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Avvocato esperto in diritto immobiliare

Preliminare di compravendita

Preliminare di compravendita

Preliminare di compravendita

Indice

Quando conviene il preliminare di compravendita?

Il preliminare di compravendita, o compromesso, è utile in tutti i casi in cui non si  ha la disponibilità dell’intera somma per concludere la vendita e si intende ricorrere ad un mutuo per l’acquisto della casa.

I problemi che possono sorgere, però, sono molteplici se non si è supportati da un  avvocato esperto in diritto immobiliare che effettui le verifiche preliminari, rediga il compromesso e valuti l’opportunità della trascrizione del preliminare.

L’articolo 1351 del codice civile stabilisce che il preliminare è nullo se non è redatto nella stessa forma del contratto definitivo e, dunque, in forma scritta.

La proprietà dell’immobile si trasferisce solo in una fase successiva al preliminare, con la stipula del rogito di compravendita.

In sostanza la parte promittente venditrice si obbliga a vendere alla parte promittente acquirente l’immobile oggetto di compravendita al prezzo, secondo modalità e termini, stabiliti nel contratto preliminare di compravendita.

Quali sono gli obblighi nel contratto preliminare di compravendita?

Nel preliminare di compravendita i contraenti si obbligano a concludere la compravendita immobiliare non immediatamente, ma in un secondo momento, entro una data indicata. 

Con il contratto preliminare di compravendita, pertanto, il promissario acquirente ed il promissario venditore disciplinano tempi e modi per portare a compimento il trasferimento di un bene immobile.

Gli obblighi che scaturiscono con il compromesso consistono nel vincolare le parti contraenti a prestare il consenso alla futura vendita.

In tal modo le parti acquisiscono il tempo necessario per adempimenti preliminari, come nel caso di accollo del mutuo, o regolarizzazione di abusi edilizi che impediscono la vendita.

Quali sono gli effetti del preliminare di compravendita?

Gli effetti del preliminare di compravendita sono quelli di rispettare l’obbligazione assunta nel compromesso relativa al trasferimento della proprietà, o di altro diritto reale, in un preciso momento successivo all’accordo preso.

La caparra confirmatoria quando il preliminare si perfeziona con la compravendita, può essere restituita, o imputata al pagamento del corrispettivo dovuto, ai sensi dell’articolo 1385 del codice civile.

Ma cosa succede in caso di inadempimento di una delle parti agli impegni presi con il compromesso?

Se il promissario acquirente è inadempiente è possibile recedere dal contratto, ritenendo la caparra.

Se la parte inadempiente è il venditore, l’altra può recedere dal contratto ed esigere il doppio della caparra.

In caso di inadempimento o ritardo nella prestazione, poi, l’articolo 1382 del codice civile consente di potere apporre una clausola penale, che prevede di pagare una somma di denaro per il risarcimento del danno.

Inadempimento nel preliminare di vendita, effetti per le parti

Quando il venditore, o l’acquirente non rispettano gli accordi del preliminare di compravendita la legge consente di recedere dal contratto, oppure di chiedere il trasferimento coattivo della proprietà, salvo il risarcimento dei danni

La parte non inadempiente, infatti, può chiedere al giudice una sentenza che produce effetti traslativi, come il rogito notarile, con ordine di trascrivere la proprietà in Conservatoria.

Quando è stata versata una caparra, la parte adempiente può recedere dal contratto, trattenere la caparra, o chiedere il doppio.

E’ possibile spostare la data del rogito fissata nel compromesso?

E’ possibile spostare la data della compravendita fissata nel compromesso solo quando è stato fissato un termine semplice e non un termine essenziale dalle parti.

Il termine per la stipula, se è indicato come semplice nel preliminare di  compravendita, nel caso in cui non venga rispettato non inficia sulla validità del  contratto, ma pone la parte inadempiente in mora

Se il termine per la stipula della compravendita è stato indicato come essenziale, invece, il preliminare è risolto con tutte le conseguenze.

A meno che la parte non inadempiente voglia comunque esigerne l’esecuzione, nonostante la scadenza del termine.

In tal caso, però, ai sensi del secondo comma dell’articolo 1457 del codice civile,  la parte che intende richiedere l’esecuzione del contratto deve darne notizia all’altra entro 3 giorni, salvo il risarcimento del danno per il ritardo nell’adempimento.

Avvocato per  il preliminare di compravendita immobiliare, o compromesso

Lo Studio Legale Sposato, dal 1949, assiste per la stipula del compromesso in sede di rogito notarile, garantendo sicurezza e tranquillità ai contraenti, con capacità di risoluzione di ogni problematica immobiliare.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente Emerito dell’Associazione Custodi e Delegati alle Vendite Immobiliari, vanta oltre 100 pubblicazione in materia di diritti reali sui principali quotidiani nazionali. 

Per l’acquirente è fondamentale rivolgersi al Notaio con l’assistenza di un avvocato immobiliarista trascrivere il preliminare di acquisto, per di evitare il rischio di un pignoramento immobiliare successivo, che preceda la stipula.

Prima del compromesso, è indispensabile verificare che il bene sia in regola dal punto di vista edilizio, abbia impianti conformi alle norme di sicurezza e ad eventuali vincoli urbanistici, culturali, ambientali e paesaggistici.

E’ buona regola consultare anche il regolamento condominiale, onde evitare sorprese, come divieti di destinazione delle unità abitative all’esercizio di determinate attività, o spese per lavori condominiali già approvati.

Per prenotare un appuntamento con l’Avvocato Gianluca Sposato è possibile verificare disponibilità e costi dei servizi nell’area Assistenza Legale24h.

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Diritto di Famiglia

Rilascio e Rinnovo Passaporto dell’ex Coniuge

Rilascio e Rinnovo Passaporto dell'ex Coniuge

Per il rilascio ed il rinnovo del passaporto dell’ex coniuge si applica la normativa sui passaporti, in particolare gli articoli 3 e 12 della Legge n. 1185 del 21/11/1967 e successive modifiche.

Come deve fare il coniuge separato per il rinnovo del passaporto?

Il coniuge separato con figli minori che voglia recarsi in vacanza all’estero, può incontrare limiti nella volontà dell’altro coniuge sia in presenza di separazione giudiziale che di separazione consensuale.

Uno dei motivi principali è che, da tale allontanamento, il coniuge separato tema per il futuro il mancato mantenimento da parte di chi vi sia tenuto.

Sia il rilascio che il rinnovo del passaporto da parte di chi si trovi in Italia come all’estero sono subordinati alla prova che il titolare abbia adempiuto, e potrà per il futuro adempiere, agli obblighi di mantenimento verso i figli, o verso il coniuge.

Passaporto e violazione degli obblighi di assistenza familiare

Il giudice tutelare per il rilascio e rinnovo del passaporto all’ex coniuge dovrà valutare si vi sia stata già una sentenza di condanna ex art 570 del codice penale per violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Ovvero se l’omissione sia stata effettiva da parte dell’obbligato, ad esempio perché temporaneamente impedito, ovvero se ragioni di lavoro e salute possono legittimare l’autorizzazione.

La CEDU nel 2014 ha chiarito che è illecito ritirare e/o negare il passaporto ad un padre perché non paga gli alimenti ai figli, ravvisando una  ipotesi di violazione della libertà di movimento.

Condizioni per il rilascio e rinnovo del passaporto al coniuge separato

Il Giudice deve valutare la corrispondenza del mancato assenso al rilascio e rinnovo del passaporto all’ex coniuge all’interesse del minore, nel caso di  separazione giudiziale o consensuale con figli minorenni.

In parole più semplici, il compito del Giudice è quello di esaminare i motivi posti a fondamento del mancato rilascio dell’assenso da parte di un genitore.

Se ritiene che il rilascio o rinnovo del passaporto sia pregiudizievole degli interessi del minore, il Giudice rigetterà l’istanza.

Qualora invece ritenga che non vi siano pregiudizi per il minore o che, più semplicemente, il rifiuto di un genitore sia pretestuoso, allora accoglierà l’istanza ed emetterà un decreto autorizzativo.

Con l’autorizzazione del giudice si supera, pertanto, il problema del rifiuto di un genitore e permettere all’altro che ha depositato l’istanza di ottenere il rilascio, o il rinnovo del passaporto per sé e per  i figli.

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Avvocato esperto in diritto immobiliare

Condominio

Condominio

Diritto condominiale.

Il diritto condominiale è disciplinato nel titolo VII capo II del codice civile, che prevede una raccolta di norme del nuovo codice del condominio.

L’articolo 1117 del codice civile regola le parti comuni dell’edificio, disponendo le regole per le modificazioni delle destinazioni d’uso ed i poteri dell’assemblea condominiale.

Purtroppo, a causa di frequenti prevaricazioni sulle parti comuni dell’edificio e violazioni al regolamento di condominio, la materia condominiale rappresenta la casistica di contenzioso più frequente.

Data la varietà di casistiche e complessità delle norme di riferimento è fondamentale rivolgersi sempre ad un  avvocato esperto in diritto condominiale.

Cosa è il regolamento di condominio?

Il regolamento di condominio è l’insieme di norme che disciplinano la convivenza e condivisione di spazi comuni tra condomini quando le unità abitative sono più di 10.

Il regolamento condominiale può essere equiparato ad un contratto, o ad uno statuto societario, avendo effetto vincolante e forza di legge tra i condomini.

Le modifiche possono essere apportate in alcuni casi con il consenso della maggioranza assembleare e quando le opere compromettono la sicurezza, il decoro o incidono sulle parti comuni all’unanimità.

Si raccomanda di leggere il regolamento di condominio sempre prima di sottoscrivere un contratto di locazione, un preliminare di compravendita, o una  compravendita immobiliare.

Divieti del regolamento di condominio

Particolare attenzione bisogna riporre ai  divieti  contenuti  nel regolamento  di  condominio spesso oggetti  di mancato rispetto da parte dei  condomini.

