lavori devono essere affidati a ditte specializzate in grado di garantire la tenuta del manto.

I concessionari degli appalti per la manutenzione stradale devono essere tenuti  ad idonee garanzie e rispondere per inadempimento contrattuale in caso di cattiva esecuzione dei lavori.

Si stima che occorrerebbero 2.500 miliardi di euro all’anno per garantire una viabilità sicura ed efficiente a fronte di circa 600 milioni di euro spesi.

Necessità di attraversamenti pedonali sicuri

Gli incidenti a pedoni  sono in costante aumento ed anche in questa direzione occorrono nuove norme al Codice della Strada.

L’Avvocato Gianluca Sposato di Adism ha chiesto che lo Stato impieghi risorse economiche per sicurezza stradale e prevenzione degli incidenti ai pedoni.

Gli attraversamenti pedonali devono garantire maggior sicurezza al pedone.

Per tale ragione l’attraversamento pedonale dovrebbe avere insegne fluorescenti visibili anche la notte.

Necessario anche implementare gli impianti semaforici per consentire l’attraversamento del pedone.

I marciapiedi devono essere muniti di transenne pedonali che riparano il pedone da eventuale investimento, proteggendolo in caso di collisione con autovettura.

Tre milioni di euro per le multe stradali ogni anno dai cittadini allo Stato

Ogni anno i cittadini versano allo Stato 3 miliardi di euro per le multe stradali.

Il 60% di tale gettito finisce nelle casse dei Comuni.

Vi è poi l’impiego delle risorse destinate alle Regioni dal gettito del bollo auto.

I Comuni dovrebbero investire la metà dei proventi in opere di manutenzione e ammodernamento stradale.

Tuttavia nessuno controlla l’impiego delle risorse per la sicurezza stradale.

Molti incidenti in moto  sono causati da pessime condizioni del manto stradale, e carenza di illuminazione, essenziali per garantire l’incolumità degli utenti della strada.

Riproduzione riservata Sposatolaw per Agenzia Parlamentare

L’Avvocato Gianluca Sposato ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali e collabora stabilmente con L’ISLE – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi.

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Diritto Ereditario

Quote ereditarie con e senza testamento

Quote ereditarie con e senza testamento

Quote ereditarie con e senza testamento

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Quali sono le quote ereditarie senza testamento?

Chi eredita quando chi muore lascia solo il coniuge?

Se una persona muore e lascia solo il coniuge, il marito, o la moglie, a questi va tutta l’eredità, in base a quanto previsto dall’articolo 583 del codice civile.

Il coniuge ha sempre il diritto di abitazione della casa coniugale e uso del mobilio.

Dunque, in presenza di altri eredi le loro quote sono limitate da tale vincolo, equiparabile ai fini del calcolo del relativo valore alla nuda proprietà.

Così, per esempio, nel caso in cui la persona deceduta lascia oltre alla moglie due figli, i diritti sulla casa coniugale sono di 1/3  per la moglie e di 2/6 ciascuno per i figli.

Proprio ad indicare la compressione del loro diritto rispetto a quello di godimento esclusivo del bene da parte del coniuge.

Se il coniuge è l’unico erede a lui spetta tutta l’eredità.

A meno che il de cuius non ha redatto testamento utilizzando la sua quota disponibile in favore di altri eredi che, in mancanza di figli, è di ½ della massa ereditaria.

Chi eredita quando chi muore lascia coniuge e un figlio?

Se la persona deceduta lascia il coniuge ed un figlio spetta metà eredità ciascuno, in base alla previsione dell’articolo 581 del codice civile.

Se una persona muore e oltre al coniuge nell’asse ereditario c’è anche un figlio l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro.

A meno che la persona deceduta non ha fatto un testamento lasciando la quota disponibile, che in tale ipotesi è di 1/3, ad altre persone.

Dimostrare la mancanza di capacità di intendere e di volere del testatore che ha nominato erede, come a volte capita, addirittura la propria badante, non è facile.

A meno che non la mancanza della capacità di intendere e volere risulti da perizia psichiatrica con data anteriore a quella del testamento.