Le casistiche di violazione del regolamento condominiale sono molteplici e riguardano frequentemente:

  • il mancato rispetto delle distanze tra muri e abitazioni
  • infiltrazioni d’acqua da parti comuni
  • rumori molesti dei condomini
  • esalazioni per cattivi odori
  • utilizzo improprio degli spazi comuni
  • conteggio dei millesimi
  • ripartizione delle spese condominiali

Vi sono, poi,  attività che possono essere espressamente vietate dal regolamento di condominio, specialmente in complessi destinati solo ad uso residenziale,

In questi casi il regolamento  condominiale deve essere trascritto  nei pubblici registri immobiliari e può prevedere il divieto che un appartamento sia destinato ad attività espressamente vietate.

Attività vietate dal regolamento di condominio possono essere;  uffici pubblici, pensioni, attività ricettive e case vacanza, scuole di musica, di canto e di ballo, gabinetti dentistici, o medici  a rischio di malattie contagiose.

Variazioni strutturali all’edificio e frazionamento di unità immobiliari

Vi sono poi casi in cui siano state seguite variazioni strutturali all’edificio che possano pregiudicarne anche la stabilità, oltre che il decoro della facciata, od il frazionamento in più unità immobiliari che ne stravolgano la destinazione. 

La variazione del numero degli appartamenti e delle unità abitative conseguente al frazionamento senza il necessario assenso dell’assemblea, apre il tema a questioni di rilievo giuridico.

Determinando un inevitabile incremento del numero delle persone che occupano ed utilizzano gli spazi, gli impianti ed i servizi comuni, tra cui l’ascensore.

con conseguenti maggiori oneri e disagi per la generalità dei condomini, obbligati a sostenere anche maggiori costi per le spese di pulizia, manutenzione e per le utenze condominiali.

Tale trasformazione comporta limitazioni incidenti  sull’uso della parti comuni con compromissione dei diritti degli altri condomini, per effetto del concorrente uso da parte delle persone che occupano le ulteriori unità abitative.

Oltre che rischi legati alla sicurezza dello stabile, poiché come risaputo il presumibile uso delle scale da parte di più persone crea limitazioni delle vie di fuga in caso di evacuazione ed incendio.

Liti condominio, mediazione e provvedimenti d’urgenza

In caso di liti condominiali, a seconda della gravità e del pericolo delle attività poste in essere potranno ricorrere, o meno, i presupposti per agire in via d’urgenza.

Ciò per richiedere al giudice la cessazione immediata dell’attività, o  l’esecuzione di determinate opere, come nel caso in cui a seguito di revoca dell’amministratore questi si rifiuti di consegnare la documentazione contabile.   

La legge n. 98/2013 ha introdotto l’obbligo della mediazione civile per la materia condominiale.

Con tale intervento è entrato in vigore l’art. 71 quater delle disposizioni di attuazione del codice civile, per disciplinare il procedimento di mediazione per le controversie in materia di condominio.

 

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Locazione

Locazione

Locazione abitativa 

Nel nostro ordinamento giuridico i contratti di locazione sono tipizzati, nel senso che devono seguire forme e regole ben precise e si differenziano a seconda che si tratti di locazione abitativa,locazione commerciale.

Per tale ragione è sempre raccomandabile rivolgersi ad un avvocato immobiliarista per la relativa stesura ed assistenza nella fase contrattuale.

Nella locazione abitativa ordinaria, il legislatore ha previsto sostanzialmente due tipologie primarie: la locazione a canone libero e quella a canone concordato.

Locazioni a canone libero e a canone concordato

Nella locazione a canone libero le parti sono libere di determinare l’ammontare del canone locatizio, restando esclusivamente vincolate alla durata minima del  contratto.

Questa è stabilita dalla legge in 4 anni,  con rinnovo automatico di altri 4 anni.

Non sono ricomprese in questa tipologia le pertinenze delle abitazioni,  come i box auto e le cantine, gli immobili di pregio ( accatastati A/1 – A/8 –  A/9 ),  le case popolari, gli immobili con vincolo artistico,  storico, o culturale e le case di villeggiatura.

Nella locazione a canone concordato le parti non sono libere di determinare il canone di locazione, dovendolo stabilire tra un limite minimo ed un limite massimo fissati da appositi accordi territoriali.

La durata legale è di 3 anni + 2 anni di rinnovo automatico, alla prima scadenza, con agevolazioni fiscali per entrambe le parti.

Le agevolazioni consistono per il conduttore in un canone concordato che non può superare determinati parametri e per il locatore nella cedolare secca, ovvero in imposte agevolate nella misura del 10 per cento del canone annuale.

Vi sono, poi, altri tipi di locazione abitativa per esigenze abitative transitorie, per finalità turistiche, a studenti universitari, ad uso foresteria.

La locazione commerciale

Con la locazione commerciale, invece, il locatore concede in godimento al  conduttore un immobile destinato ad attività economiche produttive di reddito sia d’impresa che di lavoro autonomo.

La materia è regolata oltre che dalle disposizioni del codice civile agli articoli 1571 e seguenti, anche dalla disciplina particolare della legge sull’equo canone.

La durata minima non può essere inferiore a 6 anni con un primo rinnovo  automatico di ulteriori 6 ed altro successivo tacito di uguale periodo in caso di  mancata disdetta anticipata.

Obblighi del locatore e del conduttore

La materia locatizia, rientra nell’ambito delle obbligazioni e della responsabilità contrattuale, qualora sorgano problemi in ordine all’interpretazione del contratto e nel caso di inadempimento di una delle parti.

Il locatore, ai sensi dell’articolo 1575 del codice civile, deve consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione.

Il locatore deve, altresì, ai sensi dell’articolo 1576 del codice civile, mantenere la cosa locata in stato da servire all’uso convenuto, rispondendo per inadempimento ove  non esegua opere di  intervento e manutenzione.

Infine deve garantirne il pacifico godimento durante la locazione.

Il conduttore, invece, ai sensi dell’articolo 1587 del codice civile, deve prendere in consegna la cosa locata e osservare la diligenza del buon padre di famiglia nel servirsene per l’uso determinato nel contratto.

Il conduttore, è altresì, tenuto a corrispondere il canone di locazione nei termini  e nelle modalità pattuite, rispettando il regolamento di condominio.

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Rassegna Stampa

Risarcimento agli eredi per il danno da morte

Risarcimento agli eredi per il danno da morte

Avv Gianluca Sposato -risarcimento danno da morte

Indice

In questo articolo affronto il tema del risarcimento danni agli eredi per la morte di un loro familiare, a seguito di un fatto illecito.

Danno da perdita del rapporto parentale

La prova della sofferenza per l’uccisione del proprio familiare ai fini del  risarcimento del danno da perdita parentale viola principi costituzionalmente garantiti?

La guerra intestina su quantificazione e prova del danno da morte e la questione di legittimità costituzionale sollevata relativamente alla sentenza 11200/19 della Cassazione.

Potrebbe sembrare assurdo per i non addetti ai lavori, ma è così: se un proprio congiunto viene ucciso in un incidente stradale i familiari della vittima devono documentare la sofferenza per la perdita del rapporto parentale.

I familiari per avere diritto al risarcimento del danno per l’uccisione del proprio caro devono fornire la prova del vincolo affettivo, altrimenti possono anche non avere diritto ad alcun risarcimento.

Danno da morte per l’uccisione di un fratello in un incidente

Facciamo un esempio per essere più chiari su quello che la legge richiede come prova per avere diritto al risarcimento agli eredi per il danno da morte.

Se il fratello di una persona uccisa mentre attraversava sulle strisce pedonali da un automobilista chiede sic et simpliciter il risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale, potrebbe non avere diritto ad alcun risarcimento.

Oppure ottenere un indennizzo in misura ridotta, rispetto minimi e massimi che fanno riferimento all’intensità del rapporto con la vittima e alla dimostrazione del dolore per la perdita subìta.

Il danno da morte per l’uccisione di un fratello, ed in genere di un proprio familiare, infatti, non viene risarcito sul presupposto del rapporto di parentela, ma su quello del vincolo affettivo.

Di quel vincolo affettivo che, proprio per effetto dell’uccisione del proprio caro e del reato compiuto di omicidio stradale,  si è venuto ad interrompere.

La privazione del vincolo affettivo con la vittima del reato costituisce un danno di  tipo morale che deve essere risarcito ai familiari, ma sottoposto alla prova di legame affettivo che deve essere provato.

Questione di legittimità costituzionale sulla prova della sofferenza nel danno da morte

Occorre precisare che, seppur non se ne è parlato, con riferimento alla prova della sofferenza per il danno da morte è stata da me sollevata una questione di legittimità costituzionale in un giudizio di rinvio, dopo due passaggi in Cassazione, inerente la sentenza 11200/19.

Si è evidenziato come tale sentenza si ponga in contrasto e violazione degli  articoli 2, 3 e 32 della Costituzione della Repubblica italiana con riferimento agli articoli 2043 e 2059 del codice civile.

Secondo la Cassazione, infatti: “ la mera relazione di consanguineità non è da sola sufficiente ad integrare il danno risarcibile, gravando sui congiunti l’onere di provare in concreto l’esistenza di rapporti costanti e di reciproco affetto e solidarietà con il familiare defunto”. 

Il giudizio è ancora in corso, in fase decisionale, e non sappiamo se gli atti verranno trasmessi alla Consulta, o meno, per dirimere tanti dubbi e rispondere ai quesiti sollevati da chi scrive.

Come provare il danno da morte?

Questa e altre sentenze di legittimità, a seguito dell’involuzione giurisprudenziale che ha elaborato la teoria del danno conseguenza a discapito del danno evento.

Ciò sul presupposto che: “la liquidazione del danno non patrimoniale subìto dai congiunti  in  conseguenza dell’uccisione del familiare non integra un danno in re ipsa, ma deve essere provato in concreto dal danneggiato”.

Tuttavia, come ben noto alla medicina legale, che sul punto si è autorevolmente espressa con i suoi maggiori studiosi e rappresentanti, non può non evidenziarsi che il sentimento, il dolore, è qualcosa di interiore.