In ogni caso il diritto di abitazione e uso del mobilio della casa coniugale non può trovare limite alcuno nella volontà del testatore, né in atti dispositivi degli altri eredi, a meno che non sia intervenuta una sentenza di divorzio.

Quote ereditarie con e senza testamento tra coniuge e due figli

Se una persona muore e lascia il coniuge e due figli spetta 1/3 ciascuno dell’eredità, in base alla previsione dell’articolo 581 del codice civile.

Se l’asse ereditario è composto dal coniuge e due figli l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro, salvo il diritto di abitazione del coniuge superstite.

A meno che la persona deceduta non ha redatto testamento utilizzando la quota disponibile, che in questo caso è di ¼, avvantaggiando uno degli eredi legittimi.

Oppure destinandola ad altre persone non necessariamente appartenenti alla cerchia familiare, non essendovi limiti alla volontà di chi fa testamento nel rispetto delle quote prestabilite dalla legge.

Non sussiste, infatti, alcun divieto per il testatore che voglia devolvere l’eredità, nella misura di cui può disporre, in favore di altre persone al di fuori degli eredi legittimi.

Purché i legittimari, la moglie i figli i genitori o i nonni, non subiscano violazione della legittima, ovvero della quota loro riservata per legge.

Le quote ereditaria con e senza testamento, dunque, possono variare se il testatore dispone della quota disponibile e si apre la successione testamentaria al posto della successione legittima.

Come si divide l’eredità tra coniuge e più figli?

Se chi muore lascia il coniuge e più di 2 figli 1/3 dell’eredità va al coniuge e 2/3 vengono ripartiti tra i figli, in base alla disposizione dell’articolo 581 del codice civile.

Se l’asse ereditario è composto dal coniuge e da più di due figli l’eredità viene divisa con la quota di 1/3, oltre al diritto di abitazione al coniuge, mentre la restante quota di 2/3 viene divisa in parti uguali tra i figli.

In questo caso la quota disponibile del testatore è di ¼ che potrà essere utilizzata sia a vantaggio di uno dei legittimari, preferito ad altri, che in favore di altri eredi testamentari, come per esempio un nipote, un cugino, un amico.

Anche una persona giuridica, ente o associazione, può essere designato erede come spesso avviene con destinazione della propria eredità in favore della Chiesa, o altri istituti religiosi.

Quando si procede allo scioglimento della comunione ereditaria, è opportuno effettuare accertamenti su rapporti tra donazioni ed eredità che possono avere avvantaggiato un erede rispetto ed a danno di altri.

Quote ereditarie con e senza testamento  coniuge e fratelli

Se una persona muore e lascia coniuge, fratelli e sorelle 2/3 dell’eredità vanno al coniuge ed 1/3 ai fratelli, in base alla disposizione dell’articolo 582 del codice civile.

Nell’ipotesi di una coppia sposata dal cui matrimonio non sono nati figli e l’asse ereditario è composto solo dal coniuge e da fratelli della persona deceduta, questi sono gli eredi legittimi a cui è devoluta l’eredità, in assenza di testamento.

L’articolo 582 del codice civile dispone, infatti, che in mancanza di testamento 2/3 dell’eredità vadano al coniuge ed 1/3 ai fratelli, che dovranno procedere alla divisione ereditaria rispettando le quote ereditarie.

È questo uno di quei casi in cui i fratelli possono essere maggiormente danneggiati dalla volontà del testatore che può addirittura estromettere i fratelli.

I fratelli non sono legittimari, infatti, essendo collaterali e non ascendenti, per cui è  richiesta sempre un’attenta valutazione dell’eredità tra fratelli nella successione legittima e testamentaria.

Le quote ereditarie con e senza testamento quando l’eredità si devolve in linea collaterale seguono le norme di cui sopra.

Nell’eredità legittima la legge non preclude i diritti dei nipoti che possono agire in rappresentazione ereditaria del genitore premorto.

Quote ereditarie con e senza testamento con solo un figlio

Se una persona muore lasciando solo un figlio a lui va tutta l’eredità.

Se nell’asse ereditario c’è un solo figlio, questi sarà erede universale, essendo a lui devoluta interamente l’eredità dei genitori. 

La quota disponibile, quando il padre o la madre hanno deciso di fare testamento è di ½, dovendo essere garantita la quota di riserva del figlio per la restante quota di ½ del patrimonio che costituisce l’asse ereditario.

L’asse ereditario è costituito non soltanto da immobili, fondi, liquidità e giacenze su conti correnti bancari, ma si deve tenere conto sia del relictum che del donatum.

La quota ereditaria con e senza testamento può subire variazioni nel caso del genitore che convive e desidera lasciare in eredità al convivente parte dei beni con  atto  di ultima volontà.

Come si divide l’eredita tra i figli?

Se una persona muore e lascia più figli l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro in base alla previsione dell’articolo 566 del codice civile.

Se nell’asse ereditario del de cuius ci sono solo i figli, nel caso di il coniuge precedentemente deceduto, o divorzio, il patrimonio ereditario viene suddiviso in parti uguali tra i figli.

Le quote ereditarie dei figli possono variare, subendo aumento o diminuzione, se il  genitore utilizza la quota disponibile che è, in questo caso, di  1/3 della massa ereditaria.

Così, per esempio, se l’asse ereditario è composto da figli legittimi ed un figlio naturale, nato al di fuori del matrimonio, il testatore può privilegiare i primi.

In tal caso la quota ereditaria del figlio naturale pretermesso è inferiore rispetto a quella dei figli legittimi.

Ad ogni modo la quota di riserva riconosciuta dalla legge al figlio naturale è pari a 2/3 della massa ereditaria, sempre che non  sorgono problemi che richiamano l’istituto della collazione ereditaria.

Quote ereditarie con e senza testamento dei genitori

Se chi muore lascia un solo genitore a lui va tutta l’eredità.

Se una persona che non è  sposata e non ha figli decede senza lasciare testamento, lasciando solo un genitore, a questi va l’intera eredità.

Occorre ricordare che gli ascendenti in qualità di eredi legittimi hanno una quota di riserva che non può essere intaccata neanche nell’ipotesi in cui vengano estromessi dall’eredità nel testamento.

Infatti, la quota disponibile del testatore in questo caso è di 2/3 del patrimonio ereditario, mentre la quota di riserva degli ascendenti, ovvero del genitore superstite è pari ad 1/3.

Se chi muore lascia entrambi i genitori l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro.

Se una persona che non è sposata e non ha figli decede senza lasciare testamento, lasciando in vita i genitori, a loro va l’intera eredità in parti uguali, a meno che non sia stato redatto un testamento.

Gli ascendenti, dunque i genitori, in qualità di eredi legittimi hanno una quota di riserva che non può essere intaccata neanche nell’ipotesi in cui vengano estromessi dall’eredità nel testamento.

La quota disponibile del testatore in questo caso è di 2/3  del patrimonio ereditario, mentre la quota di riserva degli ascendenti, ovvero dei genitori superstiti è pari ad 1/3.

Come si divide l’eredità tra genitori e fratelli?

Se chi muore lascia genitori, fratelli e sorelle ½ dell’eredità va ai genitori e ½ viene diviso tra i fratelli.

Se la persona che decede non è sposata e non ha figli e nell’asse ereditario sono presenti sia i genitori che i fratelli, in assenza di testamento, a loro è devoluta per legge l’intera eredità divista in parti uguali.

Poichè solo i genitori sono legittimari ed hanno diritto ad una quota di riserva pari ad 1/3, in caso di testamento i fratelli possono essere esclusi dall’eredità senza potere impugnare il testamento, in assenza di valide ragioni.

Le quote ereditarie con e senza testamento variano nel caso di utilizzo della quota disponibile da parte del testatore.

Quando ereditano i fratelli e le sorelle?

Se una persona decede lasciando fratelli e sorelle l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro.

Se la persona che decede non è sposato e non ha figli e nell’asse ereditario sono presenti uno o più fratelli a loro è destinata in parti uguali l’intera eredità.

Tuttavia, i fratelli unilaterali hanno diritto solo alla metà della quota che spetta ai fratelli germani.

In caso di successione testamentaria, invece, il testatore può disporre liberamente dell’intero proprio patrimonio, perché i fratelli non sono eredi legittimari.