La sofferenza può facilmente desumersi nel caso di perdita del rapporto parentale per fatto illecito ricorrendo alle presunzioni legali.

Dovendosi esprimere non poche perplessità su modalità standard da assumere quali relativi mezzi di prova per la sofferenza relativa alla morte di un familiare.

Autorevoli giuristi e studiosi del danno alla persona sostengono che l’onere della prova deve incombere su chi intenda dimostrare un fatto che si discosti dal sentire umano e sociale.

Ovvero un danno che si qualifichi come situazione eccezionale: come il non provare dolore, o provare un sentimento di sollievo, se non addirittura di indifferenza per l’uccisione di un familiare.

Danno da morte e sofferenza per l’uccisione di un familiare

Con la richiesta della prova della sofferenza per il risarcimento agli eredi per il danno da morte, la Cassazione compie un eccesso di potere, in danno delle vittime della strada.

La Corte Costituzionale individua quali criteri che valgono come indici dell’eccesso di potere legislativo quello dell’assoluta illogicità, incoerenza, od arbitrarietà delle motivazioni della legge.

Ciò vale anche per l’atto che alla legge è equiparato, ovvero le sentenze, come la numero 11200/19.

Altro elemento in cui si ravvisa l’eccesso di potere è dato dalla irragionevolezza delle statuizioni legislative rispetto alla realizzazione concreta del fine.

A prescindere dal valore e dal contenuto delle presunzioni legali, sembra che i giudici non vogliano tenere contro di quella che è la norma quando si deve affrontare la morte violenta di un familiare.

Ovvero: sofferenza, dolore, vuoto incolmabile, sconforto, perdita della voglia di vivere per l’uccisione del proprio caro.

Ogni diversa interpretazione e convincimento entra in contrasto e lede i princìpi sanciti negli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione.

Risarcimento del danno da morte, tutela costituzionale

L’articolo 2 garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, mentre l’articolo 3 afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge.

Dovere dimostrare lo sconvolgimento della propria vita per l’uccisione di un familiare è in contrasto con tali principi.

Violando la dignità sociale che si manifesta anche nel rispetto dell’altrui dolore, che non deve essere calpestato, o trasformato in fenomeno da circo.

Né, tantomeno può, senza riserva, costituire oggetto di prova nella generalità dei casi, attesa la natura interiore e strettamente personale del sentimento.

Ciò a prescindere dal fatto che un sentimento, come l’amore, l’amicizia, il dolore, non può essere provato, proprio perché indice di una spontaneità interiore caratterizzata dalla riservatezza ed esclusività.

Qualunque mezzo di prova rappresenta una coercizione ed una violenza al rispetto della riservatezza e del dolore per chi subisca quanto di più atroce la vita possa riservare all’essere umano.

Ovvero: la privazione dell’affetto di un proprio caro a causa della morte violenta per fatto illecito.

Provare il dolore per l’uccisione di un familiare

E’ in corso un aspro dibattito tra giuristi su quantificazione e prova del danno da morte.

Occorre evidenziare che le ultime pronunce della Cassazione sembrano ristabilire un equilibrio a favore del danneggiato.

A cominciare dalla ordinanza n. 7748/2020 che ha chiarito come il pregiudizio patito dai prossimi congiunti sia configurabile come danno diretto e non riflesso.

Ciò poichè può desumersi presuntivamente dal legame parentale la sofferenza, lo sconvolgimento della propria esistenza per quanto di più triste possa capitare ad una persona: sopravvivere al mondo senza l’affetto di chi amava.

Qualcuno ha, poi, paragonato alla sentenze di San Martino, per importanza ed impatto con l’attuale sistema risarcitorio in tema da danno da perdita parentale, le  3 sentenze della Suprema Corte Cass. 10579/21, Cass. 26300/21, Cass. 26301/21.

Con cui è stato chiarito quali sono i criteri per determinare gli importi da liquidare a titolo risarcimento danno per la perdita del rapporto parentale agli eredi della vittima di un fatto illecito.

Con invito ad abbandonare l’orientamento espresso nelle Tabelle Milanesi.

Danno da morte, grado di parentela, età della vittima e convivenza

Con le sentenze n. 33055/21 e n. 38077/21, la Suprema Corte ha ribadito i criteri per determinare le somme che spettano a ciascun congiunto della vittima di un fatto illecito.

Si deve fare riferimento non soltanto al grado di parentela ed alla convivenza con la vittima, ma anche all’età del defunto e all’età del congiunto superstite.

Tali criteri erano stati sconvolti solo dalle Tabelle del danno da morte del tribunale di Milano.

L’Avvocato Gianluca Sposato si è battuto per tutelare i diritti dei familiari  delle vittime della strada, anche in seno al Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile, di cui fa parte.

In particolare chiedendo di rivedere il divario della forbice prevista per gli importi da liquidare ai fratelli per l’uccisione di un fratello.

Ciò tenendo conto delle Tabelle del danno da morte del tribunale di Roma e dei criteri da applicare per determinare gli importi da liquidare a ciascun erede per la morte di un proprio familiare.

Tenuto conto che gli aventi  diritto sono sempre il coniuge, il figlio, i genitori, i fratelli, i nonni ed i nipoti  e della diversa intensità del legame affettivo.

Infatti, non può non tenersi conto di quanto affermato dalla Suprema Corte con la sentenza n. 26301 del 2021, che ha voluto sottolineare un principio cui  non  si può derogare.

“Il vero danno nella perdita del rapporto parentale, è la sofferenza non la relazione. E’ il dolore, non la vita che cambia, se la vita è destinata, si, a cambiare, ma, in qualche modo, sopravvivendo a se stessi nel mondo”.

Come valutare la prova della sofferenza nel danno da morte?

Si tratta di una pronuncia che non lascia dubbi e richiama il principio delle presunzioni legali nell’ambito della prova dello sconvolgimento della vita a causa di un fatto illecito per la morte di un proprio familiare.

Chiarisce anche come la sofferenza per la perdita del rapporto parentale deve essere provata e valutata dal giudice per avere diritto al risarcimento del danno ed in quale misura.

La sofferenza morale allegata e poi provata, anche a mezzo di presunzioni semplici, costituisce l’aspetto più significativo del danno.

Esiste, infatti, una radicale differenza tra il danno per la perdita del rapporto parentale e quello per la sua compromissione dovuta a macro lesione del congiunto rimasto in vita in cui è la vita di relazione a subire profonde modificazioni in peggio.

Danno da morte e sconvolgimento della vita

L’art. 32 della Costituzione stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e la legge non può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Viene da chiedersi se costringere un genitore, che ha perso un figlio trasportato in auto in un incidente stradale, a fornire prova del suo dolore non rappresenti una violazione del rispetto della persona, della privacy, una intrusione sgradita nel suo lutto familiare.

Vi è da chiedersi se questo gioco perverso che calpesta i diritti del  danneggiato, possa portare nel circo delle aule di giustizia ad indagini ed accertamenti peritali pericolosi ed inutili ai fini dell’equità e garanzia dei diritti.

Ciò tenuto conto che la legge deve garantire uguaglianza e non disparità.

Il principio secondo cui il danno per la perdita di un familiare non è “in re ipsa“ si appalesa in netto contrasto e violazione della norma costituzionale richiamata.

La perdita di un familiare rappresenta il più grande sconvolgimento che possa abbattersi nella vita di un essere umano, ponendo spesso fine alla voglia di vivere, una mancanza ed un dolore non sanabile nel tempo.

Una situazione che non si augura a nessuno, solo chi ha vissuto un lutto familiare può comprendere come la salute risenta del vuoto incolmabile provocato dalla mancanza di un proprio caro.

Come ciò incida negativamente sulla qualità della propria esistenza, venendo meno la voglia di vivere e divenendo la vita un dolore continuo e costante.

Danno morale per uccisione di un familiare

Per tale ragione il nostro legislatore ha previsto il risarcimento di un danno  morale per determinate categorie di congiunti a seguito del decesso di un familiare (finanche i nonni, i cugini e gli zii per il tribunale di Roma 2019) cagionato da fatto illecito.

Non rappresentando l’assenza di convivenza, nel mondo in cui viviamo e con le tecnologie a disposizione, un ostacolo alla pienezza del rapporto affettivo tra consanguinei.

Tant’è vero che il giudice può ridurre (può, non deve) l’importo  riconosciuto a titolo di danno da perdita parentale fino alla metà.

Negare che l’uccisione di un proprio familiare costituisca violazione dei diritti, e dunque, dei danni, perlomeno non patrimoniali, dei congiunti superstiti è  nozione contraria ai principi basilari del sentire sociale e del diritto.

La legge è chiamata a tutelare tali beni supremi: la salute, la piena dignità sociale e l’uguaglianza sostanziale dell’individuo di  fronte alla legge.

Così come non riconoscere che il dolore possa essere provato e manifestato in maniera differente e soggetto a valutazione equitativa da parte di organi giudicanti differenti e con propri distinti convincimenti.

D’altronde il caos generato sui danni non patrimoniali da uccisione di un  congiunto, con l’elaborazione della teoria del “danno  conseguenza” a scapito del  “danno  evento” non  tengono conto dell’unica considerazione meritevole di tutela.

Ovvero che la vita e la salute sono beni preziosi ed irrinunciabili, costituzionalmente protetti e garantiti.

E che l’evento e la conseguenza si identificano nel danno stesso, non potendo avere distinta collocazione quali espressioni racchiuse nel dettame dell’articolo 2058 del nostro codice civile.

Negare che l’uccisione di un figlio non abbia ripercussioni nella vita e sulla salute dei genitori, che la morte di un fratello non sconvolga l’esistenza dei familiari superstiti è principio che contravviene al sentire sociale.

In contrasto con quelle nozioni comuni proprie di uno Stato che voglia definirsi garantista e di diritto.

Avvocato Gianluca Sposato Gruppo “Danno alla Persona” dell’ Osservatorio Sulla Giustizia Civile – pubblicazione riservata sulla rivista di diritto “Temi Romana”.