Dunque, il testatore se non è sposato e non ha figli può devolvere l’eredità a chi vuole, senza pregiudicare alcun diritto dei fratelli che possono  essere esclusi nel testamento dall’eredità.

Quali sono le quote ereditarie con testamento?

Quote ereditarie nella successione testamentaria e quota disponibile​

Quando si apre la successione testamentaria?

Quando chi muore ha fatto testamento si apre la successione testamentaria.

Nella successione con testamento la legge stabilisce che il testatore deve sempre rispettare la quota di riserva per alcune categorie di eredi, detti legittimari.

I legittimari sono una categoria privilegiata di eredi che non può essere esclusa dall’eredità, neanche nel testamento, e sono il coniuge ed i figli ed, in mancanza di questi ultimi, gli ascendenti.

Pertanto la quota legittima con testamento in favore del coniuge e dei figli non può mai essere inferiore a quella prestabilita dalla legge.

Solo in assenza di figli subentrano al loro posto come legittimari di secondo grado i genitori ed, in loro mancanza, gli altri ascendenti, nonni e bisnonni.

Chi redige testamento, in presenza di legittimari, può disporre liberamente soltanto di una porzione del patrimonio ereditario, detta quota disponibile.

Le disposizioni che si applicano sono quelle degli articoli da  536 a 572 del codice civile, tenuto conto, altresì, delle verifiche necessarie per la collazione ereditaria.

Di seguito riportiamo lo schema della quota disponibile in caso di testamento.

Qual’ è la riserva a favore dei figli nel testamento?

Se il defunto lascia un solo figlio, a questi è riservata la metà del patrimonio ereditario.

L’altra metà dell’eredità rappresenta la quota disponibile, secondo quanto disposto dall’articolo 537 del codice civile

Quali sono le quote ereditarie dei figli nel testamento?

Se il defunto lascia più figli, a loro sono riservati i due terzi dell’eredità, da dividersi in parti uguali.

La quota disponibile è pari ad un terzo, secondo l’articolo 537 del codice civile.

Qual’ è la quota del coniuge nel testamento?

Se chi muore lascia solo il coniuge, a questi è riservata la metà del patrimonio ereditario.

Oltre al diritto di abitazione della casa adibita a residenza familiare ed il diritto d’uso dei mobili che la arredano, sempre che siano di proprietà del defunto, secondo l’ articolo 540 del codice civile.

Quali sono le quote del coniuge e dei figli con testamento?

Se il de cuius lascia coniuge e figli, la quota disponibile e quella di riserva variano a seconda del numero della prole, secondo l’articolo 542 del codice civile.

A. Se il figlio è uno solo, a lui è riservato un terzo dell’eredità e un altro terzo spetta al coniuge.

Residua un terzo di disponibile per il testatore.

B. Se i figli sono più di uno, a loro e riservata la metà del patrimonio da dividere in parti uguali, mentre al coniuge spetta un quarto del patrimonio ereditario.

La quota disponibile del de cuius è pari ad un quarto.

Quali sono le quote testamentarie del coniuge e dei genitori?

Se sopravvivono coniuge e ascendenti (genitori, o nonni), al coniuge è riservata la metà del patrimonio dell’eredità e agli ascendenti un quarto.

La quota disponibile è di un quarto, secondo l’articolo 544 del codice civile.

Qual’ è la quota ereditaria dei genitori per testamento?

Se vi sono solo ascendenti, a loro è riservato un terzo del patrimonio dell’eredità.

La quota disponibile è pari a due terzi, secondo l’articolo 538 del codice civile.

Quando si può disporre liberamente nel testamento?

In assenza di legittimari (figli, coniuge, o ascendenti) si può disporre liberamente per il proprio testamento.

Pertanto, anche in presenza di fratelli, se una persona non è sposata e non ha figli può fare testamento a favore di chi vuole, poiché la quota disponibile è pari all’intera eredità.

L’Avv. Gianluca Sposato, esperto in diritto successorio, assiste i propri clienti per risolvere problematiche attinenti l’eredità con patrimoni ed eredi in Italia e all’estero.

Nel corso degli anni ha maturato esperienza consolidata per accordi di  divisione ereditaria e scioglimento della comunione ereditaria.

Esamina casi per reintegra nella quota ereditaria, donazioni ed eredità, impugnazione del testamento, casi di rappresentazione ereditaria, prestando difesa sia nella fase stragiudiziale che nel contenzioso ereditario.

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Diritto d’autore e dello spettacolo

Management artistico

Management artistico

Diritti degli artisti

L’Avvocato Gianluca Sposato rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati è Socio della S.I.A.E. Ha una passione innata per il modo dell’arte e presta management artistico in ambito civile e commerciale, comprendendo le ragioni dell’artista e tutelandone gli interessi.

Sin dai tempi del liceo classico si è distinto come migliore alunno dell’Istituto San Giuseppe De Merode di Roma, unico ad avere 10 in storia dell’arte.
Questa sua sensibilità ed empatia con gli artisti, coniugata agli studi in materie giuridiche ed economiche ed un gran senso di praticità, si abbinano alla perfezione per tutelare i diritti degli artisti.

L’ambito di operatività in campo artistico non riguarda solo il diritto d’immagine, ma si estende anche al diritto industriale e le nuove tecnologie, soggetti alla normativa sui marchi e brevetti.

Nel settore artistico spesso si è poco inclini a seguire i propri affari, poiché concentrati sul proprio lavoro e potere contare su un avvocato civilista che sappia sempre consigliare bene è fondamentale.

Supporto legale nel campo artistico

Sono numerosi i clienti nel mondo dell’arte assistiti dallo Studio Legale Sposato, tra cui anche artisti di fama nazionale ed internazionale.

Rappresentiamo e tuteliamo i diritti di musicisti, compositori, chitarristi, cantanti, attori, registi televisivi, ballerine, presentatori e presentatrici televisive, conduttori di telegiornali, stilisti, influencer, fashion blogger, registi cinematografici, pittori, fotografi.

Grazie alle nuove tecnologie artisti si rivolgono da ogni parte del mondo all’ Avvocato Gianluca Sposato per avere supporto legale nel campo del  diritto d’autore, tutelare i loro interessi e diritti.

Ambito di operatività avvocato degli artisti

Il nostro Studio Legale si occupa di  management artistico per redazione ed esame dei contratti degli artisti, contratti di lavoro, contratti pubblicitari, contratti di compravendita immobiliare.

L’attività copre tutti i rami del diritto civile: contratti di locazione, inadempimento contrattuale, consulenza legale in materia commerciale, rappresentanza giuridica, eredità.

Il management artistico è volto alla tutela dell’immagine dell’artista valorizzazione del suo profilo ed assistenza giudiziaria in ambito civile.

Per prenotare un appuntamento a studio, o ricevere una consulenza legale telefonica, è possibile consultare la pagina Assistenza Legale24h dove sono indicati anche i costi dei servizi.

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Diritto d’autore e dello spettacolo

Diritto industriale e nuove tecnologie

Diritto industriale e nuove tecnologie

Contraffazione marchi e brevetti

Il diritto industriale e le nuove tecnologie sono soggetti alla normativa sui marchi e brevetti e rientrano nel diritto d’autore e dello spettacolo.

La contraffazione di marchi e brevetti consiste nella violazione del diritto di proprietà intellettuale perpetrata attraverso la riproduzione illecita di un bene e la relativa commercializzazione al posto dell’originale.

Ciò lede il diritto di proprietà intellettuale e/o industriale, come marchi d’impresa, brevetti, modelli di utilità, industrial design, denominazioni di origine e diritti d’autore.

Le condotte illecite avvengono attraverso la produzione non autorizzata e commercializzazione di merci contraffatte, che recano un marchio identico ad un marchio registrato.

Con la produzione di beni che costituiscono riproduzione illecita di prodotti coperti da copyright, viene perpetrata quella che si configura come pirateria, di modelli e disegni.

La violazione di marchi e brevetti  trova larga diffusione anche nel campo del diritto industriale e nuove tecnologie.

Violazione della proprietà intellettuale

La violazione dei diritti della proprietà industriale, o contraffazione, è uno dei fenomeni maggiormente diffusi a livello globale.

Il fenomeno colpisce indiscriminatamente tutti i settori merceologici, dalla moda con i beni di lusso, agli alimenti, dai medicinali, ai supporti digitali.