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Avvocato esperto in diritto immobiliare

Revoca della compravendita

Revoca della compravendita

Preliminare di compravendita

Cos’è l’azione revocatoria?

L’azione revocatoria è uno strumento concesso al creditore con cui può chiedere la revoca della compravendita, quando compiuta fraudolentemente in suo danno dal debitore, per sottrarla a garanzia al suo patrimonio.
 
L’azione revocatoria si promuove in tribunale e deve contenere la dichiarazione di inefficacia degli atti di disposizione del patrimonio posti in essere dal debitore, che diminuiscono la garanzia del creditore.
 
L’istituto consente al creditore di conservare il patrimonio del debitore a garanzia del suo credito, quando il debitore compie atti fraudolenti con lo scopo, alienandoli, di sottrarli all’azione esecutiva del creditore.

Quando è possibile la revoca della compravendita?

La revoca della compravendita immobiliare è una fattispecie che può verificarsi in due situazioni previste dall’articolo 2901 del codice civile:

  • per gli atti a titolo gratuito: quali, ad esempio, donazioni, fondi patrimoniali e vendite indirette, ovvero senza pagamento effettivo del prezzo
  • per gli atti a titolo oneroso: vendite, o atti, con corrispettivo economico

Se l’atto dispositivo è successivo al debito, il creditore non sarà tenuto a dimostrare la mala fede di chi ha ricevuto l’immobile.

In tal caso il creditore deve fornire esclusivamente la prova che il debitore poteva conoscere il pregiudizio provocato al creditore con l’atto a titolo gratuito.

Quando può proporsi l’azione revocatoria?

I presupposti per chiedere la revoca della compravendita sono due, l’intento fraudolento ed il pregiudizio arrecato al creditore.

L’intento fraudolento o “consilium fraudis” consiste  nella consapevolezza del pregiudizio che l’atto arreca alle ragioni del creditore.

Il pregiudizio arrecato al creditore dall’atto di disposizione del debitore, o “eventus damni”, si ha quando per il creditore sia divenuto impossibile, o più difficile e rischioso, soddisfarsi sul restante patrimonio del debitore.

A seconda che l’atto fraudolento viene compiuto a titolo gratuito, o a titolo oneroso, si hanno diverse conseguenze.

Solo per gli atti a titolo oneroso, vendite o atti con corrispettivo economico, il creditore è tenuto a dimostrare che l’acquirente conosceva il pregiudizio a lui arrecato.

Circostanza difficile da conoscere e dimostrare, la cui prova solitamente è fornita attraverso indizi quali il prezzo irrisorio, il mancato pagamento dello stesso, il rapporto di parentela, o coniugio tra le parti.

Se la donazione è successiva alla contrazione del debito, il creditore dovrà provare il “consilium fraudis”, dimostrare che l’atto è stato intenzionalmente realizzato allo scopo di sottrarre l’immobile alle ragioni del futuro creditore.

Entro quanto tempo si può chiedere la revoca della compravendita?

Il termine per promuovere l’azione revocatoria è di 5 anni dal compimento della compravendita.

L’azione può essere promossa dal creditore che risulti danneggiato dall’atto di  sottrazione posto in suo danno dal debitore a determinate condizioni:

  1. il credito deve avere data certa che sia anteriore alla vendita del bene
  2. la vendita deve avere pregiudicato le ragioni del creditore
  3. il pregiudizio arrecato al creditore deve essere conosciuto anche dall’acquirente

Solo in presenza di tutte e tre le condizioni sopra elencate è possibile azionare la revoca della compravendita chiedendo al tribunale che si pronunci dichiarando la vendita inefficace.

Avvocato per revoca della compravendita

La notevole sproporzione tra valore di mercato del bene e prezzo dell’immobile, risultante anche dal preliminare di compravendita è elemento di cui bisogna sempre tenere considerazione.

L’azione revocatoria, se esperita vittoriosamente, produce l’ inefficacia della vendita e conseguente reintegra del bene nella garanzia patrimoniale del creditore, che potrà a sua volta aggredirlo con il pignoramento.

Dati i tecnicismi e la complessità delle situazioni da esaminare risulta fondamentale affidarsi ad un avvocato specializzato in diritto immobiliare.

 

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Diritto d’autore e dello spettacolo

Diritto d’autore e dello spettacolo

Diritto d’autore e dello spettacolo

copyright e plagio

Cosa è il diritto d’autore?

Il diritto d’autore è un ramo del diritto privato che si  occupa specificamente della tutela dell’attività intellettuale.

La tutela che il legislatore garantisce si attua attraverso il riconoscimento all’autore originario dell’opera di una serie di diritti di carattere sia morale, che patrimoniale.

Tra questi rilevanza assoluta assume il riconoscimento dei diritti economici di copyright maturati e maturandi di un opera.

Per opera dell’intelletto si deve intendere un brano musicale, libro, sceneggiatura, fotografia, cortometraggio e qualsiasi  risorsa dell’ingegno che realizzi un risultato utile.

Come tutelare la proprietà intellettuale?

Lo  Studio Legale Sposato ha un reparto dedicato alla tutela della proprietà intellettuale e presta assistenza legale nel campo del diritto d’autore e dei diritti ad esso connessi nei  suoi principali settori:

Affinché possa realizzarsi la piena tutela giuridica di un opera è necessario che la stessa sia attribuita all’autore.

In campo artistico è molto frequente la sottrazione e lo sfruttamento del diritto d’autore, ove non supportati da legali esperti in questo settore.

Il contenzioso in campo artistico, ove l’opera risulti protetta dal  diritto d’autore, non può prescindere dal maggior danno per plagio e sfruttamento economico, ove non espressamente autorizzato.

Avvocato specializzato in diritto d’autore e dello spettacolo

L’Avv. Gianluca Sposato, figlio d’arte, presta assistenza e consulenza legale nel settore del diritto d0autore e dello spettacolo, attività di Talent Scout e management artistico.

L’attività è finalizzata alla valorizzazione dell’artista ed alla tutela dell’immagine e della professione artistica.

Redazione dei contratti artistici, tutela dei diritti d’immagine, nei settori musicale, pubblicitario, televisivo e cinematografico, nuove tecnologie e forme di espressione intellettuale artistica.

Per prenotare un appuntamento, o una consulenza telefonica ed info sui costi dei servizi visitare l’area Assistenza Legale24h. 

 
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Incidente al passeggero trasportato

Incidente al passeggero trasportato

Incidente passeggero trasportato

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Danni al passeggero trasportato chi paga?

Il passeggero trasportato, ai sensi dell’articolo 141 del Codice delle Assicurazioni, ha diritto ad essere risarcito a prescindere da chi è il responsabile dell’incidente, anche questo è stato causato dal conducente.

Chi è trasportato in moto, in automobile, autobus, pullman, taxi, treno e qualsiasi mezzo omologato e riporta lesioni fisiche a seguito di un incidente stradale ha sempre diritto al risarcimento del danno.

Il passeggero deve solo dimostrare che si trovava a bordo del mezzo, che indossava la cintura di sicurezza, o il casco in caso di trasporto in moto, o che si reggeva agli appositi sostegni nel caso di trasporto su mezzi pubblici.

L’unico caso di esclusione riguarda il sinistro cagionato da caso fortuito, come nel caso di attraversamento di un cane, o di un animale selvatico.

I maggiori problemi che il passeggero deve affrontare quando riporta lesioni fisiche a seguito di un incidente riguardano la quantificazione dei danni.

Per consolidata giurisprudenza l’inoltro della richiesta di risarcimento deve avvenire alla compagnia di assicurazione responsabile secondo le regole del Codice delle Assicurazioni Private.

Risarcimento al passeggero nei sinistri stradali

Il risarcimento al passeggero nel sinistro stradale da parte dell’assicurazione può subire una decurtazione fino al 50% in base all’entità delle lesioni accertate ove sia dimostrato un concorso di colpa.

Il concorso di colpa del passeggero si ha per non indossare la cintura di sicurezza, o non essersi sorretto correttamente su mezzi di trasporto  pubblico agli appositi sostegni.

E’ fondamentale rivolgersi al migliore avvocato per incidente stradale risarcimento danni  fisici per instaurare richiesta danni nei confronti dell’assicurazione.

Il danno comprende sia i danni patrimoniali, che i danni non patrimoniali.

Il danno patrimoniale riguarda le conseguenze dell’incidente nella sfera lavorativa del danneggiato, anche in termini di menomazione, o riduzione della capacità  lavorativa.

Il danno non patrimoniale riguarda i danni fisici scaturiti dall’incidente, ovvero le lesioni subite.

Come nel caso di frattura di una gamba, o dell’omero, frattura di un braccio, un trauma cranico valutabili come danno biologico.

Nel danno non patrimoniale rientra anche il danno morale, ovvero la sofferenza che il danneggiato dall’incidente ha affrontato.

Incidente a passeggero trasportato in treno

Purtroppo risaltano alla cronaca casi di incidente del treno e di strage ferroviaria.

Nel trasporto a titolo oneroso il vettore risponde solidalmente con la compagnia di assicurazione per i danni arrecati al passeggero in treno che abbia riportato lesioni o sia morto.

Quando il trasportato ha perso la vita in incidente durante il trasporto per collisione, sbandamento, fuoriuscita dai binari per elevata velocità, o mancata manutenzione del tratto ferroviario si ha perdita del rapporto parentale.

Per quanto concerne gli incidenti su rotaie per attraversamento, la ricerca delle cause e delle responsabilità è fondamentale per la determinazione del grado di colpa.

La corretta instaurazione della procedura di risarcimento danni, a prescindere dall’azione penale, richiede sempre l’intervento tecnico di un professionista di grande spessore.

Procedura di risarcimento per danni subiti in treno

Il passeggero trasportato in treno che ha riportato lesioni ed è rimasto ferito durante la tratta ferroviaria percorsa, deve denunciare l’accaduto al personale ferroviario.

Chi rimane ferito durante il trasporto in treno deve conservare il biglietto di viaggio per fornire prova del fatto storico.