La disciplina in materia di concorrenza sleale vede coinvolti lo Stato, le principali associazioni di categoria e la Guardia di Finanza.

Per quanto concerne il diritto industriale e le nuove tecnologie la materia, a causa degli elementi da verificare, risulta particolarmente complessa.  

In ambito privatistico valgono le regole generali relative alla individuazione dei soggetti responsabili.

Duque, occorre la prova della loro responsabilità, quantificazione dei danni ed ottenimento del relativo risarcimento del danno in via stragiudiziale, o instaurando un contenzioso.

Pena per la contraffazione di marchi e brevetti

L’articolo 473 del codice penale stabilisce che chiunque, potendo conoscere la proprietà industriale, contraffà o altera marchi di prodotti industriali o, senza essere concorso nella contraffazione, fa uso di tali marchi, o segni contraffatti, o alterati, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 2.500,00 a euro 25.000,00.

La pena è della reclusione da 1 a 4 anni e della multa da euro 3.500,00 a euro 35.000,00 per chiunque contraffà o altera brevetti, disegni o modelli industriali, nazionali o esteri, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali brevetti, disegni o modelli
contraffatti, o alterati.

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Diritto d’autore e dello spettacolo

Diritto d’immagine

Diritto d’immagine

copyright e plagio

La violazione del diritto d’immagine si configura quando la propria immagine è utilizzata senza il proprio consenso, violando accordi, o in maniera inappropriata.

In questi casi occorre individuare l’autore responsabile della violazione.

Una volta individuato il responsabile del danno all’immagine è possibile fare rimuovere il contenuto e richiedere il risarcimento dei danni.

Abuso e utilizzo non autorizzato del diritto d’immagine

L’abuso del diritto d’immagine è regolamentato dall’ articolo 10 del codice civile che disciplina l’utilizzo improprio e non autorizzato.

La norma disciplina i casi in cui l’immagine di una persona viene  esposta, o pubblicata, senza il  suo consenso, fuori dei casi in cui l’esposizione o la pubblicazione è consentita dalla legge.

Ovvero quando l’immagine, anche dei genitori o figli minorenni, viene pubblicata con pregiudizio al decoro, o alla reputazione della persona.

Ricorrendo tale violazione l’autorità giudiziaria, può richiedere che cessi l’abuso.

La domanda si propone in via d’urgenza in tribunale per richiedere l’oscuramento del sito internet e delle immagini pubblicate.

E’ fatto salvo il diritto alla richiesta del risarcimento dei danni, in applicazione dell’ articolo 2043 del codice civile.

Violazione del diritto d’immagine

Nell’era moderna con la digitalizzazione e semplificazione delle tecnologie del mondo informatico, la violazione del diritto d’immagine costituisce un problema frequente.

Non solo per personaggi famosi, gente dello spettacolo, politici, calciatori, modelle ed imprenditori, ma anche per utilizzatori abituali di internet.

Con la conseguenza che il diritto della persona a che la propria immagine non venga divulgata, esposta, o pubblicata, senza il proprio consenso fuori dai casi previsti dalla legge, non sempre è rispettato.

La violazione del diritto d’immagine si configura solitamente per uso improprio di materiale fotografico e pirateria informatica, senza il consenso del soggetto leso.

In questi casi è importante affidarsi subito ad un avvocato specializzato in diritto d’autore e dello spettacolo per tutelare i propri diritti, evitare cattiva pubblicità, diffamazione e richiedere i danni.

Risarcimento del danno all’immagine

Lo Studio Legale Sposato, dal 1949, presta assistenza legale in campo artistico nell’ambito del diritto di immagine e di reputazione, nei casi in cui è ravvisabile un danno all’immagine.

Il nostro Studio Legale si occupa anche di management artistico per tutelare contrattualmente i diritti d’autore in campo artistico.

Determinare l’entità del danno per violazione del diritto d’immagine non è sempre lavoro di pronta soluzione, se pure il diritto alla riservatezza trova garanzia nell’articolo 13 della Costituzione.  

Operiamo nel rispetto della normativa sulla privacy ed al fine dell’individuazione del responsabile dell’illecito per tutelare i diritti del soggetto leso e conseguimento del risarcimento dei danni.

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