Gli incidenti possono verificarsi per chiusura improvvisa dello sportello di salita e discesa, frenata brusca durante il viaggio, o per altri comportamenti riconducibili a responsabilità del vettore.

Il passeggero ferito deve dimostrare l’esistenza di danni fisici riportati a seguito del viaggio in treno.

Le lesioni devono essere documentate inizialmente attraverso la certificazione del Pronto Soccorso che indichi l’incidente ferroviario.

Il vettore, per contro, è tenuto a dare eventualmente dimostrazione che l’incidente ed i danni riportati dal passeggero sono conseguenza diretta attribuibile esclusivamente a imperizia, imprudenza e negligenza del passeggero stesso.

Incidente a passeggero trasportato in pullman

Il passeggero trasportato il pullman, essendo il viaggio a titolo oneroso e non di cortesia, ai sensi dell’articolo 1678 del codice civile, è soggetto alla disciplina della responsabilità contrattuale.

Ciò indipendentemente dal fatto che il servizio sia gestito da un ente pubblico o da un privato.

Il contratto di trasporto obbliga il vettore dietro il pagamento di un  corrispettivo a trasferire persone, o cose, da un luogo ad un altro assumendosi  la responsabilità di non cagionare danni.

A prescindere dal fatto che il trasporto sia eseguito con i propri mezzi, o con mezzi altrui, rilevando la circostanza solo ai fini della responsabilità solidale, come nel caso dell’assicurazione obbligatoria.

Richiesta di risarcimento per danni subiti durante il viaggio in autobus o pullman

Cosa deve fare il passeggero che ha riportato ferite e lesioni personali a seguito di un incidente durante il trasporto su un autobus o un pullman?

Deve dimostrare che si trovava sul mezzo di trasporto nel momento durante il quale è avvenuto l’episodio che gli ha procurato dei danni fisici.

L’incidente in pullman può verificarsi a causa di una frenata brusca, di una ripartenza improvvisa, della chiusura dello sportello durante la fase di salita, o di discesa.

Durante tratte più lunghe su mezzi di linea sono frequenti casi di sbandamento per strada sdrucciolevole, e incidente stradale con collisione tra mezzi.

Sul passeggero ferito non ricade l’onere della prova del fatto accaduto, ossia della responsabilità del sinistro.

Per avere il risarcimento del danno, il trasportato che è rimasto ferito durante il viaggio deve denunciare immediatamente l’accaduto al conducente o al personale di bordo, affinché venga aperta la pratica del sinistro.

Deve, inoltre, documentare l’entità delle lesioni riportate quali conseguenza diretta dell’incidente, attraverso i certificati medici ed il Verbale Pronto Soccorso .

Per tutelare i propri diritti il passeggero che ha riportato lesioni fisiche mentre viaggiava in autobus o era trasportato in pullman deve rivolgersi ad un Avvocato specializzato in danni da circolazione stradale.

Risarcimento al passeggero in incidente stradale

Il risarcimento al passeggero in incidente stradale passa attraverso i tecnicismi della materia che regola il trasporto di cortesia, o a titolo oneroso.

La procedura di risarcimento al trasportato rientra nell’ambito del diritto delle assicurazioni.

La difficoltà di istaurare correttamente la procedura di risarcimento per danni fisici al trasportato implica di essere assistiti da un avvocato con molti anni di esperienza per risarcimento danni da circolazione stradale.

Ciò non solo per predisporre dettagliatamente la richiesta danni da inoltrare a tutte la parti responsabili, ma anche al fine del corretto accertamento delle lesioni fisiche.

Incidente a passeggero trasportato in automobile

Qual’ è la procedura di risarcimento nel caso in cui si è verificato un incidente stradale con un passeggero a bordo di un automobile?

Chi usa un mezzo di trasporto senza esserne alla guida è esente da qualsiasi responsabilità, dal momento che non è tenuto a conoscere e a rispettare le norme del Codice della Strada e non è alla guida del mezzo.

Il passeggero a bordo di un autovettura, che ha subito lesioni in un incidente stradale ha il solo obbligo di indossare la cintura di sicurezza.

Ciò per non vedersi attribuire il concorso di colpa, ovvero indossare il casco nel caso di incidente in motorino. 

Se ha subito danni il passeggero ha diritto al risarcimento senza accollarsi l’onere di dimostrare di chi è la colpa dell’incidente.

Al fine di ottenere la liquidazione da parte dell’assicurazione deve solo dimostrare che nel momento del sinistro si trovava all’interno dell’autovettura e certificare la gravità dei danni subiti.

Passeggero senza cintura di sicurezza

Il passeggero ha l’obbligo di indossare correttamente la cintura di sicurezza anche se è trasportato sui sedili posteriori dell’autovettura in base all’art. 172 del Codice della Strada.

Il conducente è responsabile del comportamento dei passeggeri che trasporta, anche di quelli che non indossano la cintura di sicurezza, ai quali deve intimare di indossarla.

Il passeggero senza la cintura di sicurezza viene ritenuto responsabile delle maggiori lesioni riportate, che potevano essere attenuate dall’utilizzo della cintura stessa.

Pertanto, nel caso di incidente al trasportato senza la cintura di sicurezza il  risarcimento del danno avviene in misura ridotta.

Attribuendosi un concorso di colpa al trasportato, in relazione alle maggiori lesioni riportate a causa del suo comportamento imprudente.

Procedura di risarcimento per il passeggero trasportato

Cosa deve scrivere il passeggero nella richiesta di risarcimento danni da inviare alla compagnia assicuratrice?

Chi usa un mezzo di trasporto senza esserne alla guida e riporta lesioni deve richiedere il risarcimento dei danni subiti alla compagnia assicuratrice dell’autovettura sulla quale era a bordo.

Indipendentemente dal fatto che a causare l’incidente sia stato il conducente dell’autovettura sulla quale viaggiava, oppure del veicolo con il quale si è avuto l’incidente.

Oltre alle generalità del persona danneggiata a causa del sinistro stradale, nella richiesta di risarcimento vanno indicate con la massima precisione le circostanze e la dinamica con le quali è avvenuto l’incidente.

E’ opportuno, inoltre, descrivere la gravità dei danni fisici subiti, allegando attestazione medica delle lesioni.

Nel caso di incidente stradale mortale, è necessario allegare il certificato di stato di famiglia.

Al fine di comprovare la composizione del nucleo familiare e degli aventi diritto al risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale.

La compagnia di assicurazione alla quale è stata inviata la richiesta di risarcimento per danni fisici deve rispondere entro 90 giorni dal ricevimento della richiesta e motivare l’eventuale non accoglimento della richiesta di risarcimento.

Questo termine temporale di risposta da parte dell’Assicurazione si riduce a 60 giorni nel caso in cui il risarcimento riguarda soltanto danni alle cose.

Liquidazione del danno al terzo trasportato

Successivamente alla richiesta inviata, la Compagnia di assicurazione provvede all’apertura del sinistro per la valutazione del caso e la liquidazione del danno al terzo trasportato.

La compagnia di assicurazioni richiede una visita medico-legale presso una struttura di sua fiducia per accertare l’entità delle lesioni e liquidare il danno.

Il danneggiato può rifiutare la visita medico legale se ancora convalescente, o quando i postumi invalidanti permanenti non si sono stabilizzati.

Le Compagnie di Assicurazione non sono molto inclini ad accettare la richiesta di risarcimento e, quindi, può iniziare una contrattazione sull’offerta proposta dalla Compagnia.

L’offerta di risarcimento spesso può risultare molto minore rispetto a quanto previsto di ottenere come risarcimento economico, soprattutto nel caso di danno non ben documentato.

Per questo motivo è fondamentale che il danneggiato non prenda iniziative in autonomia.

Ma, da subito, affidi l’incarico per l’ottenimento del risarcimento danni quale passeggero trasportato ad un avvocato esperto in incidenti stradali.

Assistenza legale al trasportato senza spese anticipate

Lo Studio Legale dell’ Avv. Gianluca Sposato Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali  è la scelta migliore per ottenere il massimo risarcimento del danno per l’incidente stradale come trasportato.

Sposatolaw, dal 1949, presta assistenza legale di primissimo livello ai passeggeri terzi trasportati che abbiano riportato lesioni gravi a seguito di un incidente stradale per tutelare i loro diritti ai fini risarcitori.

Il nostro lavoro è supportato, in tutta Italia, da quello di medici legali di primissimo piano e fama nazionale con cui abbiamo un consolidato rapporto di lavoro da oltre un ventennio.

Il terzo trasportato che si rivolge al nostro studio non deve anticipare alcun costo, tutte le spese sono iniziali a nostro carico.

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Omicidio stradale

Omicidio stradale

Omicidio stradale

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Lo Studio Legale Sposato, fondato nel 1949, è specializzato in risarcimento del danno da morte ai familiari vittime di omicidio stradale.

Con un reparto di infortunistica stradale che coordina le indagini di polizia stradale e ingegneri cinematici in grado di ricostruire le dinamiche più  complesse di stragi stradali.

L’Avvocato Gianluca Sposato, dell’ISLE – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi, vanta una esperienza consolidata in responsabilità civiledanno da morte.

E’ Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali, che ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati, ha partecipato ai principali lavori in ambito istituzionale in tema di omicidio stradale.

Incidente mortale l’azione civile e l’azione penale

Negli incidenti mortali è importante distinguere prima di tutto il ruolo e la funzione che ha l’azione penale, da quella civile.

Un errore, purtroppo, frequente è concentrarsi solo sulle attività del processo penale a carico dell’imputato, tralasciando l’aspetto civilistico della vicenda.

In tal modo si confonde l’attività dell’avvocato penalista, con quella dell’avvocato civilista.

L’avvocato penalista non ha esperienza per la ricostruzione degli incidenti stradali e non può essere di apporto per evitare, come spesso accade, inquinamento di prove, con sanzioni irrisorie per l’imputato.

I familiari delle vittime della strada per tutelare i loro diritti devono rivolgersi ad un avvocato civilista in grado di ricostruire la dinamica dell’incidente mortale, attribuendo colpa e responsabilità.

L’Avvocato civilista, accertata la colpa dell’investitore, potrà quantificherà i danni non patrimoniali, per la perdita del rapporto parentale.

A parte bisogna, poi, valutare i danni patrimoniali per il mancato apporto economico alla famiglia, a causa dell’uccisione del proprio congiunto.

Il reato di omicidio stradale, pena e aggravanti

Il reato di omicidio stradale è stato introdotto con la Legge n. 41 del 2016, per contrastare il fenomeno inarrestabile di morti per incidenti stradali nel nostro Paese.

L’articolo 589 bis del codice penale prevede aggravanti di pena per chi provoca la morte di una persona per guida pericolosa o guida ubriaco.

Si parla di omicidio stradale aggravato nei seguenti casi:

  • passaggio con semaforo rosso
  • inversione del senso di marcia in prossimità di intersezioni, curve, o dossi
  • sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di strisce pedonali
  • eccesso di velocità,
  • guida in stato di ebbrezza e droghe,
  • uccisione e ferimento grave di più persone.

Il reato di omicidio stradale prevede la pena della reclusione da 2 a 18 anni,  avuto riguardo al grado di colpa e alle circostanze aggravanti.

La pena base per questa tipologia di reato è quella della reclusione da 2 a 7 anni.

Se il reato è commesso sotto l’uso di alcol, o droghe è previsto l’arresto, con la pena detentiva aumentata da 8 a 12 anni.

L’omicidio stradale con fuga e l’omicidio stradale aggravato prevedono ulteriori misure punitive, con la reclusione rispettivamente da 5 a 10 anni e da 10 a 18 anni.

La pena è a carico dell’investitore che alla guida di un veicolo a motore provochi un incidente stradale mortale.

Concorso di colpa nell’omicidio stradale

Tale rigidità normativa è contemperata dalla previsione di una diminuzione di pena fino alla metà nei casi di attribuzione di concorso di colpa.

Si ha concorso di colpa in omicidio stradale quando il reato, se pur cagionato da condotta imprudente, non è esclusiva conseguenza dell’azione od omissione del colpevole che ha cagionato la morte per incidente stradale.

Per esempio perché la persona morta nell’incidente stradale non indossava la cintura di sicurezza, o viaggiava in prossimità della linea di mezzeria non mantenendo la destra, o per attraversamento a piedi distratto dal cellulare.

Nel caso di concorso di colpa le somme dovute agli eredi subiscono una diminuzione, in proporzione del grado di responsabilità riconosciuto.

Inoltre, qualora l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione, o dell’omissione del colpevole, la pena è diminuita fino alla metà.

Pena nell’omicidio stradale colposo

A prevedere l’omicidio stradale colposo è l’articolo 589 bis del codice penale.

La norma stabilisce che il responsabile di omicidio stradale è punito con la reclusione da due, fino a sette anni.

La pena base è prevista per la violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale con colpa.

I familiari della vittima hanno diritto al risarcimento del danno a prescindere dall’azione penale, che è volta a determinare l’elemento soggettivo della colpa.

A nulla rileva, pertanto, l’intenzionalità nell’omicidio stradale.

Perché scatti l’imputazione per il reato di omicidio stradale, infatti, deve farsi  solo riferimento alla negligenza, imprudenza, imperizia.

Dunque affinché vi sia colpa nell’omicidio stradale si fa riferimento a inosservanza di leggi e regolamenti, per la violazione delle norme del Codice della Strada.

Per l’accertamento della colpa nell’omicidio stradale le prime attività da compiere sono relative alle cause della morte.

La parte offesa, ove il Pubblico Ministero disponga l’autopsia della vittima, deve partecipare alle relative indagini per accertarsi del regolare svolgimento delle stesse.

Lo stesso dicasi per il sequestro del mezzo investitore e per le indagini cinematiche relative all’attribuzione delle responsabilità della morte per incidente stradale.

Omicidio stradale e risarcimento del danno

I familiari che hanno diritto al risarcimento del danno per l’uccisione di un loro congiunto sono:

  1. il marito per la morte della moglie e la moglie per la morte del marito
  2. i genitori per la morte del  figlio ed i  figli per la morte del padre o della madre
  3. i fratelli per la morte dei fratelli
  4. i nonni per la morte dei nipoti

Gli importi che vengono liquidati a titolo di risarcimento danni non patrimoniali per la perdita del rapporto affettivo con la vittima variano a seconda di determinati parametri, di cui bisogna fornire documentazione.

Per il coniuge, i genitori ed i figli è prevista una forbice che va da un massimo di euro 336.500,00 ad un minimo di euro 168.250,00.

Per i fratelli, i nonni ed i nipoti sono previsti importi minori, da un massimo di  euro 146.120,00 ad un minimo di euro 24.350,00.    

Stesso discorso vale per il danno patrimoniale, quando l’uccisione del familiare ha determinato la mancanza di apporto economico al nucleo familiare superstite.

Il risarcimento danni deve essere richiesto in sede civile, per questo è  fondamentale affidarsi ad un avvocato civilista.

Se non ci sono contestazioni sulla responsabilità dell’incidente mortale, l’assicurazione, acquisita la documentazione, è tenuta a fare una offerta ai familiari della vittima dell’incidente.

I termini  per proporre l’offerta di risarcimento danni sono stabiliti dal codice delle assicurazioni private e, ove non siano ritenute congrue, possono essere trattenute in acconto.

Costituzione di parte civile e patteggiamento nell’omicidio stradale

La costituzione di parte civile nel procedimento per omicidio stradale ha finalità diverse, volte per lo più a prendere parte alle indagini ed al processo penale.

Tuttavia, può comportare dei rischi in caso di patteggiamento della pena, o assoluzione dell’imputato.

Pertanto, è indispensabile per la parte offesa vittima del reato di omicidio stradale rivolgersi ad un avvocato civilista specializzato in incidenti stradali mortali.

L’avvocato specializzato in diritto civile valuterà quando è necessario essere coadiuvato anche da un avvocato penalista, considerato il differente ruolo di quest’ultimo, volto a difendere l’imputato da un reato.

La colpa nell’omicidio stradale

Nell’omicidio stradale, i familiari della vittima hanno diritto al risarcimento del danno di carattere morale.

Il risarcimento per il danno da morte è dovuto solo nel caso in cui si dimostri che l’incidente stradale si è verificato per colpa dell’investitore.

Per questo è sempre importante affidarsi ad un avvocato esperto in incidenti stradali mortali per partecipare alle indagini penali, onde evitare inquinamento di prove.

L’azione penale è volta all’inflizione della pena, mentre quella civile rimane separata ed è la strada che si raccomanda di percorrere ai familiari delle vittime della strada.

L’azione civile è necessaria per accertare le responsabilità nell’omicidio stradale e per ottenere le somme che la legge riconosce a titolo di risarcimento danni per la morte del proprio familiare.

Omicidio stradale, la ricostruzione dell’incidente mortale

La ricostruzione dell’incidente stradale mortale è fondamentale ai fini dell’attribuzione della colpa nell’omicidio stradale.

Se non sono intervenute le Autorità per i rilievi stradali non possiamo assistervi per tutelare i vostri diritti, mancando la prova storica del fatto, indispensabile per fare scattare le indagini di polizia.

Infatti, per prima cosa bisogna fornire la prova dell’incidente stradale mortale.

Determinate le responsabilità, sarà possibile quantificare anche il danno da morte.

La ricostruzione delle cause della morte in incidente stradale, l’attribuzione delle colpe ed il riconoscimento del danno da perdita del rapporto parentale, sono attività complesse.

Il primo elemento utile da esaminare è,  dunque, il verbale dell’incidente stradale mortale con i rilievi redatti dalle Autorità intervenute.

Tempi rilascio verbale omicidio stradale

Il verbale di omicidio stradale viene redatto dai reparti della Polizia Stradale e contiene i rilievi ed il grafico dell’incidente.

I tempi per il rilascio del verbale di incidente stradale mortale possono variare da 90  a 120 giorni.

Se sono in corso indagini penali, è necessario richiedere il nulla osta al giudice per le indagini preliminari.

Il verbale dell’incidente stradale mortale, infatti, non può essere rilasciato fino a quando le indagini di Polizia Stradale non sono concluse.

Dalla comparazione dei danni ai veicoli coinvolti e dai rilievi effettuati sul manto stradale si può desumere a chi attribuire la colpa dell’incidente nell’omicidio stradale.

Altri elementi  utili  a ricostruire la dinamica dell’omicidio stradale possono essere supportati dalle dichiarazioni rese dalle parti coinvolte, oltre che da testimoni.

Il verbale di incidente stradale contiene informazioni relative alle condizioni del manto stradale, punto d’urto dei veicoli, dichiarazioni sulla dinamica, segnaletica stradale, danni ai mezzi e persone decedute.

Attività d’indagine nell’omicidio stradale

Negli incidenti stradali mortali e stragi stradali è necessario coadiuvare le Forze dell’Ordine negli accertamenti e nei rilievi con periti di parte.

Le attività d’indagine nell’omicidio stradale sono essenziali ai fini di non pregiudicare i propri diritti come parte offesa nel procedimento penale ed evitare l’inquinamento di prove.

Il patteggiamento nell’omicidio stradale colposo consente si sottrarsi al carcere e maggiori pene previste per l’omicidio stradale.

Le pene minori comminate per l’omicidio stradale, nonostante le aggravanti previste dal legislatore, riguardano la riduzione di pena prevista in caso di concorso di colpa in omicidio stradale.

Avvocato per omicidio stradale

L’Avvocato Gianluca Sposato  Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali è autore di numerose pubblicazioni e monografie sul danno da perdita parentale.

Relatore congressuale ai più importanti convegni sull’omicidio stradale in ambito nazionale cui hanno partecipato i principali esperti e le maggiori cariche istituzionali.

E’ membro del Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio nazionale sulla Giustizia Civile, che elabora le tabelle del Danno da Morte e della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Nel corso di oltre 25 anni di attività ha maturato una esperienza e preparazione unica in materia di risarcimento danni per omicidio stradale.

Ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla prova della sofferenza il risarcimento del danno da morte riuscendo a fare mutare l’orientamento della giurisprudenza di legittimità.

Infatti, da ultimo la sentenza numero n. 2776 del 30/01/2024 della Cassazione ha stabilito lecito ricorrere alla presunzioni legali per il danno da perdita del rapporto parentale

Ciò per dimostrare il grado di sofferenza per la perdita del vincolo affettivo con la vittima e avere diritto al risarcimento del danno morale per l’uccisione del proprio familiare.

Presta assistenza e supporto legale ai familiari delle vittime della strada in tutta Italia, per tutelarne i diritti ai fini dell’accertamento della colpa e risarcimento del danno tanatologico.

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Incidente stradale mortale

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Incidente stradale mortale, accertamento della colpa e condanna per omicidio stradale

Lo Studio Legale Sposato, dal 1949, interviene per casi di morte in sinistri stradali per accertare la colpa, e ottenere la condanna di chi ha compiuto l’omicidio stradale.

Il nostro studio legale è specializzato in infortunistica stradale per casi di danno da morte e risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale.

L’ Avvocato Gianluca Sposato, è Presidente dell’ Associazione Difesa Infortunati  Stradali.

Ha ricevuto l’ apprezzamento  della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.

E’ rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati in tema di sicurezza stradale e prevenzione degli incidenti stradali mortali.

Ha collaborato alla riforma del Codice della Strada con proposte inviate al Ministero delle Infrastrutture volte a garantire pene più severe a chi commette il reato di omicidio stradale con ritiro definitivo della patente.

E’ membro del “Gruppo Danno alla Persona” dell’ Osservatorio sulla Giustizia Civile, che elabora le Tabelle del Danno da Morte.

E’ Presidente della XIX Commissione per l’Esame di Stato per Avvocato a Roma 2024 e componente della Commissione Trasporti e Navigazione dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

La morte per incidente stradale, una tragica realtà e piaga sociale

La mortalità per incidente stradale è una piaga sociale, oltre che una tragica realtà e richiede una gestione legale accurata.

La determinazione delle cause, le responsabilità e le conseguenze civili e penali sono aspetti delicati che necessitano di un supporto legale altamente tecnico e qualificato.

La scelta dell’avvocato per avere giustizia nel caso di incidente mortale diventa cruciale per il riconoscimento dei diritti delle vittime e dei loro familiari.

A ciò si aggiunge, poiché la morte per incidente stradale si configura come danno conseguenza e non come danno evento, il problema nel caso di lontananza o non convivenza tra familiari e vittima.

Una parte della giurisprudenza richiede la prova del vincolo affettivo quale condizione per la risarcibilità del danno da morte.

Tuttavia, la prova della sofferenza per la privazione del rapporto affettivo, può essere valutata anche presuntivamente, come ribadito con la sentenza della Cassazione n. 2776 del 30/01/2024.  

Cause e statistiche della morte per incidente stradale

Negli ultimi 30 anni oltre 300.000 persone hanno perso la vita in Italia per incidente stradale mortale.

Gli incidenti stradali sono la prima causa di mortalità nel mondo per i giovani tra i 15 e 19 anni.

Le cause della morte per incidente stradale sono da rinvenire quasi sempre nell’elevata velocità e nella guida spericolata.

Molti incidenti avvengono a causa dell’effetto di alcol e sostanze stupefacenti di chi guida, distrazione e stanchezza alla guida.

Non da ultimo anche le condizioni stradali pericolose e i malfunzionamenti dei veicoli, possono causare incidenti mortali.

Oltre il 15% delle persone che perdono la vita in un incidente stradale sono passeggeri trasportati.

Inoltre, sono in costante aumento nei centri abitati gli incidenti a pedoni, travolti da auto in corsa rimasti uccisi mentre attraversavano la strada.

Incidente stradale mortale: conseguenze in ambito civile e penale

Un incidente stradale mortale ha conseguenze sia nel diritto civile che nel diritto penale.

L’azione penale segue un percorso e finalità diverse rispetto all’azione civile.

Il procedimento penale per il reato di omicidio stradale è volto a infliggere la pena al responsabile dell’incidente mortale.

La responsabilità penale, determinata attraverso indagini di polizia e giudiziarie, coinvolge il conducente responsabile della morte per incidente stradale.

I rilievi della polizia scientifica sono fondamentali per ricostruire la dinamica del sinistro mortale.

Il verbale dell’incidente assume importanza primaria ai fini dell’accertamento delle responsabilità.

Anche l’ accertamento tossicologico del conducente investitore è determinante e comporta significative aggravanti di pena, con l’arresto.

L’azione civile è volta a quantificare i danni per i familiari superstiti e ottenere il risarcimento per la perdita del rapporto parentale.

Autopsia della vittima nell’incidente mortale

Per stabilire le cause del decesso e se esiste un collegamento tra la morte della persona e il sinistro in cui è stata coinvolta, può essere disposta dell’autopsia della vittima.

Questa operazione viene svolta dall’Autorità Giudiziaria.

L’autopsia della vittima è la prima operazione cui i familiari, in base all’art. 360 del codice di procedura penale, sono chiamati a partecipare, nominando un medico legale di parte.

Partecipare alle indagini penali e nominare un proprio medico legale di parte è molto importante per i familiari della parte offesa.

Questo per non vedere pregiudicato il proprio diritto di difesa.

Questo tipo di attività richiede esperienza nel campo dell’infortunistica stradale e non può essere affidata esclusivamente ad un avvocato penalista.

Occorre, infatti tener conto  che un penalista, per vocazione, difende chi riceve la notizia di reato e non chi, generalmente, il reato lo subisce.

Indagini e rilievi planimetrici dell’incidente stradale mortale

I rilievi planimetrici dell’incidente avvengono attraverso indagini di Polizia coordinate dalla Procura della Repubblica.

A queste attività è necessario che partecipino sempre non solo i periti della parte indagata, ma anche i consulenti tecnici della parte offesa.

I mezzi coinvolti nell’incidente vengono sottoposti a sequestro giudiziario.

I familiari, in qualità di parte offesa, hanno diritto a prendere parte alle indagini relative alla ricostruzione cinematica del sinistro mortale.

E’ importante che i familiari del deceduto partecipino a tutte le attività d’indagine per evitare l’inquinamento di prove sulla dinamica dell’incidente mortale.

L’inquinamento di prove nel giudizio penale che determini un concorso di colpa della vittima ha come conseguenza la diminuzione della pena per l’imputato, con il patteggiamento.

Per evitare ciò, è fondamentale affidarsi ad un Avvocato esperto in risarcimento danno da morte per incidenti stradali.

Tutte le attività svolte sotto il controllo della Procura della Repubblica devono essere delegate ad un Avvocato civilista esperto in incidenti stradali mortali.

Costituzione di parte civile nel processo per omicidio stradale

La parte civile si costituisce nel processo per omicidio stradale principalmente per partecipare al processo penale.

Infatti, la sede naturale per chiedere il risarcimento del danno da morte è sempre in ambito civile.

Prima di costituirsi parte civile in un processo per omicidio stradale è importante consultare un penalista ed un avvocato civilista per valutare attentamente i rischi.

La costituzione di parte civile nel procedimento penale per omicidio stradale deve essere valutata sempre con circospezione.

Infatti può comportare brutte sorprese, come nel caso di imputato per omicidio stradale assolto.

Nel caso di patteggiamento della pena, poi, le indagini relative all’incidente mortale non possono formare il pieno convincimento del giudice civile.

Questo con particolare riferimento al risarcimento del danno da morte ai familiari, a causa di tutte le preclusioni maturate in sede penale.

Morte per incidente stradale e risarcimento ai familiari

Nei casi di incidente stradale mortale la questione della responsabilità e, di conseguenza, del risarcimento dei danni per l’uccisione del proprio familiare diventa centrale.

Solo un avvocato specializzato in risarcimento danno da morte, può supportare i familiari in tutto l’articolato percorso giudiziario.

Ai familiari della vittima spetta il risarcimento per il danno dovuto alla perdita del vincolo affettivo e del rapporto parentale.

L’azione civile è la sede naturale per ottenere il risarcimento del danno patrimoniale e del danno non patrimoniale dovuti per l’uccisione del proprio familiare.

La liquidazione del danno non patrimoniale per la morte di un congiunto è sempre subordinata all’accertamento della colpa.

Questo ove non vi sia già una sentenza di condanna penale.

Infatti, nonostante l’indipendenza delle due azioni, la sentenza penale potrà formare prova di convincimento anche in sede civile.

Quali documenti occorrono per il risarcimento del danno da morte?

I documenti che i familiari devono produrre per il risarcimento del danno da morte per l’uccisione di un familiare in un incidente stradale sono:

  1. il verbale di incidente stradale;
  2. il certificato di stato di famiglia;
  3. la dichiarazione dei redditi della vittima.

Oltre a questi documenti, ai fini della prova dell’intensità del vincolo affettivo è diventato necessario produrre relativa documentazione per provare il danno.

Poiché non è sufficiente il solo vincolo di parentela per avere diritto al risarcimento del danno da morte occorre una relazione del medico legale e ogni altro documento utile: fotografie, corrispondenza con la vittima, etc.

Il danno da morte per l’uccisione di un congiunto, o danno tanatologico,  infatti, si configura come danno riflesso, o da rimbalzo.

Dunque: il risarcimento del danno da morte è subordinato alla dimostrazione dello sconvolgimento delle proprie abitudini di vita e del dolore provato per la morte del proprio caro.

Richiesta di risarcimento danni per morte in incidente stradale

La richiesta di risarcimento danni per l’incidente stradale mortale per il risarcimento vittime della strada è molto tecnica.

L’avvocato specializzato in incidenti stradali mortali svolge un ruolo fondamentale sia affinché i diritti delle vittime siano garantiti, che nel massimizzare il risarcimento.

La richiesta di risarcimento danni per morte in un incidente stradale deve essere inoltrata ai sensi dell’articolo 148 del Codice delle Assicurazioni Private.

La richiesta risarcimento danni  da morte va formulata dai familiari della vittima all’assicurazione del mezzo responsabile.

Inoltre, ai fini del litisconsorzio necessario e facoltativo, va inoltrata anche al  proprietario e al conducente dei veicolo che ha provocato l’incidente mortale.

Se la compagnia assicurativa, all’esito dell’esame della documentazione fornita, rifiuta il pagamento, l’azione civile è subordinata all’esperimento della negoziazione assistita.

Questo processo mira a favorire la risoluzione delle controversie in modo extragiudiziale.

In tal modo si è voluto promuovere il dialogo tra le parti, cercando di evitare il ricorso al tribunale.

Morte per incidente stradale, responsabilità e prove

La principale difficoltà per i familiari di chi è rimasto ucciso in un incidente è dimostrare che si è verificato per colpa esclusiva dell’investitore.

Solo in questo caso, infatti, i familiari hanno diritto, ai sensi dell’ articolo 2043 del codice civile, al risarcimento per il danno da perdita parentale.

Analoga tutela è prevista dall’articolo 185 del codice penale.

In base a tale norma ogni fattispecie criminosa da cui è derivato un danno obbliga il colpevole al risarcimento.

Gli eredi, oltre a documentare il vincolo parentale, devono fornire anche la prova di avere subito un danno ingiusto.

Questa prova è subordinata a due elementi:

  • la privazione del vincolo affettivo
  • lo stravolgimento delle proprie abitudini di vita.

La prova relativa al vuoto venutosi a creare nella propria esistenza per la privazione del vincolo affettivo è richiesta dalla giurisprudenza di legittimità.

Il diritto, infatti, considera il danno tanatologico come danno conseguenza e non come danno evento.

Tale prova, che può desumersi anche presuntivamente, diventa più rigorosa in caso di non convivenza con la vittima e per i parenti in linea collaterale, come i fratelli.

Concorso di colpa in incidente stradale mortale

Si ha concorso di colpa in un incidente stradale mortale in tutti i casi in cui non ci si è attenuti alle regole del Codice della Strada.

Nel caso di concorso di colpa in un incidente che abbia provocato la morte, occorrerà fornire la prova liberatoria,

Ciò, in base a quanto disposto dall’art. 2054 del codice civile, per non subire decurtazioni nell’offerta risarcitoria.

Il concorso di colpa negli incidenti mortali non è raro.

Si verifica nei casi in cui la persona deceduta non ha fatto tutto il possibile per evitare l’evento fatale, che è stato la causa del decesso.

Basti pensare al passeggero trasportato sul sedile posteriore di un’autovettura che non indossava la cintura di sicurezza, il cui utilizzo avrebbe potuto attutire i danni e salvargli la vita.

Il problema del concorso di colpa negli incidenti stradali mortali è molto frequente.

Spesso con inquinamento di prove nel giudizio penale per effetto di perizie cinematiche compiacenti di parte.

Per tale ragione è fondamentale essere assistiti da un avvocato civilista con esperienza consolidata per le problematiche e casistiche che implica un incidente stradale mortale.

Chi ha diritto al risarcimento per la morte di un familiare in incidente stradale?

I familiari che hanno diritto al risarcimento per la morte di un familiare in un incidente stradale sono i ‘prossimi congiunti’ della vittima.

Per prossimi congiunti si intendono il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli e le sorelle, i nonni ed i nipoti.

Non è escluso dal risarcimento il convivente.

Purché si dimostri che egli sia stato legato in modo affettivo costante alla vittima, circostanza desumibile anche dal certificato di residenza.

Anche gli zii della vittima hanno diritto ad essere risarciti, al pari dei cugini, qualora possano fornire la prova di uno stretto legame affettivo.

I familiari della vittima per affrontare le questioni legali legate alla tragica vicenda legata alla morte per incidente stradale devono nominare un legale di fiducia.

L’errore più frequente, in questi casi, data la debolezza emotiva del momento, è trascurare l’importanza di rivolgersi ad un avvocato di spessore, subendo pressioni esterne.

Questi errori possono portare a conseguenze tragiche per i familiari della vittima.

Con l’assoluzione dell’investitore, l’attribuzione del concorso di colpa in incidente stradale mortale e condanna alle spese di lite nel giudizio civile.

Quali importi spettano per la morte in incidente stradale?

Con il Gruppo Danno alla Persona dell’Osservatorio Nazionale sulla Giustizia ho lavorato a criteri omogenei di liquidazione ai familiari delle vittime della strada.

Gli importi che vengono liquidati a titolo di risarcimento per l’uccisione di un familiare in un incidente stradale variano a seconda di

  • grado di parentela con il familiare ucciso
  • età della vittima del reato
  • età del familiare superstite

Si prende, poi, in considerazione la composizione del nucleo familiare e l’intensità del vincolo affettivo.

Oltre allo stravolgimento della propria esistenza a seguito del fatto illecito.

Il risarcimento del danno ai familiari superstiti, tuttavia, non avviene in maniera automatica: incidente stradale mortale, gli importi da liquidare agli eredi.

Nel senso che il risarcimento del danno da morte non spetta di diritto per il solo fatto che un proprio congiunto ha trovato la morte in un incidente.

Il risarcimento del danno da morte, infatti, è sempre subordinato ad una duplice prova:

  1. l’elemento della colpa: bisogna dimostrare che l’incidente mortale è stato causato dall’investitore, non essendo attribuibile alcuna responsabilità al proprio parente deceduto;
  2. la privazione del vincolo affettivo: ovvero la prova della sofferenza per l’uccisione del proprio caro, da cui trae origine il danno da morte.

Tabella calcolo danno da morte

Nel mese di novembre 2023 il Tribunale di Roma ha pubblicato la Tabella Di Liquidazione del Danno non Patrimoniale da Morte di un Congiunto.

Rispetto alla Tabelle del danno da morte del Tribunale di Milano viene riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale anche agli zii, e ai cugini.

Tuttavia, il risarcimento del danno da morte per i parenti meno prossimi – come fratelli, nonni, zii, cugini – può non essere dovuto in caso di assenza di prova del vincolo affettivo.

Come Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati, ho sollevato questione di legittimità costituzionale sulla prova della sofferenza (Cass. 11200/19).

Per il danno da morte viene riconosciuto ad ogni punto un valore di euro 11.356,16.

Inoltre viene stabilito che il calcolo del danno da morte può essere diminuito fino alla metà, se non addirittura non dovuto in caso di prova di assenza del vincolo affettivo.

Tabella danno da morte Tribunale Roma 2023

Relazione Parentale Punti
Relazione parentela con il de cuius (1)

(1) II punteggio può essere diminuito fino a 1/2 in relazione alla situazione concreta correlata alla concreta esistenza di un serio rapporto affettivo o annullato in caso di prova di assenza di un vincolo affettivo

Genitore 20
Figlio 18
Avo 6
Fratello 7
Nipote 6
Zio 6
Cugino 2
Coniuge 20
Convivente (previa prova dell’effettiva esistenza di un serio e prolungato vincolo affettivo di natura familiare) 20
Età della vittima Punti aggiuntivi
Età compresa tra i: 0 – 10 anni 10.5
Età compresa tra i: 11 – 20 anni 4.5
Età compresa tra i: 21 – 30 anni 4
Età compresa tra i: 31 – 40 anni 3.5
Età compresa tra i: 41 – 50 anni 3
Età compresa tra i: 51 – 60 anni 2.5
Età compresa tra i: 61 – 70 anni 2
Età compresa tra i: 71 – 80 anni 1.5
Età compresa: oltre gli 81 anni 1
Età del congiunto Punti aggiuntivi
Età compresa tra i: 0 – 10 anni 10.5
Età compresa tra i: 11 – 20 anni 4.5
Età compresa tra i: 21 – 30 anni 4
Età compresa tra i: 31 – 40 anni 3.5
Età compresa tra i: 41 – 50 anni 3
Età compresa tra i: 51 – 60 anni 2.5
Età compresa tra i: 61 – 70 anni 2
Età compresa tra i: 71 – 80 anni 1.5
Età compresa: oltre gli 81 anni 1
Convivenza e composizione familiare Punti aggiungtivi
Composizione del nucleo familiare Convivenza tra congiunto e de cuius 4
Assenza di altri familiari conviventi 3
Assenza di altri familiari rientranti nella parentela fino al
secondo grado –
Aumento da un terzo alla metà del punteggio complessivo
Non convivenza (2)
(2) la riduzione è destinata a consentire anche una diversificazione tra non conviventi
Possibilità di riduzione fino ad 1/2 del punteggio complessivo

Avvocato per danno da morte in incidente stradale

Le Tabelle del Tribunale di Roma non si discostano dalle Tabelle del Tribunale di Milano per il danno da perdita del rapporto parentale.

Gli importi del danno da morte variano a seconda dell’età, del grado di parentela e dell’intensità del vincolo affettivo.

La scelta dell’avvocato per il  risarcimento incidente stradale mortale è un passo fondamentale per ottenere giustizia in sede civile e penale.

Un avvocato competente è in grado di stabilire un rapporto corretto con la famiglia della vittima dell’incidente, costretta ad affrontare momenti di difficoltà e complessità processuali.

L’Avvocato Gianluca Sposato, ha esperienza ultra trentennale per casi di morte in incidente stradale sia nelle indagini penali, in cui è coadiuvato da un penalista, che per l’azione di responsabilità civile.

E’ considerato tra i principali esperti in materia di risarcimento danni per morte da incidente stradale.

E’ autore di numerose pubblicazioni sui principali quotidiani nazionali, con costante denuncia alle Istituzioni sugli incidenti stradali, emergenza sociale.

Eletto migliore avvocato nel settore del diritto delle assicurazioni da Top Legal che lo ha definito “un faro per gli operatori di  diritto nel settore” anche per la sua attività istituzionale.

L’Avvocato Gianluca Sposato, dell’ ISLE – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi segue personalmente casi relativi a risarcimento danno da morte per incidente stradale in tutta Italia.